Droga, telefoni e armi consegnati in carcere con i droni: 43enne “muta” davanti ai giudici

21 Marzo 2024 - 19:16

La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

MARCIANISE. Non ha proferito parola Giovanna Viciglione, 43 anni di Marcianise, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna è coinvolta nella maxi inchiesta della Dda di Napoli sull’introduzione di droga e telefoni, attraveso droni, in ben 19 penitenziari d’Italia, anche in reparti di massima sicurezza.

La 43enne, secondo l’accusa della Dda di Napoli, avrebbe fornito supporto a Vincenzo Scognamiglio, presunto organizzatore delle consegne di droga ai detenuti. Tra l’altro, in un’occasione sarebbe stata consegnata in carcere anche una pistola.

Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stato disposto per Matteo Balzano, Giovanni Baratto, Gennaro Pasquale Barone, Nicolas Brunetti, Roberta Cascone, Antonio Castiello, Salvatore Celentano, Giorgio Ciriello, Ciro Contini, Vincenzo Costagliola, Cristian Esposito, Nico Grimaldi, Alessandro Iuiliano, Lucio Musella, Maria Matilde Nappi, Rita Pitirollo, Vincenzo Scognamiglio, Antonio Giampaolo Taletti, Santo Tessitore, Giovanna Viciglione, Maria Vitale. A vario titolo sono accusati di avere usato droni per consegnare la droga e i telefonini in diversi istituti penitenziari grazie ad una rete di collaboratori esterni. Tra i trenta indagati ci sono diversi persone legate ai clan di camorra. Secondo gli inquirenti le consegne illegali sono state condotte anche all’interno del carcere di Secondigliano a

partire dal 2020.