Ecco perchè Walter Schiavone era considerato il capo: quando Stefano Coronella chiese il placet per la cocaina e propose a un suo luogotenente la vendita al boss di un’arma “nuova serie”

3 Settembre 2021 - 11:18

L’intercettazione. E’ sempre l’auto di Francesco Dell’Imperio il luogo delle conversazioni rivelatrici, quelle che consentono al gip del tribunale di Napoli di dar riscontro pieno all’accusa più grave, formulata dalla Dda, nei confronti del figlio di Francesco Schiavone Sandokan

 

CASAL DI PRINCIPE – Tra le molte conversazioni intercettate nelle auto di quelli che lavoravano, si fa per dire, con Walter Schiavone, ce ne sono alcune che propongono dei personaggi inediti che però svolgevano, stando a quanto emerge dalla riproduzione letterale delle intercettazioni, la loro attività criminale anche se non sono stati oggetto di provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria. E’ il caso di Stefano Coronella che viene intercettato nell’auto del “solito” Francesco Dell’Imperio, uno molto utile alle indagini perchè, come si suol dire, nella sua auto si parlava in relax, senza utilizzare linguaggi criptici come invece hanno fatto in passato tanti altri esponenti dei clan camorristi casertani.

Stefano Coronella diventa importante, però, per i magistrati della Dda e per il gip del tribunale di Napoli Isabella Iaselli, nel momento in cui chiede a Dell’Imperio una sorta di raccomandazione affinchè Walter Schiavone autorizzi e faciliti la sua attività che in quel momento consisteva nell’organizzazione di un traffico di cocaina. Una istanza, quella formulata da Coronella, sintomatica e illuminante per dar conferma, scrive il gip, alla caratura criminale di Walter Schiavone, rispetto al quale in tanti si rapportavano con deferenza, riconoscendogli il rango di boss.

E lo stesso discorso fa il gip quando Francesco Dell’Imperio e Stefano Coronella trasferiscono i loro discorsi dal settore droga al settore armi, perchè come si può immaginare, difficilmente questi qua parlavano di pallone, e anche di donne, essendo concentratissimi e “irreprensibilmente” applicati nella loro professione di criminali. Da quello che si capisce, Stefano Coronella chiede a Dell’Imperio di proporre a Walter Schiavone l’acquisto di un’arma. Questi si mostra disponibile. Dopodiché, Stefano Coronella fa riferimento a “una nuova serie“, espressione connessa sicuramente alla tipologia di un’arma da fuoco.

Successivamente viene utilizzato il termine “scoppetta” che anticamente indicava un fucile. Insomma, Coronella voleva vendere armi a Walter Schiavone e Dell’Imperio assunse l’impegno di mediare l’acquisto. E anche questo, secondo il gip del tribunale di Napoli che ha firmato l’ordinanza di arresto di cui ci stiamo occupando da mesi, rappresenta elemento di riscontro che dimostrerebbe la centralità di Walter Schiavone nelle trame camorristiche di Casal di Principe e dintorni e dunque la piena giustificazione della contestazione del reato principale di associazione a delinquere di stampo mafioso, ai sensi dell’articolo 416 bis del codice penale.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA

7.8. Le disponibilità di armi e stupefacenti di Walter Schiavone.

Di seguito si riportano i passaggi salienti della sola intercettazione – sempre nel filone invstigativo nei confronti di  Francesco DELL’IMPERIO – rilevante ai fini della dimostrazione del coinvolgimento di Walter SCHIAVONE anche in compravendite di armi, ovviamente clandestine.  

Nel tardo pomeriggio del 2 febbraio 2016 si registrava una serie di conversazioni tra Dell’Imperio Francesco ed il citato Stefano CORONELLA, che vertevano su traffici di stupefacenti (R.I.T. 4074/16 e 512/16 – allegato n. 92 inf. ult. cit). 

Nell’ultima conversazione Coronella invitava Dell’Imperio a raggiungerlo a casa. Di lì a poco, quest’ultimo si recava presso l’abitazione del suo interlocutore, così come confermato delle intercettazioni registrate sulla sua autovettura. 

 

Progr. n. 4519 del 2/2/2016 – ore 19.27.13 (R.I.T. 4348/15 – allegato n. 93 inf. 1° luglio 2018)

 

Auto ferma a via Tevere di Frignano, nei pressi dell’abitazione di Coronella Stefano, dove Dell’Imperio, invitato dallo stesso Coronella a raggiungerlo presso questa abitazione (cfr. progressivi citati nell’inf. 1° luglio 2018, pag. 262 e prec.) è sceso per parlare con lo stesso Coronella.  

I due si avvicinano all’auto e vengono intercettati. 

 

Stefano: “Walterì, – devi dire – vedi tu, diamoci due-trecento… più di duecento euro; Eeeh (incomprensibile, si accavallano le voci). 

Francesco: Questa l’ha trattata bene? 

Stefano: La serie … incomprensibile…  è nuova! Poi sta la “scoppetta” che tiene la  …incomprensibile.. è uscito un altro problema dentro, però Canè (viene interrotto). 

Francesco: Glielo dico io jà; Gliel’hai detto quel fatto a quello a…

Stefano: Aaa… a Claudio? Non ti preoccupare… incomprensibile… ha detto Claudio, ha detto: “però – ha detto – diglielo a Walterino che non si è comportato bene nei confronti miei”… tuoi, nei suoi;  

Francesco: Perchè? 

Stefano: Perchè dice che lui al telefono: “hhh… hai capito che ti ceco gli occhi? Ma chi sei che mi chiami?”  

Francesco: Chi?

Stefano: Ciccill’ vicino a lui!

Francesco: A Walt… no, Ciccill’ non si è comportato bene!?

Stefano: Eh; (affermativo, n.d. PG)

Francesco: Eh, devi dire: “ma tu ci vuoi parlare con Ciccill’, parlaci!”…  Scusa se volete un confronto con lui, parlateci, dici: “senti a me non mi… ”  (si sente il motore dell’auto che viene messa in moto, ndr)… incomprensibile… impossibile proprio!

Stefano: Francù mi senti? Uè, se …incomprensibile… “la coca”, digli a Walterino, devi dire: “sta a posto! – devi dire – però quello deve buscare! (guadagnare, n.d.r.). 

Francesco: L’hai acchiappato più a quello?

Stefano: Ancora no;

Francesco: Eh, quello non sta bene con la testa manco quell’altro!

Stefano: Eh, ma quelli se lo pigliano quelli lo fanno male!

Francesco: (piccola risatina, segue il rumore dello sportello dell’auto)…

Stefano: Oh, fammi sapere jà! … Oh perchè… (evidentemente fa segno di aprire il finestrino che però non si apre, n.d.PG);

Francesco: Eh jà, non posso aprire;

Stefano:  (aprendo di nuovo lo sportello, n.d.r.) Sto con l’ansia addosso “cumpà!”

Francesco: Perchè? 

Stefano: Aee… devi vedere di risolvere questo problema, perchè sennò non… incomprensibile… fa il possibile;

Francesco: la “roba” sta qua? quello dice:”sta qua?” Sta qua vicino? (abbassando ulteriormente il tono di voce)

Stefano: Eh qua… incomprensibile… da cos.. incomprensibile… (si sente di nuovo il rumore dello sportello, n.d.PG).

Dunque, i due interlocutori si avvicinavano all’autovettura rendendo parzialmente decifrabili le loro voci mentre conversavano di argomenti di sicuro interesse investigativo. 

Infatti, Stefano CORONELLA esordiva dicendo: “Walterì, -devi dire- vedi tu, diamoci due-trecento… più di duecento euro; Eee…”. Dunque, esortava Francesco DELL’IMPERIO affinché convincesse Walter SCHIAVONE a dare “due-trecento” euro a qualcuno come contropartita per qualcosa

Il prosieguo della conversazione consentiva di comprendere che l’acquisto proposto a Schiavone Walter, per il tramite di Dell’Imperio, fosse un’arma da sparo. Infatti, quando quest’ultimo s’informava sulle condizioni dell’oggetto (“Questa l’ha trattata bene?”), Coronella rispondeva: “La serie (…) è nuova! Poi sta la “scoppetta” che tiene la  (…) è uscito un altro problema dentro, però Canè…”. Coronella, rispetto all’arma di cui parlavano, informava il suo interlocutore che si trattava di un modello di nuova serie, aggiungendo che c’era la possibilità di acquistare anche una “scoppetta”, termine dialettale con cui si intende senza dubbio un fucile, tuttavia mostrava delle remore su questo precisando che c’era “uscito un altro problema dentro”, riferendosi ad un non meglio specificato problema. 

Ad ogni modo, Dell’Imperio garantiva il suo impegno per convincere Schiavone all’acquisto (“Glielo dico io jà”).

I due, poi, riprendevano il discorso dei giorni precedenti circa una lite avvenuta tra tali Claudio e D’ANGELO Francesco, detto Ciccillo, con tutta probabilità per questioni attinenti ai loro affari illeciti. Al riguardo, pur non comprendendosi le ragioni e i fatti che avevano portato allo scontro tra i due, emergeva chiaramente che Walter SCHIAVONE aveva appoggiato D’Angelo Francesco contro Claudio il quale, invece, risultava persona vicina al CORONELLA Stefano. 

Nel seguito del colloquio, Coronella diceva a  Francesco DELL’IMPERIO: <<Uè, se (…) “la coca”, digli a Walterino, devi dire: “sta a posto! – devi dire – però quello deve buscare! (guadagnare, n.d.r.)>>. 

Coronella, dunque, alludeva con chiarezza anche ad un traffico di cocaina per cui chiedeva di potersi accreditare nei confronti del solito Walter SCHIAVONE, attraverso una “raccomandazione” di Dell’Imperio, lasciando intendere ancora una volta la posizione di supremazia nel gruppo ricoperta dal figlio di Sandokan

Anche nel prosieguo dell’intercettazione i due continuano a parlare dei traffici di droga in atto, utilizzando più volte il termine inequivocabile’roba’ “.

 

Orbene, anche stavolta ci si trova al cospetto, a parere dello scrivente, di un’attività captativa che depone, irrefragabilmente, ancora una volta per la partecipazione con ruolo organizzativo di Walter Schiavone al clan dei Casalesi- componente Schiavone, oltre che per la detenzione di armi e di coacian, ai fini dello spaccio, da parte dello stesso clan (emblematiche le espressioni utilizate, quali ‘roba’ e ‘scoppetta’, prima evidenzati, che, -secondo la concettualizazione della giurisprudenza di legittimità in tema di criteri ermeneutici da utilizzare per interpretare i termini ‘criptici’  esibillini usati in occasione dei dialoghi intercecettati- evidentemente indicano altro.

Si tratta, come sopra espsoto, di un’attività di indagine sintomatica del ruolo di vertice, di capo indiscusso di Walter SCHIAVONE che infatti commetteva i reati tipici dell’associazione mafiosa già in precedenza analizzati, veniva citato da diversi collaboratori di giustizia come organizzatore del clan dopo gli arresti del padre e dei fratelli, oltre ad essere indiziato dalle intercettazioni ambientali e telefoniche a lui pertinenti e da quelle nei confronti dei coindagati; inoltre, in occasione dell’attività di captazione afferenti al Dell’Imperio Francesco, soggetto che assume il ruolo di accolito e di sodale del clan o in ogni caso ‘orbitante’ intorno al clan dei Casalesi, , che lo chiama in causa decine di volte quale suo “capo” e “compagno” per vicende intrinsecamente camorristiche come i rapporti all’interno del clan Schiavone, gli affari del sodalizio sul territorio ed i relativi associati che se ne occupano, le intimidazioni per recupero crediti, i traffici di stupefacenti o la disponibilità di armi varie. Insomma, condivisibilmente con l’assunto accusatorio evocato dalla Parte Pubblica nel presente procedimento, anche quando le intercettazioni non dimostrano specifici reati, sono in ogni caso sintomatiche della circostanza cheWalter Schiavone è il punto di riferimento delle “nuove leve” del clan dei Casalesi nell’agro aversano: egli lo è stato certamente dal 2016 fino a tutto il 2018 con condotta perdurante.