ELEZIONI PROVINCIALI. Che disastro le liste. Quella di Graziano, Sgambato e Picierno verso l’esclusione per firme spillate

13 Settembre 2019 - 17:21

CASERTA(g.g.) Vabbè, nessun s’è letto il decreto firmato a suo tempo dal presidente della Provincia Giorgio Magliocca, con il quale è stata avviata la procedura delle elezioni, finalizzata al rinnovo del consiglio provinciale, altrimenti non sarebbe successo che alcune delle liste contenessero o esprimessero l’irregolarità di una violazione delle quote di equilibrio tra i sessi.

Recita un passo del decreto che fa riferimento naturalmente a norme vigenti dell’ordinamento italiano: “Nelle liste, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 60% del numero dei candidati con arrotondamento all’unità superiore qualora il numero dei candidati del sesso meno rappresentato contenga una cifra decimale inferiore a 50 centesimi.

E questa è la prima parte della storia. Non esiste, dunque, un meccanismo spesso utilizzato nella valutazione e nell’utilizzo delle cifre decimali, con approssimazione per difetto o per eccesso discriminata dallo 0,50. Si arrotonda sempre per eccesso quando si deve stabilire la cifra minima di rappresentanza di uno dei due sessi. In parole povere, una lista delle elezioni provinciali formata da 16 candidati deve presentare come livello minimo di rappresentanti maschili o femminili, 6,4 candidati.

Nell’uso comune del trattamento dei decimali, ne basterebbero 6. Applicando, invece, le norme che, ovviamente, sono state create per tutelare soprattutto la rappresentanza femminile, la quota minima del 40%

è pari a 7. Per questo motivo, la lista di 16 dovrà essere formata da 9 candidati di un sesso e da 7, minimo 7, dell’altro sesso.

Ora, questi fresconi dei politici locali, i quali evidentemente sono in ben altre faccende affaccendati per la gestione del potere, Asi, Asl, Consorzio Idrico, Consorzio di Bonifica e bracci operativi, non avevano certo il tempo per leggersi il regolamento e tranquillamente hanno lavorato, applicando il concetto ordinario di trasformazione del numero dei decimali. 6,4 dunque, uguale a 6.

Tornando al regolamento, questo stabilisce anche le conseguenze del mancato rispetto delle quote. “In caso contrario (cioè quando non è rispettato il sistema dell’arrotondamento per eccesso, n.d.d.) l’ufficio elettorale riduce la lista cancellando i nomi dei candidati appartenenti al sesso più rappresentato, procedendo dall’ultimo della lista.

Sono in regola Forza Caserta, cioè la lista del presidente Magliocca, Fratelli d’Italia, Prima i Casertani, cioè la Lega e Democratici per Terra di Lavoro. Tutte le altre, no. Manco a dirlo, proprio quello di un centrosinistra che di solito, potendo contare su apparati formati da molti mesterianti, queste cose non le sbaglia. E allora vediamo i nomi che saranno depennati.

Nella lista Democratici per Caserta, per intenderci quella messa in piedi dalle aree di Gennaro Oliviero e di Abbate, salta la candidatura di Arturo Spina, penultimo in ordine alfabetico, e seguito da Pasqualina Tagliafierro, che resta candidata in quanto appartenente al sesso penalizzato dal mancato rispetto delle quote regolamentari.

Nella lista Liberi e Moderati, costruita dai consiglieri regionali Giovanni Zannini e Luigi Bosco e anche da Giovanni Cusano, salta la candidatura di Stanislao Supino di Vairano. In questo caso, l’ultimo nome è della marcianisana Carmen Ventrone, la quale, per lo stesso motivo di prima, resta in lizza.

E veniamo al caso quasi pietoso, ce lo consentano i presentatori, della lista messa in piedi (si fa per dire) dal consigliere regionale Stefano Graziano, con l’ausilio dell’ex parlamentare ed attuale responsabile nazionale della pubblica istruzione del Pd Camilla Sgambato e dall’europarlamentare Pina Picierno.

E che cavolo, con tutta questa scienza, con tutta questa massa critica, per usare un’espressione cara alla storia della elaborazione teorica della sinistra, avete fatto una lista più scalcagnata di quella dei militari di Giano Vetusto. Intanto, i candidati non sono 16 bensì 12, cioè il minimo previsto dal regolamento. In questo caso, viene rispettata la quota di genere. Le donne (Imma Dello Iacono, consigliera comunale di Aversa, Rosy Caparco, Giuseppina Guarino di Cesa, Erika Alma, consigliera comunale di Aversa, nonchè compagna dell’attuale sindaco di Cesa Enzo Guida, pure lui candidato nella stessa lista (mah, questi non riusciavano ad arrivare nemmeno a 12) e Cecilia Natale) sono 5. Per cui, il 40% di 12 che fa 4,8 viene arrotondato correttamente.

Detto questo, il resto è un gran casino.

Recita testualmente il verbale di ricezione dell’ufficio elettorale dell’amministrazione provinciale di Caserta: “Si evidenzia che una gran parte degli atti separati sono estesi su fogli sciolti pinzati con punti metallici, senza recare alcun timbro di collazione o congiunzione.

Che facciamo? Ok, un emoticon per ognuno dei tre leader ispiratori della lista. Un emoticon per Stefano Graziano, per Camilla Sgambato e per Pina Picierno ????????????.

Anzi, già che ci troviamo ne aggiungiamo altri tre, sempre uno a testa: ????????????.

Stando così le cose, la vediamo piuttosto complicata l’ammissione di questa lista alle elezioni provinciali del prossimo ottobre. Però siccome Caserta è il merdaio che è, una previsione non si può mai fare, uniformandola alla lettera della legge e delle norme che ne rappresentano la struttura. Per cui, staremo a vedere.