ELEZIONI PROVINCIALI. Zannini fa il pazzo per Colombiano. Ennesima cena con sindaci e consiglieri. Ecco chi c’era. Cofecchie in vista tra lui e il solito Stefano Graziano
24 Giugno 2025 - 13:40

I nomi li leggete all’interno. Vi segnaliamo però la presenza del Pd ufficiale, nonché sindaco di Piana di Monte Verna, e naturalmente dell’”ottimo primo cittadino di Castello del Matese, il Comune del mega imbroglio, del falso organizzato da Zannini per favorire il caseificio dei Griffo, che poi scarrozzavano, in una barca lussuosa, lui, Alfredo Campoli e le rispettive famiglie tra Capri e dintorni
CASERTA (G.G.) – Manco dovessero decidere il “cessate il fuoco” tra Stati Uniti, Israele e Iran. Zannini, che sta offrendo pizze e cene a go-go, ha voluto un locale dotato di tende a prova di paparazzi, in grado di occultare alla vista i commensali.
Si è portato come un totem il solito “materassaro” di Arzano, al secondo Francesco Silvestro, che ha una parola buona per tutti e una disponibilità enunciata per quelli che Zannini mobilita nelle sue riunioni pro-Colombiano. Non c’è che dire, quella che si preannuncia qualora Colombiano dovesse vincere le elezioni del 27 giugno è un’amministrazione provinciale di prim’ordine. L’indagato per concussione, corruzione e falso in concorso, non per diffamazione a mezzo stampa, Giovanni Zannini all’apice; al suo fianco Francesco Silvestro, senatore di Forza Italia, partito estemporaneo, visto che Zannini non vi ha mai aderito ufficialmente, restando ancorato al carro di Vincenzo De Luca.
Una situazione che, di conseguenza, non può non essere fondata su inconfessabili interessi in affari, perché se un senatore di Forza Italia partecipa ad ogni riunione di Zannini, consigliere regionale di De Luca, ci deve essere necessariamente una ragione diversa dall’appartenenza politica, lo capirebbe anche un bambino.
A San Potito, nel ristorante Antica Quercia, c’erano ieri sera, tra gli altri, il sindaco di Alife Fernando De Felice, insieme ai suoi Sant’Agata, Di Caprio e anche Tartaglia, richiamato all’ordine, a quanto pare, dopo aver apposto la sua firma in calce alla candidatura di Angelo Di Costanzo con la promessa di farlo diventare, manco si trattasse di un ministero, vicepresidente del consorzio di bonifica Sannio-Alifano.
Sempre da Alife è arrivato Delli Veneri a supporto. Alla cena ha partecipato anche il sindaco di Piedimonte Matese Vittorio Civitillo il quale, a dirla tutta, non si è fatto mancare nulla in questa campagna elettorale, avendo promesso il voto a tutti e tre i candidati: ad Antonio Mirra in quanto sostenuto da Gennaro Oliviero di cui, sulla carta, Civitillo è seguace; ad Angelo Di Costanzo, riferimento territoriale sempre a portata di mano in quanto sindaco di Alvignano; e, ovviamente, anche al fine dicitore Anacleto Colombiano. Civitillo era accompagnato da alcuni consiglieri comunali di Piedimonte, ma questo è avvenuto anche quando ha incontrato Mirra e Di Costanzo. Vabbè, Dio li fa e poi li accoppia, c’erano Armando Fusco, sindaco di Riardo, e quello di Baia e Latina Giuseppe Di Cerbo con qualche consigliere.
IL CASO PIANA DI MONTE VERNA E LE SOLITE COFECCHIE TRA ZANNINI E GRAZIANO – Un discorso a parte merita Stefano Lombardi, sindaco di Piana di Monte Verna. Questi ha aderito ufficialmente e con larga profusione di pubblicità sulla scelta assunta, al Pd.
Al momento il Pd di Caserta, avendo fatto fuori per motivi che francamente non sono stati mai spiegati fino in fondo Gennaro Oliviero, fa perno su Stefano Graziano il quale, partito tanti anni fa da un’area democristiana neppure collocata tra i cattolici-democratici, ossia nella sinistra del partito, ma dal forlaniano ipercentrista Casini, e per attrazione magnetica da Marco Forlini, che a differenza di Graziano ha avuto la dignità di lasciare la politica attiva, va in giro in questi giorni addirittura con Sandro Ruotolo e Arturo Scotto, comunisti, i quali hanno deciso però di non militare nel partito più a sinistra del parlamento italiano, ossia nell’Alleanza Verdi e Sinistra di Fratoianni e Bonelli, ma nel Pd, che garantisce loro seggi sicuri, facendosi (Graziano) immortalare in una foto molto buffa in cui, rinverdendo i fasti del grande presenzialista della tv Paolini (quello preso a calci dal giornalista Paolo Fraiese, per ricordare un episodio che lo riguarda), ha messo la sua mano sinistra su uno striscione rosso-verde, legato a quei diritti esplicitati in maniera radicale dalla guida totalmente orientata a sinistra del Pd attuale, sorretto da Elly Schlein e Giuseppe Conte, trasformatosi addirittura, per intercettare voti a sinistra, in una sorta di mix tra un figlio dei fiori iperpacifista e un min-cul-pop, agitatori di piazze.
Questa fotografia la mostreremo a breve, visto che ci ha fatto letteralmente sbellicare dalle risate.
Quindi il sindaco di Piana di Monte Verna, appartenendo ufficialmente al Pd, dovrebbe votare per Antonio Mirra. Però, se è amico di Stefano Graziano, è assolutamente normale che stesse, ieri sera, alla cena di Zannini, perché noi siamo convinti che Graziano continuerà a fare quello che ha fatto sempre negli ultimi anni: cioè votare per Zannini, così come fece alle provinciali del 2021, quando comunicò ai suoi più stretti consiglieri comunali di orientare il consenso su Olga Diana, al tempo zanniniana DOC.
Casertace non si limitò a dichiararlo, come non si limita a ribadirlo oggi. Esiste infatti una prova inconfutabile nell’indicazione di voto che Graziano e un suo strettissimo collaboratore danno, nel senso di orientarlo a favore di Olga Diana candidata nella lista di Zannini. Conseguentemente, quello che al tempo era da poco uscito dalla delusione della mancata rielezione al consiglio regionale, ma che aveva ricevuto da De Luca una nomina in un ente regionale, che gli permetteva di guadagnare 2-3 mila euro al mese, votò per Zannini ma soprattutto contro il Pd, schierato al tempo, come del resto oggi, a sostegno della candidatura di Antonio Mirra.
Il sindaco Stefano Lombardi ha portato con sé ieri sera anche la consigliera Carlo Massaro. A garanzia della promessa fatta a Tartaglia per la vicepresidenza del consorzio di bonifica Sannio-Alifano, Zannini ha preteso anche la presenza del presidente Franco Della Rocca.
Segnalata anche la presenza del sindaco di Castello del Matese Salvatore Montone.
Non poteva mancare Castello, il comune della porcheria per cui Zannini è indagato, che questi selezionò perché la commissione VAS tirasse fuori il parere, assolutamente illegale come hanno dimostrato i magistrati della Procura della Repubblica di S. Maria C.V., che avrebbe dovuto consentire agli imprenditori Griffo padre e figlio di incassare una vagonata di milioni da Invitalia, ossia dal Ministero dell’Economia, allo scopo di finanziare i lavori, illegalmente realizzati, di allargamento del megacaseificio “Spinosa” di Cancello e Arnone.
Della serie, senza vergogna.
Oltre al tendone, le auto sono state parcheggiate in un’area privata con un custode che non ha permesso l’ingresso ad alcun estraneo. Ma siccome gli occhi di Casertace stanno dappertutto…