ESCLUSIVA CASERTA. La prima prova: ecco come un contribuente casertano è stato imbrogliato sulla cartella Tasi. Publiservizi scrive una data diversa da quella reale

7 Aprile 2021 - 20:30

In calce all’articolo, il dettaglio dell’avviso in questione in cui la concessionaria “autocertifica” la data del 26 marzo. Nelle altre due immagini, un quadro d’insieme e il dettaglio specifico della distinta di Poste Italiane. Speriamo che si tratti di un singolo errore, altrimenti stavolta si sono superati tutti i limiti

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Calmi, tranquilli, perché è inutile dare vantaggi a chi noi riteniamo titolare e portatore di una cultura, di una mentalità, grazie alla quale ha costruito successi imprenditoriali, guadagni vertiginosi, ad un livello molto superiore rispetto a quello espresso in termini di efficienza operativa e consistenza qualitativa.
Diciamo che la Publiservizi ha compiuto un errore, ma alla stessa Publiservizi va domandato immediatamente se ha sbagliato solo nel caso che ora illustreremo o se ha sbagliato anche per altri avvisi di pagamento relativi alla Tasi 2015.

Perché se dovesse ricorrere la seconda delle due evenienze, ci troveremmo di fronte a una cosa molto grave, in grado di condizionare già in partenza i ricorsi che tanti casertani presenteranno sicuramente per le cartelle ricevute dopo il 26 marzo, cioè dopo la scadenza degli 85 giorni supplementari agganciati, a causa del Covid, al termine quinquennale di prescrizione della pretesa fissato al 31 dicembre 2020.

Il signor Tizio, persona in carne ed ossa, e, purtroppo per lui contribuente del Comune di Caserta, si è visto recapitare, in maniera a dir poco acrobatica, approssimativa e avventurosa con il messo notificatore del Comune, mestiere spesso svolto da congiunti di dipendenti che hanno costruito un saldissimo rapporto con la concessionaria Publiservizi.

Avventurosa perché in molte case non sono stati trovati i destinatari di questo atto amministrativo. O, se sono stati trovati, hanno formalmente rifiutato di riceverlo.
Insomma, un gran casotto, che niente però è rispetto a ciò che in quella busta era contenuto. L’altro giorno, precisamente la sera di Pasqua, ci siamo limitati ad affermare che la Publiservizi ha notificato tantissimi atti relativi al pagamento della Tasi 2015 dopo la fatidica data del 27 marzo scorso.

Tutto sommato, abbiamo etichettato la Publiservizi come incapace, inefficiente. Non abbiamo, invece, esposto altri possibili scenari più inquietanti.

Beh, abbiamo pensato scrivendo quell’articolo domenica sera, per una volta ci fermeremo nel registrare un comportamento non doloso.

Pia illusione: d’altronde la storia è storia e le persone non cambiano, soprattutto quando fanno milioni con la pala grazie ad un 100% del fatturato frutto dei rapporti economici attivati da gare d’appalto vinte in splendida solitudine, con un solo partecipante, come è accaduto  alla Publiservizi qualche settimana fa.
Le immagini che pubblichiamo in calce sono strettamente connesse tra di loro perché raccontano la storia dello stesso avviso. Noi non sapevamo, la sera di Pasqua, che un Regolamento costruito ad hoc dal Comune di Caserta permetteva alla Publiservizi di modificare quello che è un principio generale di garanzia del cittadino, che si applica in tutti i tipi di procedura, che sia penale, civile o amministrativa.

Ad esempio, se tu vai davanti a un giudice penale come imputato o parte offesa, oppure davanti a un giudice civile come attore o come convenuto, potrai trovarti di fronte alla decisione di fermare e rinviare l’udienza per un classico difetto di notifica.

In pratica, se l’avviso per quella udienza, che può essere già dibattimentale o solo preliminare, eccetera, non è stato notificato a ognuna delle parti, compresi gli avvocati, o non è stata notificata nei termini previsti dalla legge, quel processo, almeno per quel giorno, dovrà essere interrotto e potrà ripartire da quella udienza nel momento in cui le notifiche saranno state correttamente recapitate alle varie parti processuali.

Tutto ciò per far capire quanto conti la conoscenza piena e maturata in tempi congrui rispetto a quelli fissati per l’udienza, nella determinazione di un procedimento giudiziario. Si chiamano garanzie per il cittadino.

Non si chiamano così, evidentemente, per la  Publiservizi e per il Comune di Caserta. La volontà di “mungere” i cittadini è, infatti, così forte da aver inserito, nel regolamento, una condizione diversa rispetto alla notifica: non conta la consegna più o meno perfezionata, più o meno effettuata nelle mani del diretto interessato, per fissare il termine di definizione degli effetti della procedura, ma conta il momento in cui l’ufficio postale ha registrato la missiva.
Il che sembra una cosa assurda, in quanto la conoscenza e conseguentemente la presa d’atto della propria obbligazione costituisce parte fondamentale di un negozio come quello rappresentato da un’esecuzione in mora di un titolo fiscale.

E già qui il nostro l’articolo di stasera potrebbe terminare, limitandoci solo a registrare senza ulteriori considerazioni e note di commento  il fatto che nella busta recapitata ai casertani c’è anche una sorta di integrazione, che potremmo definire un’aberrazione di una relata di notifica, nella quale la Publiservizi autocertifica, avete letto bene, la data in cui, a suo dire, Poste Italiane ha registrato, acquisendola, la “bolletta” Tasi da pagare.
Ribadito che si tratta, a nostro avviso, di una porcata, perché tale è cancellare il concetto di notifica al diretto interessato quale elemento costitutivo di un negozio giuridico, di un eventuale contenzioso, non può essere non rimarcato che un’azienda appena seria avrebbe inserito un altro foglio nella busta recapitata ai casertani: quello contenente la certificazione, da parte di Poste Italiane, relativamente alla data di registrazione.

Per cui, i casertani dovrebbero accettare sulla fiducia questa folle indicazione temporale sul perfezionamento della procedura postale comunicata da Publiservizi, azienda che vanta una grande reputazione.
Ma siccome c’è ancora, in questa città, qualcuno che si indigna dopo aver fiutato una iniquità, l’autocertificazione Publiservizi con la data del 26 marzo, cioè 24 ore prima dell’ultimo termine di prescrizione, è diventata spunto per un accesso agli atti veloce, che Poste Italiane non ha avuto alcuna difficoltà a garantire al cittadino. Leggete bene cosa è scritto nell’altra immagine da noi pubblicata, sottolineiamo il passaggio perché è veramente incredibile:

La missiva è stata registrata dal centro postale Napoli CMP in data 30/03/2021. Se tale registrazione coincide con il primo evento cronologico tracciato, corrisponde all’ACCETTAZIONE della missiva”.

Non si discute, dunque, sul fatto che quella notifica o presunta tale, arrivata nella casa di un contribuente casertano nei primissimi giorni di aprile, sia stata registrata il 30 marzo e non il 26, come autocertifica erroneamente o falsamente (la terza ipotesi non esiste) Publiservizi.

E siccome si dà il caso che il 27 marzo è scaduto l’ultimo limite per la prescrizione, questo contribuente non deve pagare altrimenti diventerà un contribuente truffato. Nel momento in cui andrà a proporre ricorso al giudice di pace, produrrà il documento ufficiale di Poste Italiane che proponiamo ai nostri lettori. Di fronte a ciò la Publiservizi sicuramente farà marcia indietro. Ma quanti casertani hanno ricevuto la stessa comunicazione con data autocertificata del 24, 25 e 26 marzo?

E quante di queste autocertificazioni troverebbero riscontro con data sovrapponibile nel centro di smistamento napoletano di Poste Italiane? Ecco perché all’inizio abbiamo scritto che se si tratta di un errore. Se è veramente come noi pensiamo, Publiservizi chieda scusa a questo casertano e andiamo avanti.

Ma se questo fatto si è ripetuto anche con altri avvisi, esistono o no le condizioni affinché l’autorità giudiziaria dia un’occhiata, articolando un confronto tra gli atti notificati ai cittadini in cui è allegata la data inserita da Publiservizi e le distinte ufficiali di Poste Italiane che, ricordiamo, è un’azienda di Stato e dunque con una credibilità intrinseca?