False fatture e l’Agenzia delle Entrate gli chiede un milione e mezzo di euro. La decisione del giudice per il noto imprenditore

3 Marzo 2024 - 16:03

Accusato di utilizzare fatture per prestazioni inesistenti

CASERTA Il giudice ha accolto le tesi della difesa e assolto I.G., noto imprenditore originario del basso Lazio, ma con attività imprenditoriale nel campo dell’ingegneristica di notevoli dimensioni localizzata nell’alto casertano. Le indagini presero le mosse nell’anno 2020, relativamente all’anno di imposta 2017, da un accertamento effettuato dall’Agenzia delle Entrate di Padova, divisione contribuenti, settore contrasto illeciti, sezione territoriale del NORD EST, coadiuvata dalla Guardia di Finanza di quella città, per verificare se le attività di ricerca e sviluppo erano state effettivamente realizzate dall’imprenditore. Come noto, l’art. 3, D.L. 145/2013 consentiva a questi ultimi che se si fossero impegnati ad effettuare attività di ricerca e di sviluppo per incrementare le attività imprenditoriali, avrebbero potuto compensare il relativo debito fiscale.

L’Agenzia delle Entrate riteneva, invece, che tale attività, denunciata dall’imprenditore come effettuata, in realtà, non lo era stato e, quindi, aveva elevato verbale di contestazione per il recupero della somma di euro 1461290,00, ritenendo che erano state utilizzate fatture per prestazioni inesistenti, che consentivano all’imprenditore di illecitamente portare in detrazione crediti non spettanti.

Il relativo procedimento penale veniva aperto dinanzi al Tribunale di Napoli ed all’imprenditore veniva contestato il reato di cui all’art. 10-quater, L. 74/2000. Nel procedimento, il sig. IC,

difeso dall’avv. Mario Corsiero, ha potuto dimostrare non solo che l’attività di ricerca era stata effettuata, essendo stata certificata da altra società, avente sede in Padova, autorizzata alla certificazione con decreto del MISE, ma anche che i pagamenti delle somme indicate nelle diverse fatture erano stati regolarmente effettuati e che, quindi, non si trattava di operazioni inesistenti.

Il Giudice, preso atto di tale documentazione, oltre che delle dichiarazioni provenienti dai Funzionari dell’Agenzia delle Entrate esaminati nel corso del dibattimento, ha assolto l’imputato perché il fatto addebitatogli non sussiste, così ponendo fine ad una lunga ed impegnativa battaglia giudiziaria.