Falsi diplomi per scalare le graduatorie ATA, chiusa l’indagine per 28 persone

25 Luglio 2025 - 10:16

Secondo l’accusa, i diplomi venivano rilasciati senza che gli esami venissero realmente svolti, attraverso la falsificazione di atti pubblici

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MARCIANISE – Chiusura delle indagini preliminari per 28 delle 33 persone coinvolte nell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, incardinata presso la Procura della Repubblica di Benevento, sulla vendita di titoli scolastici e formativi falsi. Tra i coinvolti alcuni sono residenti a San Felice a Cancello, Marcianise, San Prisco, Vitulazio.

Secondo l’accusa, i diplomi venivano rilasciati senza che gli esami venissero realmente svolti, attraverso la falsificazione di atti pubblici. Su molti degli indagati, tra cui Giuseppe Sica di Marcianise, pende anche l’accusa di associazione a delinquere

Il sistema illecito sarebbe stato ideato da tre persone: Salvatore Ammaturo, Salvatore D’Avanzo e Francesco Visone, che si trovano attualmente agli arresti domiciliari a diversi mesi dall’esecuzione delle misure cautelari. Un’accusa, la loro, che ha superato anche il vaglio, solitamente rigoroso, del Tribunale del Riesame.

Tra gli indagati figura anche il direttore del Centro Studi, Renato Serpico.

Per quanto riguarda il ruolo di Giuseppe Sica, egli sarebbe stato incaricato di reclutare persone interessate a ottenere il falso titolo, necessario per partecipare ai bandi di aggiornamento della Terza Fascia del personale ATA. Il “prezzo” per ciascun diploma era di 1.000 euro.

Le altre due persone casertane coinvolte nell’inchiesta sono Teresa Ianniello e Angela Tierno, che non risultano indagate per associazione a delinquere, ma devono rispondere di diversi reati legati alla falsificazione di atti: falso in atto pubblico in concorso (art. 476 c.p.), falso in certificati (art. 477 c.p.) e falsità materiale commessa dal privato (art. 482 c.p.).