FOTO E VIDEO. Quando l’alternanza scuola-lavoro non è timbrare un ticket. L’esperienza dell’istituto Giordani è finalizzata a raccogliere frutti concreti e visibili

5 Luglio 2019 - 21:09

CASERTA (g.g.) – Se in un istituto scolastico con la mission del Giordani, un nome ormai trasformatosi in un vero e proprio brand di avanguardia nella formazione scientifico-tecnologica, non occupi tempo e risorse nel costruire percorsi di interazione tra le competenze scolastiche e il mondo del lavoro, della produzione di beni e servizi, rischi di depauperare tutto il lavoro che si fa quotidianamente nelle classi e nei laboratori.

Scuole come il Giordani, non possono non considerare una priorità, una materia fondamentale del loro ciclo didattico, il confronto che punta a mettere insieme il bagaglio delle cognizioni al portato delle esperienze. Da questo incontro può nascere una dimensione nuova, che dal lato dello studente valorizza il sapere in modo da renderlo già uno strumento per una potenziale affermazione professionale, dall’altro lato arricchisce anche l’azienda che magari che per la particolare tipologia delle sue produzioni, interseca con una dialettica lenta, insufficiente con i saperi dell’innovazione che uno studente del Giordani, il quale va scuola per assecondare i propri obiettivi, possiede nel marsupio di tutto ciò che ogni giorno porta via con se da ogni lezione e da ogni applicazione pratica, più o meno laboratoriale.

La strada tracciata dalla preside del Giordani Antonella Serpico, sembra essere validamente collocata in questo disegno. Non puoi rubricare, catalogare l’evento, come la solita cerimonia sterile e rituale se mobiliti tutti per il giorno 4 luglio, a 40° all’ombra. Quella diffidenza che accompagna progetti come questi, belli in apparenza ma che troppo spesso non lasciano alcun segno, non può condizionare il giudizio con una rappresentazione convincente sul terreno dell’operatività, durante la quale studenti e imprenditori, tirano una linea formulando un bilancio delle reciproche esperienze combinate nel progetto scuola-lavoro, attuato quest’anno, sotto il coordinamento del comitato tecnico scientifico, istituzione prevista dal regolamento dell’istituto Giordani, formato da docenti e da esperti del mondo del lavoro e della ricerca scientifica.

Numerose le imprese che hanno lavorato a stretto contatto di gomito con i ragazzi e le ragazze del Giordani quali Micron Semiconductor Italia, 3I Retail Solution, Semitech, Elis-Terna, Elga conceria fratelli Campochiaro, Commissione Innovazione e Industria 4.0, PowerFlex, Anpal Servizi, Bieffe Italia-Weiko e il Centro per l’impiego di Caserta.

Interessanti gli interventi di uno di questi imprenditori e di uno studente che ha riassunto senso e contenuto della propria esperienza. Uno stralcio di entrambi lo potrete guardare nei video che pubblichiamo in calce a questo articolo.

Le parole più utilizzate, “flessibilità e versatilità”. Stare in un’impresa in questo tempo è diverso da come ci sono stati in passato i padri e i nonni di questi ragazzi.
Il tramonto della rigidità non è più la riproposizione vintage della rappresentazione sindacal-contrattuale, densa spesso di tensioni e di conflitti, ma è una roba profondamente diversa. Non c’azzecca un tubo più il conflitto sociale. Se si è rigidi, se si è capaci di fare una sola cosa all’interno di un meccanismo produttivo che le nuove tecnologie e la nuova economia, hanno allargato a dismisura nelle loro linee perimetrali, è molto probabile che il pericolo della precarietà, già latente per ragioni strutturali del mercato del lavoro, diventerà una sentenza, dal momento che l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro farà fatica a costellare gli scenari dell’economia produttiva di efficaci punti di intersezione.

Ecco perché le iniziative del 4 luglio, e cioè di un giorno in cui stare dentro una scuola a discutere di queste cose rappresenta un segno d’amore, di passione, prima ancora che di dovere, vanno doverosamente sottolineate insieme alla dedizione e alla determinazione di una preside, come la Serpico ieri era in prima fila in mezzo ai suoi ragazzi.