Capriglione e Nestore con interdittiva antimafia? No problem. La super gestione della RSA di CASERTA affidata al suo “amico” Gennaro Bortone

17 Settembre 2022 - 15:38

In due articoli nelle scorse settimane, abbiamo raccontato di come Capriglione, in una frase intercettata dagli inquirenti durante una conversazione telefonica, rimase sorpreso della vittoria in questa gara d’appalto. Infatti, l’appalto sarebbe dovuto finire nelle mani di Gennaro Bortone e della sua Filipendo. Ma Capriglione, trovatosi titolare del centro di via De Falco, aveva voluto tranquillizzare il suo socio in affari sull’operazione

CASERTA (luigi v. repola) – Arrivano le prime conseguenze dell’interdittiva antimafia che la prefettura di Caserta ha inviato nei confronti del consorzio Nestore di Pasquale Capriglione, ritenuto centrale nella gestione delle attività dei servizi sociali e nel controllo che su questo business aveva il clan dei Casalesi attraverso Nicola Schiavone, secondo l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

Breve resoconto delle puntate precedenti. Il 27 maggio la Prefettura poggia sul capo di Nestore l’interdittiva antimafia. Una condizione che provoca l’immediata risoluzione del contratto tra l’ASL di Caserta e la società di Capriglione. Ma Nestore continua a lavorare in proroga, nell’attesa di un sostituto del consorzio. Nel frattempo Capriglione, però, si rivolge al TAR, ovvero la corte che si occupa delle controversie legate agli atti amministrativi, quello che è, infatti, un’interdittiva antimafia.

Il TAR della Campania rigetta il ricorso di Nestore che, consequenzialmente, porta le sue doglianze al consiglio

di Stato. Qui i giudici decidono sospendere il giudizio e attendere quello del tribunale Misure di Prevenzione di Santa Maria Capua Vetere, che doveva rispondere sulla richiesta di controllo giudiziario presentato dall’imprenditore di Carinola.

Con il controllo giudiziario, i contratti stipulati con le pubbliche amministrazioni non sarebbero spirati, ma Nestore avrebbe dovuto vivere sotto un regime di controllo da parte del tribunale. Ma la corte sammaritana ha ritenuto le infiltrazioni della criminalità all’interno del consorzio Nestore troppo chiare, troppo influenti nella gestione. E vista questa decisione, il Consiglio di Stato ha dato torto al consorzio di Capriglione.

Ora passiamo alle cose di queste ore. In considerazione della tombale interdittiva antimafia nei confronti di Nestore, l’ASL di Caserta deve trovare nuove società che si possano occupare dei servizi gestiti da Capriglione, che aveva vinto le gare milionarie per i servizi socio-sanitari nelle strutture dell’azienda sanitaria locale di Caserta e la gestione della RSA di Caserta.

Pochi giorni fa l’ASL di Caserta ha quindi affidato ad un nuovo operatore la gestione dei servizi socio sanitari della residenza sanitaria assistita al centro diurno per disabili di Caserta di via De Falco.

Dopo l’esclusione definitiva di Capriglione e della sua Nestore, l’azienda sanitaria locale guidata da Amedeo Blasotti avrebbe dovuto contattare la seconda in graduatoria di quella gara, ovvero la società EmmeDue di Michele Schiavone.

Se non fosse che la società dell’imprenditore di Sessa Aurunca risulta anche lei invischiata in un’altra inchiesta su appalti e presunte tangenti proprio all’ASL di Caserta ed è stata già esclusa da altre gare. Quindi, potremmo dire inevitabilmente, si è contattata la terza società classificata nella gara.

E a risultare vincitrice da questo tourbillon di carte, sentenze e inchieste è la società Filipendo.

Ma se Filipendo e Nestore non sono la stessa cosa, poco ci manca.

La cooperativa, infatti, e nelle mani di Gennaro Bortone, originario di San Cipriano D’Aversa ma oggi residente a Lusciano, connesso strettamente in affari con Capriglione e indagato nell’inchiesta dell’Antimafia.

Anzi, secondo le intercettazioni della squadra mobile, Filipendo si sarebbe dovuta aggiudicare la gara per la RSA di Caserta e solo un errore nella compilazione delle buste avrebbe favorito Capriglione in questo appalto da oltre 3 milioni di euro (LEGGI QUI)

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Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile, Rino Bortone ha un ruolo centrale nel cartello criminale che gestiva il settore dei servizi sociali tra Caserta e Napoli. Per gli inquirenti, infatti, esistono stretti rapporti professionali tra Bortone e Luigi Lagravanese, Pasquale Capriglione, Orlando Diana e Maurizio Zippo.

In pratica, per sostituire un’azienda colpita da interdittiva antimafia, causata da un’inchiesta della Squadra Mobile di Caserta e della Dda di Napoli, verrà scelta una società che è fortemente coinvolta nella stessa inchiesta.

Dire che si passa dalla padella alla brace sarà banale, ma pare proprio quello che è avvenuto all’ASL di Caserta.

E allora appare evidente che se le prime tre società in graduatoria per una gara importante come quella relativa alla gestione del centro disabili e RSA di Caserta hanno quantomeno un passato oscuro, sono tutte e tre interessate da procedimenti relativi a gravi reati compiuti dai loro gestori, non è folle scrivere che l’ASL Caserta, almeno una parte di questa, era (e forse è ancora?) in mano alla criminalità, a personaggi dai comportamenti criminali.

L’interdittiva antimafia al consorzio Nestore di Pasquale Capriglione è soltanto una goccia nel mare di illeciti che si nascondono nella storia recente della nostra azienda sanitaria locale.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL DOCUMENTO DELL’ASL