GIOVANNI ZANNINI. In caso di problemi giudiziari gravi, candiderebbe il padre. Il gioco dei buoi e delle vacche che scappano dal recinto
31 Gennaio 2025 - 10:55
E’ molto probabile che lo abbia fatto come monito alla sua potentissima squadra di ,mercenari e di mercenarie che, soprattutto, ad Aversa, comincia a dare segni di cedimento. Un fatto tattico perchè se fosse strategico allora finanche a noi mancherebbero le parole per un ordinario e banale commento
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MONDRAGONE – (g.g.) Giovanni Zannini ha il piano B. Qualora le vicende giudiziarie che lo coinvolgono dovessero impedirgli di candidarsi alle prossime elezioni regionali, lui ha già parlato chiaro ai suoi: scenderebbe in campo suo padre Michele, il quale tornerebbe, così dopo molti anni, alla politica attiva, che ha fatto nella Dc, nei Popolari e poi nella Margherita, anche da sindaco di Mondragone. Una soluzione prospettata di tipo endofamiliare, dunque, finalizzata a proteggere l’enorme bottino di voti che, numeri dei sindaci e dei consiglieri comunali alla mano, CasertaCe, prima dell’esplosione del caso giudiziario, ha stimato intorno ai 60mila voti di preferenza solo in provincia di Caserta, insomma una roba laurina anni 50.
La notizia circolava ieri in molti dei piani del grattacielo del Consiglio regionale. E non è improbabile che sia stato lo stesso Zannini a farla girare. Va stabilito se per un intento tattico o strategico. Zannini sa, infatti, di che pasta sono fatti i suoi seguaci. Una pasta che gli ha consentito di fagocitarne a migliaia arruolandoli alla maniera mercenaria. Una pasta costituita da un gradiente non messo insieme dagli atomi della stima personale, di un vero progetto politico da costruire e perseguire insieme, ma da un defatigante e serratissimo do
Un terreno sul quale Zannini si è spinto toccando punti estremi che mai nessuno, nella storia, anche quella remota, – questo glielo potrebbe spiegare meglio di tutti proprio suo padre Michele – della politica di Caserta, aveva mai osato neanche guardare da lontano. Lo sa bene Zannini, possente interprete di un degrado socio morale di questa terra, di cui ha approfittato fino al midollo diventandone autentico condottiero, che i mercenari si chiamano così proprio perché si vendono al miglior offerente e cercano il miglior offerente. Quella pasta, dunque, può armare un boomerang che può trasformare presto in cenere i suoi trionfi. Se la voce di una possibile candidatura di suo padre alle elezioni regionali è frutto di un intento tattico, allora diventa un modo per cercare di chiudere le prime crepe apertesi ultimamente a partire, giusto per citare, a ,mo’ di esempio, quella più evidente, ad Aversa protagonisti FrancescoSaglioccofedericaTurco, anzi FedericaTurcofrancescoScagliocco, non a caso ed emblematicamente, gente a cui Zannini, a partire dalla visita fatta con Piero De Luca in stampelle nella casa di via Fermi, durante l’estate del 2020, che sancì la candidatura gregaria, alle elezioni regionali del 20 settembre successivo, della Turco nella lista De Luca-Zannini, ha dato di tutto e di più: posti di lavoro, doppi posti di lavoro. E ancora posti diretti, con supplementi di gratificazione a parenti e ad affini.
Dire oggi, “se non potrò candidarmi io, candiderò mio padre” è un segnale lanciato ai tanti buoi e alle non meno numerose vacche che affollano l’enorme recinto del cowboy mondragonese: non pensate di tradirmi, perché, se non potrò candidarmi direttamente, sarò comunque in prima linea nella prossima campagna elettorale con De Luca, con Martusciello o col centrosinistra ufficiale che non avrebbe il problema di digerire, evitando polemiche nei mesi antecedenti a quelli delle elezioni, il mio nome, dato che quello di mio padre si associa ad una lunga militanza di democristiano che ha sempre guardato a sinistra, come dimostra il lungo periodo trascorso da presidente delle Acli regionale e provinciale.
Se poi il motivo non è tattico, ma strategico e dunque Giovanni Zannini ha deciso veramente di candidare suo padre, allora alziamo le mani. Entreremmo, infatti, nella dimensione di una metafisica relativa finanche alla pseudo politica casertana e, di conseguenza, ci esprimeremmo con inevitabile alzata di spalle.