“Gli hanno infilato un manganello nel sedere”. Il racconto del testimone al processo sulle TORTURE IN CARCERE

2 Marzo 2024 - 10:37

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Una testimonianza inquietante emerge nel processo relativo ai maltrattamenti e alle violenze all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

A parlare è Massimo Flosco, attualmente recluso ai domiciliari, ma che il 6 aprile 2020 si trovava nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, così come affitto da alcuni problemi di carattere psichiatrico.

Parlando proprio del suo congiunto e rispondendo alle domande della pubblico ministero Pannone, il testimone ha poi specificato: “gli hanno messo il manganello nel sedere, mi vergogno a dirlo, ma ho anche molta rabbia per quello che è successo“.

Flosco ha anche aggiunto esisterebbero referti, quindi prove relativi agli abusi sessuali subiti dal fratello.

Il processo per le torture compiute da agenti della polizia penitenziaria all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere vede imputate 105 persone tra secondini, funzionari del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, oltre che alcuni medici.

Diversi gli avvocati che stanno rappresentando le citate parti civili, come, ad esempio, il legale napoletano Gennaro Caracciolo, che rappresenta quattro persone, e le due avvocate originarie della nostra provincia, Mirella Baldascino e Alessandra Carofano.

Folta anche lista dei difensori degli imputati. Molti i legali casertani impegnati nel collegio difensivo: gli avvocati Mariano Omarto, Dezio Ferraro e molti altri.