I CLAN NEL CASERTANO. La nuova mappa di chi comanda sul territorio
13 Febbraio 2019 - 19:56
CASERTA – E’ il clan dei casalesi a comandare su gran parte della provincia di Caserta. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia, relativamente ai primi 180 giorni del 2018.
L’attuale panorama criminale casertano è tuttora contraddistinto dalla forte presenza sul territorio del cartello dei CASALESI e dei sodalizi dell’area marcianisana che, nonostante i costanti ed incisivi colpi subiti dall’azione di contrasto delle Forze dell’ordine e dell’Autorità giudiziaria, mantengono il controllo del territorio attraverso una coesione interna fondata su solidi vincoli familiari e consenso nel tessuto sociale che permette di cooptare nuovi arruolamenti.
Il cartello, composto dalle famiglie SCHIAVONE, BIDOGNETTI e ZAGARIA, nonché dal gruppo IOVINE (il cui fondatore è collaboratore di giustizia da diversi anni), permane fortemente radicato sul territorio, grazie ad una intrinseca capacità di rigenerarsi e di riorganizzarsi a seguito di una forte coesione interna fondata su solidi vincoli familiari. L’assenza di episodi omicidiari è ormai un elemento distintivo che perdura trattandosi di una precisa scelta strategica di mimetizzazione. Sul territorio, il clan dei CASALESI, oltre ad una capillare e proficua attività estorsiva, esercitata in maniera egemonica sulla quasi totalità della provincia di Caserta, ha esteso i suoi interessi nel settore delle forniture di servizi per enti e strutture pubbliche, mutuando il collaudato sistema intimidatorio del vincolo associativo e dell’appartenenza al clan per assicurarsi il totale controllo delle prestazioni. Una conferma in tal senso è quanto emerso dall’indagine “Croce Nera” della Polizia di Stato che, nel mese di maggio, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due soggetti per estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso.
Sul territorio della provincia risultano operativi diversi sodalizi locali che, direttamente o semplicemente condividendone gli obiettivi, fanno riferimento ai CASALESI. In particolare, nei Comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Carinola, Falciano del Massico e Roccamonfina è attivo il clan ESPOSITO, detto dei ‘Muzzoni’. Sul litorale domitio, con epicentro Mondragone, è egemone il clan FRAGNOLI-GAGLIARDI-PAGLIUCA, ma si è rilevata anche la riorganizzazione dei La Torre.
Sul territorio di Santa Maria Capua Vetere sono attivi due gruppi criminali, la famiglia DEL GAUDIO-Bellagiò e l’antagonista famiglia FAVA, che si contendono la gestione delle attività illecite sul territorio, permanendo entrambi nell’orbita del cartello dei CASALESI. Nell’area capuana, che comprende i comuni di S. Maria La Fossa, Capua, Vitulazio, Bellona, Triflisco, Grazzanise, Sparanise e Pignataro Maggiore, permane l’influenza della famiglia SCHIAVONE tramite propri fidati referenti, come i gruppi MEZZERO, PAPA, LIGATO ed altri, che conservano una relativa autonomia criminale. Ne è conferma l’operazione conclusa nel mese di maggio, a Pignataro Maggiore, dai Carabinieri di Caserta e di Capua, che hanno eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di esponenti del clan LIGATO che, con minacce e atti intimidatori, imponevano gadget natalizi, materiale di cancelleria e slot machine ad imprenditori ed esercenti commerciali della zona, estorcendo anche periodiche dazioni di denaro.
Nell’area marcianisana, storicamente al di fuori del cartello casalese, permane l’egemonia del clan BELFORTE, che rappresenta una delle “realtà criminali” più potenti e strutturate, non solo nel contesto casertano, ma anche in ambito regionale. Detto sodalizio riflette un modulo operativo simile a quello imposto negli anni dal clan dei CASALESI, in termini di struttura organizzativa, forza militare e predisposizione imprenditoriale ed estende la sua influenza, in maniera diretta o attraverso gruppi criminali satelliti, oltre che a Marcianise anche nella città di Caserta e nei Comuni confinanti di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Casagiove, Recale, Macerata Campania, San Prisco, Maddaloni, San Felice a Cancello e Santa Maria Capua Vetere. Nel contesto citato, il clan BELFORTE e i vari gruppi criminali presenti, ricercando nuove e diversificate fonti di guadagno, stanno mostrando un particolare interesse verso il traffico e la vendita di sostanze stupefacenti, rivelando in tal senso maggiori affinità con i clan napoletani rispetto alle linee strategiche proprie della criminalità casalese, che ha sempre evitato la gestione diretta del traffico di stupefacenti.
A tal fine, accordi specificamente intercorsi tra clan un tempo avversi hanno consentito il superamento di storiche,
sanguinose conflittualità. Una conferma dell’interesse dei sodalizi marcianisani verso il ricco settore della droga
si rinviene proprio negli esiti dell’operazione «Unrra Casas», eseguita nel mese di giugno dai Carabinieri di Caserta466. Le indagini hanno permesso di svelare, per la prima volta, l’esistenza di un accordo tra i due clan marcianisani da sempre antagonisti, i BELFORTE-Mazzacane e i PICCOLO-LETIZIA-Quaqquaroni, la cui feroce rivalità ha prodotto sin dagli anni ‘90 decine di omicidi. L’intesa, finalizzata alla gestione del traffico e dello spaccio di stupefacenti, è rimasta viva nonostante i diversi avvicendamenti al vertice del gruppo così costituito, superando, di fatto, anni di violenti scontri. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, oltre al reggente latitante del clan BELFORTE, altre 30 persone tra le quali anche l’autore materiale dell’omicidio, nel 2015 in Albania, di un trafficante di droga. Nel tempo, il carisma e lo spessore criminale dei BELFORTE ha favorito una fitta rete di accordi e di alleanze con piccoli gruppi aventi una struttura familiare e con una discreta autonomia sul territorio di origine nella gestione delle attività illecite. In tal senso, il gruppo MENDITTI è attivo a Recale ed a San Prisco, mentre la famiglia BIFONE opera nei centri di Macerata Campania, Portico di Caserta, Casapulla, Curti, Casagiove e San Prisco.
Nel comprensorio di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico ed Arienzo è riemersa l’operatività della famiglia MASSARO, come è stato evidenziato con l’operazione condotta, ad aprile, dai Carabinieri di Maddaloni e di Orvieto (PG), collaborati dalla Guardia di Finanza di Benevento. Le indagini hanno svelato le attività illecite di un nuovo gruppo criminale che, in contiguità con il clan MASSARO, temporaneamente indebolito, estorceva denaro a imprenditori e commercianti sul territorio casertano tra San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico, mantenendo legami criminali con il clan beneventano PAGNOZZI.
Nel Comune di Maddaloni lo scenario delinquenziale risulta in continua evoluzione ed in tale contesto è riemersa
anche l’operatività della famiglia MARCIANO, storicamente vicina al clan BELFORTE, che sul territorio ha realizzato – come evidenziato nell’ambito dell’operazione “Golden Game”della Guardia di Finanza di Marcianise
– un’ingegnosa e fruttuosa attività estorsiva, imponendo le slot machine ad oltre un terzo dei bar e locali commerciali del territorio comunale. Dalle indagini è emerso, peraltro, il reinvestimento dei proventi derivanti dai
traffici di droga e dall’usura proprio nel fruttuoso mercato delle new slot, nel tentativo di monopolizzare in tal
modo il settore del gioco sul territorio.