Il CLAN DEI CASALESI investe nei bar. Indovinate dove vendettero i mobili del loro locale Mario Iavarazzo e Lello Letizia? Al mobilificio di nome Lupin

9 Ottobre 2019 - 14:53

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Nell’ordinanza che ha messo a nudo la connection tra clan dei casalesi e offerta pubblicitaria tramite mega affissioni, c’è anche una parte riguardante gli investimenti che Mario Iavarazzo, autista di Nicola Schiavone, aveva effettuato con la sua famiglia nel litorale laziale. Nel bar ad Anzio, città ricca anche per la presenza, nella vicinissima Nettuno, di un fondamentale insediamento Nato, Iavarazzo aveva le redini di un bar, aperto nella centralissima via Roma, grazie a due prestanome: Quieta D’Angelo di Aversa e suo marito, Angelo Pellecchia. Ma il factotum di Iavarazzo in questo business non era un personaggio qualsiasi, ma Raffaele Letizia, detto Lello, uno degli uomini più fidati del gruppo facente capo ai fratelli di Peppe Russo, detto ‘o padrino, cioè Massimo detto Paperino e a Corrado Russo.

Letizia fu arrestato il 13 giugno 2017 nell’ambito di una delle ordinanze più importanti degli ultimi anni, quella cioè che ha permesso alla dda di collegare definitivamente le attività dell’ex sindaco di Orta di Atella, nonchè consigliere regionale Angelo Brancaccio, alle trame del clan dei casalesi e del gruppo Russo in particolare, egemone, da sempre, proprio nell’area atellana.

Quell’ordinanza finisce per collegarsi a questa di cui ci stiamo occupando. Ciò perchè, proprio in coincidenza dell’arresto di Lello Letizia, viene deciso, in fretta e furia, di procedere alla chiusura del bar di Anzio.

Un elemento di riscontro sulla totale presenza della coppia Iavarazzo-Letizia nella proprietà del locale, è offerto anche dalle fatture trovate presso un esercizio commerciale di Castel Volturno, dove erano stati effettuate le vendite degli arredi del locale laziale. Il nome dell’attività è Mobilificio Lupin. Il che, in considerazione della fauna che popola la vicenda, diventa una sorta di staffa, di quadratura del cerchio.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO INTEGRALE DELL’ORDINANZA

7§) Capo 6 della rubrica: il reato di intestazione fittizia contestato a Letizia Raffaele, Iavarazzo Michele e Pellecchia Michele

 

Le vicende riguardano l’investimento di Letizia Raffaele e Iavarazzo Pasquale, soci occulti,  del bar Roma di Anzio attività intestate fittizamente a Pellecchia Angleo  e D’Angelo Queta

In particolare all’’atto della carcerazione di Letizia Raffale per reati legati al clan dei casalesi, iavarazzo pasquale, fratello di mario, disponeva la cessazione delle attività deòl bar e si occupava della vendita dei beni strumentali attraverso il fratello Kichele,  si occupava personalmente di curare il trasporto presso l’incaricato alla vendita, ricevendo il compenso di euro tremila , incassata in contanti ed assegni, facendo poi pervenire il denaro a Iavarazzo Pasquale ed attribunedo fittiziamente a Pellecchia Angelo e D’Angelo Quieta  la titolarità dell’azienda e dei beni attribuibili a Iavarazzo pasquale e Letizia Raffaele

Gli esiti delle indagini sono descritti nel paragrafo n 16 della richiesta del PM  che di seguito si riportano:

 

Nel corso delle attività di intercettazione ambientale, svolta a carico di Iavarazzo  Mario con modalità “telematica attiva”,  in data 10.12.2015 l’attenzione degli investigatori della DIA veniva attirata da una conversazione tra presenti avvenuta presso il caseificio Reccia,in cui IAVARAZZO Mario , conversando con RECCIA Giovanni[1], parlava di un investimentoin un bar in Anzio(in provincia di Roma) fatto da parte di tale “Lello”, di tale “Pellicchiella”, nonché di tale “Pasquale”,che verrà poi identificato nell’indagato IAVARAZZO Pasquale, fratello di Mario.

 

Conversazione tra presenti – sessione 135  – progressivo 13 del 10.12.2015 delle ore 11.26 (decreto 2664/15 R.I.T.) intercorsa tra IAVARAZZO Mario e RECCIA Giovanni, nato ad Aversa il

[1]()Circa l’identificazione di RECCIA Giovanni si riferisce che nel corso della conversazione lo stesso viene chiamato Giovanni, dice di avere cognome RECCIA, di abitare a Casal di Principe e di essere fratello a soggetto (che tuttavia chiama Gigino e non Nunzio) che ha avuto problemi giudiziari per una truffa a Venezia ed è stato detenuto a Napoli Secondigliano; tale ultimo soggetto è stato identificato nel fratello RECCIA Nunzio, nato a Villaricca (NA) il 18.9.1983 che, da consultazione alla banca dati SIDET risulta essere stato detenuto dal 22.05.2012 fino al 3.4.2013 presso il carcere di Napoli Secondigliano per poi essere trasferito in altro istituto. RECCIA Nunzio è stato sottoposto ad ordinanza cautelare emessa dal GIP di Venezia emessa in data 8.5.2012 nell’ambito del p.p. 1481/11 R.g.n.r., per il reato di truffa ed altro. Non solo, nel corso della conversazione tra presenti Giovanni (RECCIA) affermava di risiedere in zona “Santa Maria Preziosa” ed infatti lo stesso risulta risiedere in Casal di Principe, via Monelli 2, traversa di Corso Dante. Dall’intercettazione telematica della messaggistisca whatsapp di IAVARAZZO Mario risulta infine l’utenza in uso a Giovanni (RECCIA): 389/1891674 intestata alla moglie, GALLO Ermelinda, nata a Villa di Briano il 9.2.1971, residente in Casal di Principe, via Monelli 2.

24.04.1971 e uomo n.m.i. (intercettazione attivata a seguito di intercettazione della messaggistica whatsapp di IAVARAZZO Mario – decreto 2664/15 R.I.T.  dai quali emergeva l’incontro presso il caseificio RECCIA[1] sito in Villa Literno via dei mille snc – progressivo 64 sessione 135 delle ore 11.47 del 10.12.2015 messaggi con ESPOSITO Gennaro):

Attivazione dispositivo. Iavarazzo Mario parla con delle persone all’interno di un locale all’interno del quale si sente della musica

Iavarazzo Mario fa riferimento ad un eventuale cambio di abitazione senza indicare il comune. Dice di avere in vendita una casa ed un’abitazione.

 

Testualmente riferisce:

 “……… là è bello, io veramente me ne dovrei andare di casa là. Io ciò la terra e la casa in vendita, dentro la stagione me la devono liberare e me ne voglio andare di qua e se me ne vado la sto in grazia di Dio…….”

Aggiunge che la moglie ed altra donna insegnano ma di rado vengono chiamate per le supplenze.

Da pos.02.06 a pos.02.17 la conversazione viene interrotta da altre persone

Da pos.02.17 un uomo riferisce che la zona è bella poiché non si trova a Roma centro ed è tranquilla. Iavarazzo Mario riferisce:

da pos.02.50

Iavarazzo Mario = allora qua purtroppo ormai diciamo è invivibile …. Io personalmente non ci posso stare più qua perché non mi fanno più stare bene…inc….Cominci sempre da capo non finisci mai …inc… allora per la legge non ….

 

Uomo = bravo

Iavarazzo Mario = perché per la legge devi tirare il sing ….

Uomo = bravo bravo bravo

Iavarazzo Mario = u sing u sing io l’ho tirato però purtroppo la legge

Uomo = no  bravo tieni sempre

Iavarazzo Mario = la legge sai com’è … tu pure se tiri il sing …. Vai dal giudice questo ha sbagliato … volete sapere questo ve lo dico … non è per noi lo sai perché … che la legge ….inc… ( si accavallano le voci ) …. Nonostante ti sei chiarito ….inc… stamattina no …inc… arrestato ….

Uomo = ehh ehh

Iavarazzo Mario = Pasqualino …inc…. nel 89 …inc…

Uomo = …inc… a mio fratello  …inc… non lo tengo più … vabbene

Iavarazzo Mario = chi è tuo fratello 

Uomo = mio fratello è ….

Iavarazzo Mario = Giovanni ?

Uomo = non lo sai …. Io sono Giovanni … mio fratello si chiama Giggino vabbene … non è stato mai in mezzo a niente … giusto …. Solo per una tentata truffa a Venezia solo perché faceva cognome RECCIA

Iavarazzo Mario = ehh mi pare che lo sentii il fatto di Venezia ….

Uomo = … è stato a secondigliano …inc… mesi in isolamento nella terza sezione

Si interrompe la comunicazione

 

Nel  corso della conversazione tra presenti emergevano i riferimenti ad un’attività economica (un bar) gestita in società da Pasquale,daLelloe talePellicchiellaunitamenteal coniuge di quest’ultimo.

Emergeva, altresì, la circostanza circa la messa in vendita delle attrezzature del bar da parte di Pasquale presso un esercente “sulla Domitiana”, che, dalle intercettazioni telefoniche e telematiche effettuate (di seguito riportate), nonché dalle acquisizioni documentali effettuate, in data 19.7.2016, veniva identificato  nel  mobilificio“Lupin” di Castelvolturno ( cfr  con nn 3966,3980 del 12/10/2015).

[1]()Caseificio RecciaS.r.l., CF 03177970617, con sede in Villa Literno, via dei Mille snc rappresentata da RECCIA Raffaele, nato a Napoli il 26.8.1964.

Dalle conversazioni tra presenti e telefoniche intercettate, inoltre, si evinceva che i proventi derivanti dalla vendita delle attrezzature del bar erano stati utilizzati da Iavarazzo Pasquale per pagare alcuni debiti verso fornitori della citata azienda[1]:

 

Si riportano, quindi, le seguenti conversazioni tra presenti di interesse:

 

Conversazione tra presenti – sessione 135  – progressivo 60 del 10.12.2015 delle ore 11.41 (decreto 2664/15 R.I.T. ) intercorsa tra IAVARAZZO Mario e RECCIA Giovanni, nato ad Aversa il 24.4.1971 e uomo n.m.i. (intercettazione attivata a seguito di intercettazione della messaggistica whatsapp di IAVARAZZO Mario  progressivi – decreto 2664/15 R.I.T.  dai quali emergeva l’incontro presso il caseificio RECCIA sito in Villa Literno via dei mille snc- progressivo 64 sessione 135 delle ore 11.47 del 10.12.2015 messaggi con ESPOSITO Gennaro):

 

Reccia Giovanni = …. arrestano a Lello …. Arrestano a Lello e rimane solo Pellichiella ….

Uomo = ahh

Reccia Giovanni = si vende la quota Pasquale e se la compra solo Pellichiella uno ….inc…

Uomo =ehh

Reccia Giovanni =….inc…. comunque ( si accavallano le voci ) …. Si mettono tutti .. si mettono tutti e due dentro questo bar e dopo cinque sei mesi non vanno più d’accordo …. Arrestano a Lello che si doveva scontare ….

Uomo = il definitivo

Reccia Giovanni = rimane solo Pellichiella … rimane solo Pellichiella …inc…. di corrente, le macchinette le …inc… comunque la moglie ‘e Pell diceva giustamente Lellu’… inc…. noi abbiamo guadagnato come …. Zero porta zero …. Altre tarantelle …. Dissi io dissi vicino a Pellicchiella  …. Dissi fai una cosa tu se non ce la fai più apparaci ….inc… onesto perché sei sempre una persona onesta e corretta ….inc…  Cala la serranda  …. Inc… senti non ci esco

Uomo = ehh quello può pensare che tu …inc…

Reccia Giovanni = quello può pensare che tu ….inc…. cala la serranda chiudi e dici vendiamolo mettiamolo sopra un sito mettiamolo sopra un’altra parte …. e chiuse e chiusero il bar ….. chiama Pasquale qua la il  punto vendita …inc…gli dissi Pasquale tu mi mandi al manicomio a me …. Gli dissi ma qua non si possono  fermare neanche a prendere la mozzarella  ….. tu ….

Uomo = ma non è posto dove stava lui non è posto ….. cambiare posto e andò a mettere il bar a ….

Reccia Giovanni = ohhh non cambiò nessun  posto andò ad affittare la casa ad un’altra parte nel corso di Nettuno …. Inc… i lavori nella casa di questa

Uomo = quello andava trovando i pigioni avanti

Reccia Giovanni = …inc…. la sono come i ….inc… i romani ….ehhh Pasquale gli dissi tu prima di …inc… nella casa di questi ma ti sei chiarito tu …. Si la …..

Iavarazzo Mario =  nel frattempo ha fatto gli assegni a quello …inc… roba

Reccia Giovanni = ehh bravo ehh e mo tu hai fatto questi assegni dici mi hai fatto questi assegni a me …. Giovanni …inc… come fattura …inc…

Iavrazzo Mario = …era una fesseria.

Reccia Giovanni = ha inguaiato a quello 19 ….inc…

Uomo = che questo dissi pure io … all’ultimo momento ragazzo io devo partire … un mese fa è partito …inc… io devo partire mi raccomando a …inc…

Reccia Giovanni = e dice mo dobbiamo andare da quello sopra la domitiana a …inc… a prendere i soldi del bancone …. fatti fare la fattura perché dopo  succede la tarantella tra questo Pellicchiella tra Lelluccio

Iavarazzo Mario = …inc….

[1]()Nel corso della conversazione IAVARAZZO Mario riferiva circa dei bonifici effettuati alla madre di Marco (ovvero SERRA Marco, nato a Napoli il 04.11.1994 titolare dal 22.4.2015 al 15.10.2015 di ditta individuale “La Mozzarè di SERRA Marco” avente P. Iva 08065081211 con sede in Anzio, via Nettunense 109) identificabile in LAMBIASE Eva Maria, nata a Napoli il 4.5.1971 (cfr. anche le conversazioni telefoniche cui al decreto 3027/15 RR di seguito riportate).

Reccia Giovanni = e succede la tarantella …. Gli dissi tu dopo devi essere obbiettivo…. Fatti fare prima la fattura  … perché la tarantella dopo …. se Lelluccio dice era pure il mio il bar … Pasquale lo sapeva …. non puoi dire non lo so … dove sta qua …. dissi quindi fatti gli assegni la fattura …inc…

Iavarazzo Mario = mo va bene  così faccio non ti preoccupare

Reccia Giovanni = il giorno dopo trovo la tabella smontata ….inc… il bancone che stava a caricare … dove vai … disse no sta questo sopra la domitiana

Iavarazzo Mario = LUPIN

Reccia Giovanni = LUPIN a caricare …. Mi sono venduto tutte cose … Pasquale …inc…

Uomo = …inc…. sopra la o ci ha perduto

Reccia Giovanni = ci ha perduto ….

Iavarazzo Mario = … tutta la roba a LUPIN ci dobbiamo dare sei mila euro sette mila euro … ci abbiamo dato la metà ….inc… quello compra

Reccia Giovanni = quello questo fa ….

Uomo = ci ha dato la roba a quello senza dire …..

Iavarazzo Mario = a Pasquale …inc… ( rumori di fondo dovuti al traffico ed accavallamento voci ) …. per telefono mi hanno detto  più o meno stiamo sopra a questa cifra …inc… gli dissi Pasquale non è come dicevi tu perché questo non è come hai detto tu …. Quello fa questo fa il commerciante

Reccia Giovanni = quello davvero fa il commerciante però quello vuole fare l’affare e dopo se lo vuole vendere a condizione ….

uomo = e comunque ce l’ha messo a poco e niente … e lui a quello quanto ci doveva dare ?

Iavarazzo Mario = tremila e spara euro 

Reccia Giovanni = e ce li diede   …

Iavarazzo Mario = ci ha dato tutte cose … mo sono rimasti due assegni …. 2000 euro ai fratelli miei

Reccia Giovanni = e non so un’altra cosa mi pare che disse Marchitiello …inc… assegni che hanno fatto ….inc… disse io non so niente faceva tutte cose lui

Iavarazzo Mario = … Pasquale mo’…inc… settembre ottobre e novembre ha fatto i bonifici alla mamma di Marco …. inc… 

Uomo = quando se ne viene qua e sta quattro cinque mesi qua ogni volta che parte deve lavorare sempre tre mesi per ritornare …

Iavarazzo Mario = …inc… no non li può fare in mezzo mare

 Si interrompe la conversazione

 

Conversazione tra presenti – sessione 135  – progressivo 61 del 10.12.2015 delle ore 11.45 (decreto 2664/15 R.I.T. ) intercorsa tra IAVARAZZO Mario e RECCIA Giovanni, nato ad Aversa il 24.04.1971 (identificato nel corso della conversazione) e uomo n.m.i. (intercettazione attivata a seguito di intercettazione della messaggistica whatsapp di IAVARAZZO Mario – decreto 2664/15 R.I.T.  dai quali emergeva l’incontro presso il caseificio RECCIA sito in Villa Literno via dei mille snc):

Iavarazzo Mario continua a parlare con un uomo che si presenta quale Reccia Giovanni. Segue il discorso sul fratello Iavarazzo Pasquale in atto impiegato su di una piattaforma petrolifera.

Iavarazzo Mario interrompe la conversazione e digita un messaggio che ripete “ ….. dove stai ….. fuori il caseificio ……”

Pos.00.24

Iavarazzo Mario chiede un incontro che fissano per domenica mattina presso il caseificio alle ore 09.00.  Giovanni chiede di salutargli il fratello Pasquale. Oltre Reccia Giovanni Iavarazzo Mario saluta un altro uomo senza indicare il nome.

Pos.03.11

Iavarazzo Mario si sofferma a parlare con delle persone e riferisce che hanno arrestato anche Pasqualino del carro attrezzi

Si interrompe la conversazione

Dal contenuto delle citate conversazioni, la DIA di Napoli riusciva a risalire ed identificare sia l’attività commerciale che i soggetti oggetto della conversazione ed in particolare:

 

  • Lello” veniva identificato in LETIZIA Raffaele, nato a Casal di Principe (CE) il 15.4.1969 detto “Lello” affiliato storico al clan RUSSO (infatti, come riferito nel corso della conversazione LETIZIA veniva tratto in arresto, in data 15.02.2015, per una espiazione pena definitiva) e fino a tale data è stato residente presso l’abitazione della sorella LETIZIA Assunta, in atti generalizzata. Allo stesso venivano notificare due misure cautelari personali (in carcere) per la sua affiliazione al clan dei casalesi – fazione RUSSO. ([1]).

 

LETIZIA Raffaele è stato scarcerato in data 16.7.2013 (scarcerato a seguito di emissione di provvedimento del Tribunale del Riesame di Napoli – 5398/13 RIMC) e da tale data è stato residente presso l’abitazione della sorella LETIZIA Assunta, sita in Anzio (RM) via Ardeatina 224. Dal 15.2.2015 è stato nuovamente detenuto per espiazione pena (ordine esecuzione 251/15 del 24.2.2015 – scadenza pena definitiva 10.8.2017)

 

  • Il bar citato nella conversazione tra presenti veniva individuato nell’esercizio commerciale con sede in Anzio (RM), via Roma 23, recante insegna “Bar Roma”.

Il bar risultava gestito dall’impresa  individuale di D’ANGELO Quieta (nata ad Aversa il 18.7.1964, moglie di PELLECCHIA Angelo, titolare di P. Iva 12525251000) attività iniziata in data 2.9.2013 e cessata il 31.7.2015.

Tale identificazione era resa possibile dalle attività di riscontro eseguita alla sopra indicata intercettazione. Infatti la D.I.A. provvedeva ad acquisire presso il mobilificio “Lupin[2] di Castelvolturno documentazione attestante l’acquisto di mobili per l’arredo di un bar da parte di IAVARAZZO Pasquale.

Dalla documentazione acquisita, infatti, si appurava che, in data 9.10.2015, veniva consegnata in conto vendita la merce del Bar Roma di Anzio presso la rivendita “Lupin” di Castelvolturno per il prezzo pattuito di euro 2.990.

 

  • [1]()Si tratta dei seguenti provvedimenti: o.c.c. 871/08 emessa dal GIP di Napoli in data 16.9.2008 nel p.p. 22138/05 R.g.n.r. – 43563/05 RGIP (cd. 107 clan Schiavone – Spartucus III) per il reato cui all’art. 416 bis (periodo fino al 2005); o.c.c. 351/13 emessa dal GIP di Napoli in data 31.5.2013 nel p.p. 45702/12 R.g.n.r. – 12979/13 RGIP (periodo fino al 15.06.2010)

In entrambi i procedimenti è stato sottoposto ad accertamenti patrimonialiSul conto di LETIZIA Raffaele risulta che, tra le varie attività economica nella diretta o indiretta disponibilità nell’agroaversano, è stato socio accomandante del FASHION CAFE’ S.a.s. di DI BONA Rosa & C. – CF 02342140619 bar sito in Casal di Principe (CE), via Vaticale e gestito di fatto dal cognato DI BONA Pasquale, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 30.09.1970 (fratello della moglie DI BONA Rosa, nata a San Cipriano d’Aversa (CE) il 24.07.1974), sottoposto a sequestro preventivo nell’ambito del p.p. 22138/05 R.G.N.R. – 43563/05 RGIP (cd. 107 clan Schiavone – Spartacus III), luogo di assidua frequentazione di affiliati al clan. La moglie di DI BONA Pasquale, GALEONE Angelina, nata a S. Maria La Fossa il 05.03.1967 in data 09.01.2014 aveva avviato un’attività economica (BAR) in Casal di Principe, via Vaticale 210/212 con CF 03939220616. In data 29.06.2015 risulta essere stato emesso un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP di Napoli nell’ambito del p.p. 43420/14 R.G.N.R. dell’attività intestata a GALEONE Angelina con CF 03123750618 e non quella relativa al Bar.

 

[2]() FORNITURE INDUSTRIALI E COMMERCIALI S.r.l. – CF 03697520611 con sede in Castelvolturno, via Domitiana 592. Dalle intercettazioni telefoniche e telematica emerge la circostanza della vendita, da parte di IAVARAZZO Pasquale, di attrezzature presso la citata azienda di Castelvolturno (cfr. ad esempio e conversazione 3966, 3980 del 12.10.2015 utenza 3xxxxx3 inuso a IAVARAZZO Michele – decreto 3027/15 RR )

  • Come detto, dalla documentazione acquisita e sopra menzionata, si riscontrava che IAVARAZZO Pasquale (nato a Napoli il 5.4.1977) si era direttamente interessato per l’arredo del citato bar di Anzio, e va correttamente identificato nel “Pasquale” ripetutamente citato nella conversazione oggetto della presente disamina.

Nel corso della conversazione veniva, come detto, chiamato per nome di battesimo ed era colui che provvedeva anche alla vendita del mobilio del bar una volta che quest’ultimo veniva chiuso. Dall’acquisizione di documentazione presso il rivenditore “Lupin” si aveva la corretta identificazione sia di IAVARAZZO Pasquale che del bar. (All. 44 – cfr. verbale di acquisizione del 19.07.2016).

Il titolare della rivendita confermava che IAVARAZZO Pasquale era il soggetto che aveva richiesto inizialmente la vendita delle attrezzature.