Il deputato Agostino Santillo si è scoperto economista e ha scritto un libro sul superbonus 110%. Ma gli spieghiamo una cosa

2 Ottobre 2023 - 10:59

Caserta (pm) – Che cosa fanno mai a Roma i parlamentari eletti nei nostri collegi?

Abbiamo visto che, giorni fa, il deputato Gimmi Cangiano si è accompagnato a Montecitorio con la Valeria Marini nazionale in occasione del 75°esimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana (qui la notizia).

Invece, il deputato pentastellato Agostino Santillo, casapullese, da ingegnere qual è, da poco si è scoperto economista. Ed ha scritto un libro sul famigerato superbonus 110%, che, già presentato a Roma lo scorso luglio, ha illustrato a Napoli nei giorni scorsi.

La tesi del volume è presto detta, essendone esplicativo il sottotitolo: spiattellare tutta la verità sulla storia e sui retroscena della “…misura green che ha fatto volare l’economia e rinascere l’edilizia in Italia. Lodata dall’Europa ed affossata da Draghi e Meloni”. Tiè!

La prospettazione è senz’altro avvincente, perché ammicca a quel complottismo caro ai 5S ed è fedele al dogma grillino sconclusionato dell’uno vale uno, per cui qual è il problema ad inventarsi esperti di finanza pubblica anche se si fa un altro mestiere. Un poco come capita al bar, dove tutti sono incompresi allenatori della nazionale di calcio.

Peccato che la scienza triste, l’economia, e chi la conosce e la pratica seriamente nonché la realtà dicano tutt’altro. Basta leggere i più autorevoli esperti indipendenti della disciplina per sapere che siamo davanti ad un disastro economico-finanziario che non si è mai dato nella storia d’Italia. Centoventi (120!) miliardi di spesa regressiva (cioè con proporzionalità inversa, per cui i poveri hanno pagato per le case dei ricchi, sic !!), pari a 6 punti del PIL, per rifare appena il 3,5 per cento delle abitazioni. Con un’incidenza sulla crescita del prodotto interno lordo del Paese dell’1 per cento appena, altro che la cifra superiore al 10 per cento che spara immancabilmente Conte.

Se non bastasse,  a disperdere questa cortina fumogena di informazione interessata era già stato l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), l’organismo indipendente italiano che vigila sulla finanza pubblica.  In audizione al Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui crediti fiscali, “…la presidente dell’Upb Lilia Cavallari ha fornito una stima del contributo alla crescita del Superbonus nel biennio di ripresa  post-Covid 2021-22 che è di circa 1 punto percentuale, ovvero mediamente +0,5 per cento all’anno. “Secondo i dati Istat – dice l’Upb – nel biennio scorso il contributo alla crescita del pil degli investimenti in costruzioni residenziali è stato di 2 punti percentuali. Usando il modello macroeconometrico in uso all’Upb è possibile ricostruire che metà del contributo sarebbe direttamente ascrivibile all’incentivo fiscale”.

E l’enormità del buco nel bilancio statale che si è determinato peserà  come un macigno sull’ampiezza delle prossime manovre economiche, perché per ripagare questo colossale debito non potranno farsi investimenti se non in deficit per servizi ed infrastrutture e per lo sviluppo italiano per diversi anni. Hai voglia che la misura si ripaga da sé come vaticinava il capo pentastellato. Ma umanamente è comprensibile. Come si fa ad ammettere che lui ed i suoi soci hanno incoscientemente dilapidato un’enormità di soldi.

Vogliamo chiarire ai lettori che questa non è una nota propriamente politica, anche se chi vi ha interesse non esiterà a sostenerlo.

Nelle immagini, lo stralcio del NADEF (Nota di accompagnamento del documento di economia e finanza) redatto dal ministero dell’economia  e delle finanze sugli effetti economico-finanziari del Superbonus. E’ il documento più recente che evidenzia  le conseguenze gravemente  perverse della misura

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Vuole più semplicemente, liberisticamente, ricordare il valore della competenza nella politica. Ovviamente non ci inventiamo niente di nuovo. Quel gigante del pensiero che fu Benedetto Croce scrisse del tema nel volume Etica e politica al capitolo “L’onestà politica” (1931).

Ne riportiamo qualche stralcio illuminante. Poi chi vuol capire, capisca.

Passi di Benedetto Croce. “Etica e politica”

“Un’altra manifestazione della volgare inintelligenza circa le cose della politica è la petulante richiesta che si fa dell’« onestà » nella vita politica. L’ideale che canta nell’anima di tutti gl’imbecilli e prende forma nelle non cantate prose delle loro invettive e declamazioni e utopie, è quello di una sorta d’areopago, composto di onest’uomini, ai quali dovrebbero affidarsi gli affari del proprio paese.”

“È strano (cioè, non è strano, quando si tengano presenti le spiegazioni psicologiche offerte di sopra) che, laddove nessuno, quando si tratti di curare i propri malanni o sottoporsi a una operazione chirurgica, chiede un onest’uomo, e neppure un onest’uomo filosofo o scienziato, ma tutti chiedono e cercano e si procurano medici e chirurgi, onesti o disonesti che siano, purché abili in medicina e chirurgia, forniti di occhio clinico e di’ abilità operatoria, nelle cose della politica si chiedano, invece, non uomini politici, ma onest’uomini, forniti tutt’al più di attitudini d’altra natura.

« Ma che cosa è, dunque, l’onestà politica? » — si domanderà. — L’onestà politica non è altro che la capacità politica: come l’onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze.”