IL DIBATTITO CASERTA. Un lettore interviene sul demenziale progetto dei tre terminal all’esterno del parcheggio sotterraneo della Reggia

27 Maggio 2018 - 12:01

Buonasera,

ho appena letto il vostro articolo sul parcheggio di Piazza Carlo III – https://casertace.net/caserta-termina-bus-hub-viale-carlo-iii/

 e voglio farvi partecipi che condivido ogni singola parola che avete scritto.

Nei primi anni 2.000 il parcheggio avrebbe dovuto essere il punto di incontro di tutte le autolinee, urbane ed extraurbane; all’epoca, da studente, fantasticavo su quando sarebbe andato a regime l’utilizzo… e invece a distanza di oltre un decennio sembra la classica cattedrale nel deserto.

Non capisco assolutamente la scelta di far parcheggiare gli autobus per strada, per giunta in punti strani: ok, non ci fosse lo spazio adatto, sarebbe una soluzione accettabile, ma c’è un intero piano di parcheggio pronto ad accoglierli e il Comune cosa fa? Assurdo, assurdo, assurdo…

Quando accompagno alla Reggia amici o parenti che vengono da fuori città mi “diverto” a parcheggiare all’interrato di Piazza Carlo III e ad uscire dall’ingresso nei campetti: restano tutti a bocca aperta e io stesso, che dovrei essere abituato, mi meraviglio dell’effetto prospettico.

Vi ringrazio per il vostro articolo che, purtroppo, mi ha lasciato più amareggiato del dovuto per le sorti di una città ormai allo sbando, priva di una guida politica, amministrativa e promozionale del territorio.

Vincenzo M.

 

CASERTACE: Tre parole, non di più, dedicate alla chiusa del suo intervento. La città è alla deriva per la qualità e la mentalità di chi l’amministra, ma soprattutto per la qualità e la mentalità di chi queste persone eleggono. Giovani come lei dovrebbero affiancare l’impegno a esprimersi da cittadini, come ha fatto in questa lettera, incrociando costantemente l’elemento essenziale per possedere questa patente: la conoscenza dei fatti, una sensibilità all’interesse collettivo e la volontà di partecipare.

Si metta in gioco, magari ci venga a trovare. Il nostro problema è che siamo pochi e con poche risorse ma se un’area di cittadini reali si stringesse attorno alle nostre battaglie, noi saremmo veramente pronti a promuovere una espressione di associazionismo dal basso per giungere poi ad un impegno concreto per un cambiamento che qui non può che essere radicale, vera rivoluzione.

Gianluigi Guarino