IL FOCUS AVERSA. Il racconto giorno per giorno delle carte false fatte per Cecere padre e figlio. Ecco come Minale prende le mazzette portando fuori dal Comune, grazie a Serpico, atti riservati e addirittura i timbri

23 Aprile 2024 - 20:38

Gli appuntamenti ai bar “La Placa” e “La Fauna”. Otto date tra il 29 marzo 2022 e il 12 luglio dello stesso anno. Le mazzette da 500 euro l’una, le carte aggiustate per il palazzo di Via Linguiti e per quello originato dall’abbattimento della Prestige Sporting Club. I ruoli dell’architetto Raffaele Truosolo e di Anna Cavaliere

AVERSA (g.g.) Se qualche spunto di lavoro l’abbiamo dato noi di CasertaCe, è indubbio che l’attività d’indagine svolta dai pubblici ministeri della procura della repubblica, presso il Tribunale di Aversa Napoli nord, Patrizia Dongiacomo e Cesare Sirignano, che hanno coordinato il lavoro certosino dei carabinieri del reparto investigativo del gruppo della città normanna è andato molto al di la dei citati spunti e delle cose che questo giornale aveva denunciato su molti fatti sospetti, sviluppatisi all’interno dell’ufficio tecnico del Comune di Aversa.

Perché, se è vero che sul dirigente dell’Utc Raffaele Serpico questo giornale ha avuto sempre molto da dire, se è vero che sull’attività del geometra Giuseppe Minale, che in pratica aveva fatto solo finta di lasciare il suo posto di lavoro al Comune, quando in realtà era vivo e vegeto, un giorno si e l’altro pure, in quegli uffici, è anche vero che questo giornale non aveva certo contezza delle procedure di aggiustamento delle pratiche edilizie, del metodo utilizzato per  farlo in maniera del tutto illegale e dei nomi di altri coprotagonisti, diversi dai due che abbiamo citato, dai due imprenditori Alfonso Cecere padre e Yari Cecere figlio. Non conoscevamo, ad esempio, l’identità di chi mentre Yari Cecere curava la manutenzione della sua barca extra lux o si scalmanava per avere una citazione in Forbes metteva su carta linee piante e prospetti per far quadrare misure che non avrebbero mai potuto quadrare per il semplice motivo che sia lo stabile di via

Linguiti, già sequestrato nel 2022, che quello di viale Olimpico, violavano tutte le leggi urbanistiche d’Italia vigenti così come abbiamo dimostrato più volte.

Non avevamo compreso che tra ufficio tecnico del Comune e l’architetto Raffaele Truosolo si fosse sviluppata una costante linea di contatto tenuta in piedi proprio dal Minale il quale periodicamente, ma comunque a strettissimo giro di tempo, riceveva soldi affinchè potesse far uscire dal Comune di Aversa documenti riservati che poi transitavano dallo studio dell’architetto Truosolo a quello dell’architetto Anna Cavaliere, tecnico di parte dei Cecere, e  con un passato  da dipendente della pubblica amministrazione al Comune di Gricignano. In pochissimi mesi in tre tranches di 550 euro e in una di 250 minale ha intascato 1,750,00euro.  In cambio, con sotto l’egida del dirigente Raffaele Serpico, senza il quale quei documenti non sarebbero mai potuti uscire dal Comune, ha consentito ai Cecere di presentare delle SCIA, dei permessi a costruire in variante per provare ad aggiustare le cose.

E qui, consentitecelo, un po’ di merito vogliamo prendercelo. Perché se questi qua sono stati costretti a mettersi a correre, a portare addirittura fuori dagli uffici del Comune di Aversa i timbri utilizzati su documenti redatti dalla Cavaliere e arrivati nello studio di Truosolo, fornendo tracce e possibilità di lavoro, di indagine ai magistrati inquirenti e alla polizia giudiziaria, è perché CasertaCe ha martellato ogni giorno.

Ma questa allegra brigata poteva aggiustare tutte le carte del mondo, ma di fronte a quella casupola di via Linguiti, divenuta il ridicolo parametro per un abbattimento e per una ricostruzione con volumetria superiore di cento volte, c’era poco da fare se effettivamente l’autorità giudiziaria si fosse messa di buzzo buono a controllare e a verificare, così com’ è successo con il fondamentale concorso dei carabinieri del reparto investigativo del gruppo di Caserta. Tutti gli indagati di questo primo capo d’imputazione provvisoria, i cui nomi corrispondono a quasi tutti quelli oggetto di un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari, sono indagati per il reato di corruzione in concorso tra loro ai sensi degli articoli 319 e 321 (pena per il corruttore) del codice penale.  

Raramente abbiamo letto un capo d’accusa all’interno di una ordinanza, tanto lineare e preciso. Esiste, infatti, un racconto cronologico, data per data, con tutti i luoghi dove gli indagati si sono incontrati. In due locali in particolare: il bar “La Fauna” e il bar “La Placa”

Ecco le tappe

 29 marzo: il geometra Giuseppe  Minale recupera, dagli archivi del comune, ma diciamocela tutta sgraffigna  dagli archivi a cui poteva accedere solo e solamente grazie al dirigente Raffaele Serpico, atti relativi alla pratica “Prestige Sporting Club”  che inserisce nella trattazione un ulteriore nome  di indagato, in questo caso di indagata, per lo stesso reato di corruzione in concorso, quello di Maddalena De Gaetano che di quell’immobile è la proprietaria, anch’essa ridotta agli arresti domiciliari.  

Scrivi Prestige Sporting Club e ti viene in testa l’altra mega volumetria invadente, tracimante, arrogante, così come abbiamo mostrato nelle fotografie di viale Olimpico pubblicate nei nostri articoli su quello che abbiamo definito il sacco della città.

Prestige Sporting Club è, infatti, il parametro della iper volumetria che i Cecere edificando a pochi passi dall’ippodromo Cirigliano e dall’ospedale Moscati, nella zona in cui Aversa va a disegnare il suo confine con il comune di Lusciano. Queste carte uscite dalle stanze dell’ufficio tecnico vengono fotocopiate dalla Cavaliere

9 aprile: Minale intasca dai Cecere i primi 500 euro avendo ricevuto la missione di disporre atti favorevoli alla predisposizione della pratica.

12 aprile: passano solo tre giorni e stavolta la mazzetta deve essere santificata con tanto di umiliazione dell’istituzione più importante della città: l’architetto Raffaele Truosolo, infatti, si reca proprio nelle stanze del palazzo municipale ed è li che consegna, evidentemente in nome e per conto dei Cecere, altri 500 euro a Minale.

In questo caso il joukebox viene attivato affinchè si proceda alla variante di assestamento presentata per il cantiere di via Linguiti e per la variante del permesso a costruire relativa alla pratica Russo-D’Amato.

4 maggio. Scatta l’allarme: Giuseppe Minale incontra Cecere e l’architetto Truosolo e gli dice di indugiare nella presentazione del certificato di agibilità in quanto ha avuto notizia di un sopralluogo disposto dall’autorità giudiziaria.

1 giugno. E’ il giorno della proposta indecente. Cecere incontrando il solito Minale al Bar La Placa tira fuori un ideona: perché Minale non si fa affidare lui l’incarico per il sopralluogo? In questo modo, il costo per la mancata presentazione della SCIA avrebbe potuto diventare denaro da mettere nelle tasche del pubblico ufficiale. Insomma un extra. Anche in questo caso, se Cecere può proporre questo a Giuseppe Minale è perché sa bene che del gruppo dei corrotti fa parte anche il dirigente Raffaele Serpico.

11 giugno e 12 luglio. E’ proprio durante la giornata dal 12 luglio che Minale riceve da Cecere ulteriori 250 euro. Per spiegare questa ulteriore dazione dobbiamo fare un piccolo salto indietro spiegando la vicenda del timbro, precedentemente solo menzionata. Con quel timbro il giorno 11 giugno Minale sigla, all’interno degli uffici privati dello studio dei Cecere, la variante del permesso a costruire riguardante l’immobile di via Linguiti.

Per cui, la consegna di 250 euro avvenuta nei primi secondi dell’ulteriore incontro del 12 luglio, trova un suo senso logico, seppure tecnicamente criminale, nell’accordo chiuso un mese prima nello studio dei Cecere, dove addirittura Minale porta con se i sigilli del Comune, presi nell’ufficio tecnico e che mai avrebbe potuto prendere senza il benestare del dirigente Raffaele Serpico. Perché, Minale nel 2022 già non era più un dipendente del comune e quindi non aveva alcun titolo, ripetiamo, per gironzolare, anzi pere stare costantemente in quegli uffici dove evidentemente Serpico lo utilizzava per certi “lavoretti”