IL FOCUS ESCLUSIVO. De Luca, noi facciamo i fatti e non le chiacchiere. Ecco i numeri dei tamponi che condannano la Campania. L’unico rischio della Fase 2 si chiama “fratacchiò”

7 Maggio 2020 - 09:07

CASERTA (M.C.V. e G.G.) – Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo, stavolta con l’ausilio di numeri inoppugnabili. Circa 3 settimane fa abbiamo pubblicato una tabella con la quale dimostravamo che la Campania era la maglia nera in Italia per il numero di tamponi effettuati in rapporto alla popolazione residente e “abitante”.

Dopo più di 20 giorni la situazione si è anche aggravata, perché il divario tra la Campania e le altre regioni di contagio “soft”, quelle meridionali, è cresciuto, si è allargato.

Secondo i dati pubblicati ufficialmente dalla Protezione Civile ieri, 5 maggio, sono stati sottoposti a tampone, cioè all’unica analisi che conta, 48.733 campani.

Abbiamo relazionato questo numero a quello dei residenti della stessa Campania aumentato di 200mila unità, incremento che abbiamo applicato – in proporzione – anche alle altre Regioni, visto e considerato che la popolazione dei residenti non coincide mai con quella degli abitanti effettivi, che sono sempre un po’ di più.

Per cui, il divisore in Campania non è 5.800.000 ma 6 milioni.

Un dato che, ripetiamo, abbiamo compensato in proporzione demografica anche nelle altre Regioni.

Dunque, i 48.733 campani sottoposti a tamponi rappresentano lo 0,81% della popolazione.

Nessun’altra Regione italiana sta messa così male, nessun’altra è sotto all’1%.

Senza considerare le performance enormi del Veneto, col suo 4,45%, quasi il quadruplo della Campania, e le altre consorelle del Nord pesantemente colpite dal virus, andiamo a vedere gli altri, a partire dal Lazio, che ha una popolazione per numero molto simile a quella della Campania.

Il buon Zingaretti, anche lui risultato positivo, ha sottoposto a tampone il 2,01% della popolazione complessiva, quindi più del doppio di quello che è stato fatto in Campania.

La Puglia 1,58%; anche altre Regioni solo sfiorate dall’epidemia, dove c’era una maggiore pressione e soprattutto non c’era la narrativa del lanciafiamme apocalitticamente propinata a scopi elettorali dal “fratacchione”, hanno fatto di più.

Ad esempio la Sicilia con il suo 1,57%; la Sardegna, con il suo 1,28%; la Calabria con il 1,79%; finanche il piccolo Molise ha sottoposto a tampone il 2% della sua popolazione.

In conclusione, c’è un solo rischio nella fase 2, in Campania. Si chiama Vincenzo De Luca.

In questi giorni i telegiornali sono pieni di servizi in cui tutti gli scienziati dell’universo affermano che quella di tamponare il numero più alto possibile di persone è una necessità ineludibile.

Non dobbiamo lodarci, ma chi ha seguito con attenzione le nostre rubriche di approfondimento sa bene da quanto tempo noi sosteniamo questa tesi. Diciamo da un mese e mezzo.

 

 

REGIONE —> NUMERO DI CASI TESTATI/NUMERO DI ABITANTI DELLA REGIONE = PERCENTUALE

  • LOMBARDIA 255.292 /10.206.000 – 2,50%
  • PIEMONTE 126.685/ 4.556.000 – 2,78%
  • EMILIA ROMAGNA 136.310/4.659.000 – 2,92%
  • VENETO 227.579/5.106.000 – 4,45%
  • TOSCANA 118.265/3.273.000 – 3,61%
  • LIGURIA 36.150/1.700.000 – 2,12%
  • LAZIO 122.541/6.079.000 – 2,01%
  • MARCHE 44.045/1.700.000 – 2,59%
  • CAMPANIA 48.733/6.000.000 – 0,8%
  • TRENTO 25.137/117.417 – 21,4%
  • PUGLIA 67.238/4.229.000 – 1,58%
  • SICILIA 82.079/5.200.000 – 1,57%
  • FRIULI 50.135/1.300.000 – 3,8%
  • ABRUZZO 30.835/1.500.000 – 2%
  • BOLZANO 20.561/107.000 – 19,21%
  • UMBRIA 27.822/1.000.000 – 2,7%
  • SARDEGNA 25.631/2.000.000 – 1,2%
  • VALLE D’AOSTA 6.342/130.000 – 4,87%
  • CALABRIA 38.461/2.147.000 – 1,79%
  • BASILICATA 15.028/600.000 – 2,5%
  • MOLISE 7.252/350.000 – 2%