IL FOCUS. LA NUOVA “MONNEZZA” DI CASERTA. Chi sono i Bruscino e i Bianco, gratificati da Franco Biondi. Ex prefetti e generali dei carabinieri li hanno purificati con l’imposizione dei galloni

5 Giugno 2020 - 18:15

(Giusto per dire, abbiamo speso per questo articolo 25 euro di visure camerali)

Era giusto fare la conoscenza delle due società destinate forse ad avere anche un futuro nell’erogazione dei servizi ambientali della città capoluogo

CASERTA (G.G.) – È giusto fare la conoscenza dei nuovi operatori che erogano servizi di smaltimento della frazione umida degli Rsu a Caserta, i cui affidamenti sono stati gestiti, come abbiamo scritto più volte anche ultimamente (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ULTIMO DEI NOSTRI ARTICOLI) dal super-dirigente, l’inossidabile e inaffondabile Franco Biondi.

Non occorre sforzarsi più di tanto nel momento in cui si fanno i nomi associati all’Ambiente Spa e alla Cu.Ma. Srl, le società scelte dal Comune di Caserta che affiancano una terza impresa, quella Sorgeko, controllata dall’imprenditore Luca Sorbo di Casapulla, che a un certo punto della storia ha sostituito la Gesia, manco a dirlo, quando questa era entrata in un regime pre-fallimentare di concordato.

Per questa vicenda, CasertaCe ha avuto qualcosa da ridire sia nei confronti del professore Amedeo Bassi, già ordinario di Diritto commerciale all’università di Napoli e curatore del concordato Gesia, sia nei confronti del giudice del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere Rita Di Salvo, la quale ci ha querelati, e ci è molto dispiaciuto apprenderlo, perché il 90% dei nostri querelanti appartiene alla categoria dei politici maneggioni e dei burocrati addetti al maneggio.

La filiera, dunque, si è completata con queste due nuove società, tutt’altro che sconosciute, perché sono controllate da due famiglie storiche della monnezzologia campana: i Bruscino di San Vitaliano e i Bianco, che dovrebbero provenire dal nord napoletano, visto che la Cu.Ma. srl, che ha sede legale ad Isernia, ha la propria sede operativa nell’area industriale di Giugliano, cioè della città simbolo del traffico nazionale e internazionale dei rifiuti, più o meno velenosi, sicuramente illegalmente sversati.

La presenza di Bruscino ci consente di esprimere una brevissima osservazione sulle caratteristiche di questa società. Non vogliamo calcare la mano sui problemi che queste famiglie hanno avuto in passato. Nella vita si può cambiare in peggio, ma anche in meglio. Per cui, riteniamo che oggi non leggeremo più passi come quello messo nero su bianco da un collegio di giudici del Tribunale di Napoli in sede di stesura delle motivazioni di una sentenza di condanna di Giuseppe Valente, Domenico Pinto e Francesco Bidognetti. Parlava così il collaboratore di giustizia Nunzio Perrella, in un passaggio della sentenza del 2013: “CHIANESE, insieme con IOSSA Antonio, IOSSA Vincenzo e BRUSCINO Santo (con i quali aveva acquistato la discarica di BUONAMANO in Sessa Aurunca), aveva dichiarato la disponibilità a smaltire qualsiasi tipo di rifiuto “liquido” (cfr. verbale del 12.3.93).

Sarà un nostro limite, ma noi non intravediamo neppure dei comportamenti, da parte di questa società, che diano una chiara dimostrazione del loro cambiamento, dell’approdo ad una nuova mentalità che parta prima di tutto dal presupposto che le gare di appalto si vincono e si perdono in base alla qualità e al merito che si dimostrano quando si presenta un’offerta tecnica ed economica.

Bisogna andare a scovare le visure camerali per scoprire una cosa che i Bruscino dovrebbero rendere pubblica, affiggendo i manifesti e che invece pubblica non rendono, aggiungiamo noi, inspiegabilmente, dato che si tratterebbe di un biglietto da visita autorevole che attesterebbe che le loro società non sono più quelle, e che nemmeno assomigliano alle ditte di un tempo, citate nella sentenza del Tribunale di Napoli.

Dalle nostre parti, le holding non hanno un significato tecnico-imprenditoriale e neppure fiscale. Svolgono la funzione, spesso decorativa, del proverbiale vestito della domenica.

Frequentemente all’interno ci ritrovi persone di grande rilievo, portatori di valori di integrità a prova di bomba. Ad esempio, i Bruscino, nella loro holding, che si chiama GreenEnergy Holding Spa, hanno costituito un consiglio d’amministrazione presieduto nientepopodimeno che dal prefetto ora in pensione Mario Morcone, per anni responsabile dell’agenzia dello Stato incaricata di dare un destino ai beni confiscati alla criminalità organizzata. Morcone, a nostro avviso, non è stato un granché ma niente si può dire intorno alla sua integrità. Insieme a lui, nel Cda, è presente Pasquale Gattellaro, 58 anni, ma già, riteniamo, in pensione o congedato, visto che nel suo profilo personale viene definito “Generale di Brigata in riserva” dell’Arma dei Carabinieri. Insomma, è arrivato al grado di colonnello e poi si è congedato.

La questione è esattamente la stessa rispetto a quella da noi enunciata quando, un po’ di mesi fa, abbiamo scritto della Buttol della famiglia afragolese Cappellucci, che nell’ambito dei rifiuti hanno una tradizione sicuramente meno datata di quella che contraddistingue i Bruscino. Anche nella Buttol, un generale (e che generale) appena andato in pensione ha assunto, con una remunerazione di svariate migliaia di euro al mese, speculare a quelle che la holding GreenEnergy riconosce a Morcone e Gattellaro, il ruolo di legale rappresentante, il volto di super-garante.

Ma anche in questo caso, non è che la Buttol si muova nei territori diversamente da come si muovevano le imprese della monnezza dieci o quindici anni fa. E quando diciamo questo, ci riferiamo alla relazione, mai convincente tra queste imprese e le amministrazioni comunali per le quali operano. Non teoria per chi ha letto le decine di articoli, in cui abbiamo segnalato quella che definimmo ironicamente l’ineleganza di una condizione che a Maddaloni vede la Buttol operare, peraltro in maniera insufficiente, al servizio di un Comune in cui l’assessore Salvatore Liccardo è funzionario del Comune di Afragola, dove la Buttol è titolare della raccolta. Ma Liccardo non è funzionario dei Lavori Pubblici, dell’Urbanistica o delle Pippe Appilate. Lavora ed è punto di riferimento della Ripartizione Ambiente & Ecologia, con diretta competenza e potestà sulle modalità di controllo degli standards che la Buttol garantisce nel popolosissimo comune dell’area di Napoli Nord.

Riteniamo che per quanto riguarda Ambiente Spa e quindi per quanto riguarda i Bruscino, ci siamo espressi in maniera esaurente almeno per oggi. Attenzione, non siamo andati a ripescare situazioni collegate ad interdettive che più o meno hanno riguardato l’azienda di San Vitaliano.

E veniamo ai Bianco. E qui c’è molto meno da dire, tranne che a capo della Cu.Ma., titolare dell’ultimo degli affidamenti dei rifiuti del comune di Caserta, ci sono gli eredi della dinastia: Orazio Bianco, 27 anni e Gennaro Bianco, 24enne. Nei prossimi giorni, altrimenti oggi ci allunghiamo troppo, scriveremo di altre società sempre riferibili alla famiglia Bianco e che hanno attraversato significative vicissitudini. Chissà se troveremo anche nelle società della famiglia Bianco qualche maggiorente, qualche pezzo da novanta andato in quiescenza, qualche cardinale spogliatosi della sua porpora ed entrato nel mondo dei rifiuti, trovandolo evidentemente non molto dissimile da quello della curia in cui comandava.