IL FOCUS. Le ombre sul sindaco Andrea Sagliocco. Vi dimostriamo che ha detto una bugia sulle sue dimissioni da consigliere. La farmacia comunale, quelle di famiglia e il centro analisi

15 Febbraio 2019 - 12:40

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) Il Quadrifoglio non ha portato fortuna, per il momento, al sindaco di Trentola Ducenta Andrea Sagliocco. La battuta viene da se, in quanto si collega alla vicenda delle presunte vessazioni subite dalla società che prende il nome dalla pianta erbacea, estensione anomala e rara del ben conosciuto trifoglio.

Di quella vicenda, abbiamo già scritto tanto in un precedente articolo e oggi la utilizziamo solamente come spunto per un approfondimento che abbiamo voluto fare sul mondo che connota e circonda l’esperienza politica e amministrativa di Andrea Sagliocco.

Questo perchè CasertaCe non sarà mai il giornale del “dagli all’untore“.

Se Michele Griffo ha fatto quello che la dda ritiene che abbia fatto, è  giusto che paghi il prezzo dovuto alla giustizia e alal repubblica italiana. Chi legge questo giornale sa però che noi siamo ancor più duri e risoluti di fronte a quelli che hanno utilizzato e utilizzano, cinicamente ed ipocritamente, la categoria dell’anti-camorra, sovrastruttura di quella più ampia della legalità, per far carriera, per andare avanti in tanti ambiti, a partire da quelli principali dell’imprenditoria e della politica.

Ultimamente, abbiamo riconosciuto, dopo aver analizzato a fondo i documenti giudiziari, le ragioni della dda, specificatamente dei pm Alessandro D’Alessio e Maurizio Giordano,

i quali hanno chiesto ed ottenuto l’arresto ai domiciliari dei due magnati del rifiuto riciclone, Antonio e Nicola Diana.

Ovviamente l’abbiamo fatto in totale solitudine, visto che i due Diana, per 20 anni, invece di denunciare le presunte estorsioni subite da Michele Zagaria, come hanno fatto, poco credibilmente solo quando hanno saputo di essere pesantemente indagati, hanno dispensato quattrini e posti di lavoro per tenersi buone tutte le agenzie dell’anti camorra parolaia, ipocrita, volpina e abbuffina; quella dei convegni, dei libri e delle iniziative rispetto alle quali i soldi dei Diana non sono mai mancati.

Noi siamo fatti in un altro modo. Anche se i Diana ci avessero dato dei soldi con delle sponsorizzazioni chieste al nostro ufficio commerciale, questo non avrebbe mai potuto invadere il campo del diritto e dovere di cronaca e della considerazione giornalistica. E allora, parafrasando una vecchia canzone, se prima eravamo in tre, cioè i due pm D’Alessio e Giordano e il sottoscritto ad aver maturato un’idea non molto positiva sui Diana, ora siamo in 5, perchè, con buona pace di qualche avvocato per il quale è cosa buona e giusta scrivere male di tutti, ma non degli amici suoi, anche i due giudici della decima sezione del tribunale del Riesame che hanno respinto l’istanza presentata per liberare i Diana dai domiciliari, la pensano come i due pm e il sottoscritto. Siamo una minoranza, ma consentitecelo, piuttosto qualificata. 

Che c’entra questo con Andrea Sagliocco? C’entra, c’entra. Perchè noi di CasertaCe l’abbiamo seguito nella sua campagna elettorale per le comunali, dopo averlo incontrato e dopo averci parlato più volte al telefono, abbiamo puntato sulla sua persona, sposando alcune battaglie, da lui suggeriteci, come quella delle assunzioni al Cottolengo. Come tanti furbi di questa provincia, ci ha detto esattamente le cose che volevamo sentire dire su legalità e rotture col passato. Da una parte lui, cioè il bene, dall’altra parte, tutto il mondo di Michele Griffo, cioè il male, da cui Sagliocco, così ha raccontato e ci ha raccontato, si è staccato quando ha capito che quel sindaco era una cinghia di trasmissione del clan dei casalesi.

Abbiamo letto con attenzione le prese di posizione e le giustificazioni addotte da Andrea Sagliocco, quando si è materializzato l’avviso di garanzia che lo ha colpito insieme all’avvocato Saverio Griffo e ad altri, per la questione della lottizzazione-Quadrifoglio (CLICCA QUI PER LEGGERE). E onestamente avremmo preferito non leggerle certe cose ribadite rispetto a questa sua tara limpidissima di legalità, perchè, nel mentre, subito dopo che i carabinieri avevano messo “a ferro e fuoco” il comune di Trentola, noi ci siamo posti il problema di ricostruire la biografia personale e professionale di Sagliocco, e non ci siamo rimasti bene. E non certo rispetto alle vicende un pò particolari della sua vita professionale, ma di fronte a ciò che lui aveva narrato durante la campagna elettorale, che poi si è dimostrato falso in quanto quei fatti si sono in realtà svolti in maniera diversa dal suo racconto.

Faremo, dunque, un breve viaggio e con tre o quattro focus, vi declineremo il mondo di Sagliocco che conduce direttamente a solito “mondo di mezzo” dell’agro aversano e dintorni, agganciato ad ogni carro della politica, nessuno escluso, usando un’espressione divenuta celebre per il caso Buzzi e per la famosa inchiesta della Procura di Roma.

Un “mondo di mezzo” fatto di congiunti, di camorristi, di ben noti frequentatori della zona grigia imprenditoriale, di faccendieri storicamente coperti dalle istituzioni, che Sagliocco ha appoggiato, in campagna elettorale, esattamente come altri soggetti dello stesso tipo, hanno appoggiato il suo competitor Apicella sostenuto, a quanto pare, anche da Michele Griffo. Ergo: in questi comuni dell’agro aversano, ma non solo, non si salva proprio nessuno e se vuoi vincere le elezioni, devi comunque essere appoggiato dal mondo di mezzo o quantomeno da una sua porzione.

Siccome l’introduzione era doverosa ma ha allungato l’articolo, vi raccontiamo una sola cosa specifica, in questa prima puntata. Sagliocco ha sempre dichiarato, e lo ha fatto anche direttamente a noi di CasertaCe, che lui, come abbiamo già scritto prima, era uscito dall’amministrazione di Michele Griffo, che sosteneva in consiglio comunale dopo aver compreso che Griffo era un camorrista, poco più o poco meno.

Senza sputar sentenze, la narrazione di Andrea Sagliocco è semplicemente falsa. E non perchè noi abbiamo una ricostruzione opinabile da opporre alla sua. No, noi abbiamo documenti, atti ufficiali che provano esattamente quello che sosteniamo e cioè che Andrea Sagliocco ha mentito. Una roba che in America comporta di per sè la decadenza dai massimi uffici costituzionali, a partire da quello principale di presidente degli Stati Uniti ma che qui, in provincia di Caserta, rappresenta un requisito positivo, dato che se non sei bugiardo, non sei buono a far la politica.

Correva l’anno 2014, era il 21 ottobre. Sagliocco prendeva la parola in consiglio e affermava, in sostanza, che le sue dimissioni erano legate a quella che definiva una campagna di diffamazione, fatta di lettere anonime, infamanti, su due questioni che associavano i suoi interessi personali con la potestà dell’amministrazione comunale: “Mi riferisco – affermò testualmente il consigliere comunale all’atto delle sue dimissioni – all’ormai famosa vicenda della farmacia comunale ed alla altrettanto famosa vicenda della licenza edilizia che io avrei chiesto o dovuto chiedere (non si è ancora capito). non nego di essermi occupato, da assessore al ramo,d ella farmacia comunale…“.

Ovviamente Sagliocco affermava di essersene occupato nell’interesse della comunità. E noi possiamo anche considerare questa sua affermazione, veritiera. Ma cosa c’entra questo con le considerazioni sulle ombre di camorra che si addensavano sul sindaco Michele Griffo? In nessun passaggio di quell’intervento, Sagliocco ne fa cenno, anzi, quelle dimissioni sono precisamente motivate attraverso il racconto di fatti specifici che nulla avevano a che vedere con l’operato del sindaco. O, almeno, questo risulta da ciò che Sagliocco dichiara e che riempie il verbale di quella seduta consiliare.

A proposito di farmacie, probabilmente Sagliocco avrebbe fatto bene, senza che questo voler dubitare, fino a prova contraria, del suo corretto approccio alla questione, dall’astenersi dall’inserire dal far inserire nelle sue deleghe quella alla farmacia comunale di Trentola, peraltro al centro di tante cose, come abbiamo letto nelle ordinanze, nelle parti collegate ai dissidi nati tra Michele Zagaria e la famiglia Capoluongo. Avrebbe fatto bene, perchè il mondo delle farmacie rappresenta uno dei legittimi e principali business della sua famiglia, perchè la cognata, moglie del fratello Raffaele, un professionista importante nella vita politica di Andrea Sagliocco, si chiama Susy Serra, apprezzata farmacista con strutture molto importanti ed accorsate, in quel di Aversa e in quel di Carinaro.

Andrea Sagliocco e il fratello sono diventati soci, a loro volta, di queste farmacie. Come lo vogliamo chiamare? Un conflitto di interessi? Per ora, ci limitiamo a questo. La quarta gamba dell’azienda di famiglia, si chiama Margaret Misso, moglie del sindaco Andrea Sagliocco, il quale, sempre insieme al fratello, con un’operazione speculare a quella compiuta con le farmacie, è diventato socio del centro analisi di proprietà della sua consorte.

Vi diamo appuntamento alla seconda puntata che pubblicheremo in rete molto presto.