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IL FOCUS. Un primo “atlante” di nomi per le candidature alle regionali: le liste del PD, la civica di De Luca con Zannini e Palmeri, quella di Bosco e Mastella, i renziani e la John Milletrastole, la nostra preferita.

20 Maggio 2020 - 21:19

Caserta (gg)- La lunga parentesi del lockdown da  corona virus ha determinato lo slittamento delle elezioni regionali oltre che di quelle comunali. Con ogni probabilità le urne si apriranno la mattina del 25 ottobre, con buona pace del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca che avrebbe voluto votare il prossimo 26 luglio per capitalizzare ciò che ha fatto durante il periodo dell’emergenze con lo scopo divenuto evidente nel momento in cui ha fatto di tutto per portare i campani a votare quasi a ferragosto di conservare la sua poltrona più che badare alla salute dei suoi corregionali, letteralmente graziati dal volume del contagio, al sud molto più basso rispetto al nord, visto e considerato che gli errori madornali compiuti da De Luca, soprattutto per quel che riguarda la gestione dei tamponi, avrebbero creato pesantissime conseguenze, cioè, detto con chiarezza migliaia e migliaia di morti, qualora il volume iniziale dell’epidemia fosse stato in Campania simile a quello registratosi in Lombardia o in Piemonte o nel Veneto oppure in Emilia Romagna.

Con la ripresa sono ripartite anche le attività per la messa a punto delle liste, che poi, a parte qualche eccezione, è l’unica cosa che i nostri consiglieri regionali uscenti sanno fare, non occupandosi mai, al contrario, neppure un attimo dei contenuti e del bene comune.

Partiamo dal PD. Oltre alle sicure candidature degli uscenti Gennaro Oliviero e Stefano Graziano, esistono buone possibilità di una ridiscesa in campo di Lucia Esposito, di San Nicola la Strada. Un’ipotesi che gira in questi giorni è anche quella del maddalonese Giuseppe Razzano, Peppe per gli amici, già candidato sindaco, sconfitto al ballottaggio da Andrea de Filippo due elezioni comunali fa.

Razzano potrebbe scendere in campo in rappresentanza della corrente riferibile alla famiglia stellato- sgambato.

Ma su Razzano dovrebbero convergere anche i voti dell’europarlamentare Pina Picierno, che il nome di Razzano sostenne come candidato sindaco alle citate elezioni comunali di Maddaloni 2017 e che da Razzano fu fortemente appoggiata alle europee del 2019.

Un’altra candidatura al femminile dovrebbe essere quella dell’aversana Elena Caterino, in funzione gregariale rispetto alla corsa di Stefano Graziano.

In verità sta anche circolando il nome della presidente dell’Asi Raffaela Pignetti, anche se si tratterebbe di una sovrapposizione integrale, di un doppione tout-court non in grado di portare al mulino del suo padrino politico Graziano un valore aggiunto apprezzabile.

Sul fronte delle civiche del centro-sinistra, invece, va registrata la prevedibile (e da noi largamente prevista) difficoltà dell’assessora regionale Sonia Palmeri, nel costruire autonomamente la lista che recherà le generalità del governatore uscente.

Per questo motivo è finita sotto la tutela di Giovanni Zannini, il quale dovrebbe monopolizzare la lista, associando alla stessa la consigliera comunale di Aversa, Olga Diana, che in meno di un anno, nel rispetto delle auree tradizioni della città normanna, ma non solo, ha già saltato il fosso essendo stata eletta nella Lega e dunque nel centro destra mentre ora milita nel centro sinistra con mansioni di ruota di scorta della maggioranza del sindaco Alfonso Golia.

Compulsata da Zannini, anche Marika Sferragatta, della nota famiglia di imprenditori edili maddalonesi, sorella del consigliere comunale Nunzio Sferragatta. Con questa potrebbero arrivare a quattro i candidati dell’antica Calatia: il già citato Razzano, il vice Sindaco Luigi Bove nel centrodetsra per Fatelli d’Italia, la Sferragatta, appunto, e, come vedremo nel seguito di questo articolo, Enzo Santangelo.

Ambizioni nutre anche il sindaco di Arienzo Davide Guida, che potrebbe mollare Gennaro Oliviero per tentare un’avventura autonoma nella lista De Luca.

E ora veniamo alla compagine a noi più simpatica, a cui non lesineremo l’appoggio, visto che a promuoverla è il nostro amico di sempre John Milletrastole, al secolo Giovanni Cusano che, superata qualche vicissitudine giudiziaria, è tornato pienamente in campo come uomo di fiducia dei governatore De Luca. Nella sualista, Campania Libera,  è quasi sicura la candidatura di Rany Pagano, ex sindaco di Casaluce. Poi c’è Peppe Tamburro, del Banco delle Opere di Carità, e, ancora due campionissimi: Roberto Cusano, sindaco di Ruviano, paese di cui è nativo Jonnhy Milletrastole e, nientepopodimenoche, Lucia Ranucci da Sparanise, dipendente delle Regione che non ha certo lasciato un gran ricordo di se nel periodo in cui ha svolto la funzione di commissario provinciale dell’EPT, men che meno quando ha ricoperto altri incarichi.

Già strutturata appare la lista di Campania Popolare, che a livello regionale mette insieme Luigi Bosco a Caserta, Clemente Mastella, attivo a Benevento ma anche in parte della nostra provincia, e, per quanto riguarda Napoli e provincia, il ben noto Sommese, quello dell’ordinanza “The Queen”, già assessore regionale del Centro Destra e dunque “regolarmente”, sempre in forza dell’appena citaata “tradizione aurea” passato sull’altro carro, che considera evidentemente migliore in termini di prospettiva di vittoria elettorale.

Già conosciute e in pratica ufficiali sono le candidature del sessano Massimo Schiavone, per capirci, il figlio “di quello delle cliniche”, Steve Stellato di Bellona, Katia Sagliano, l’aversano Orlando de Cristofaro, figlio dell’ex sindaco Enrico de Cristofaro.

In questa compagine dovrebbe scendere in campo anche l’attuale primo cittadino di Casapesenna, Marcello de Rosa, che mollerebbe Stefano Graziano, ma che avrebbe qualche difficoltà rispetto ad una squadra, sfarinatasi per un motivo o per un altro, con lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche dell’amministrazione comunale di Orta di Atella, su cui De Rosa contava, ma anche per i dubbi che sicuramente assaliranno il sindaco di Gricignano.

In quota Mastella, si candiderà Gianluigi Santillo, ex sindaco di San Potito Sannitico e attualmente presidente del consiglio comunale di Piedimonte Matese.

Scotnata anche la candidatura di Liliana Trovato, consigliera comunale di Caserta, che ha festeggiato ultimamente l’assunzione di una consanguinea. Ma questa è un’altra vicenda su cui torneremo più in la.

C’è poi l’ottavo nome, il terzo femminile: Nicola Scognamiglio…attenzione, per il momento non ha cambiato ancora sesso il primario marcianisano dell’ospedale di Maddaloni, da poco trasferitosi da questo ospedale (vicenda Covid) al Melorio di Santa Maria Capua Vetere. L’ottimo e simpatico Nick vorrebbe fortemente che sua moglie Maria Luigia Iodice, medico massimalista di Marcianise, scendesse in campo per cercare la rivincita rispetto alla sfortunatissima esperienza delle elezioni regionali del 2010, quando, da candidata del partito di Francesco Rutelli sfiorò il seggio di un niente, di pochissimi, ma proprio di pochissimi voti.

La Iodice, però, nutre delle perplessità. Sarà Clemente Mastella a tentare di convincerla, mettendo in campo degli argomenti, che dovranno essere molto persuasivi.

Nel caso in cui la Iodice dovesse rimanere risolutamente ancorata al fronte del no, potrebbe configurarsi la candidatura di Isabella Capitelli, di Santa Maria Capua Vetere, sorella dell’attuale consigliere comunale Dino Capitelli, che ha avvicendato nel seggio cittadino, suo fratello, simpaticamente naïf Rino Capitelli, moglie di Giuseppe Scialla, Peppe per gli amici, in passato presidente dell’Ente Parco Naturale del Matese, oggi alla guida di una “roba” alla regione di cui non ricordiamo il nome, nella quale è stato indicato suo tempo, da Giovanni Zannini.

In conclusione, ecco i primi nomi che girano nella lista renziana Italia Viva, organizzata dall’ex europarlamentare Nicola Caputo. In apparenza, l’ipotesi di una discesa in campo di Raffaele Sagliocco, medico ginecologo, simpaticamente chiamato dai suoi colleghi “parto cesareo”, e fratello dell’ex sindaco di Trentola Ducenta Andrea Sagliocco, quest’ultimo arrestato pochissimi mesi dopo la vittoria elettorale, sembrerebbe una roba incredibile.

Ma siccome siamo in provincia di Caserta, e nell’agro-aversano in particolare, una candidatura del genere a pochissimi mesi di distanza dalla Tangentopoli comunale e dal rinvio a giudizio di suo fratello, è perfettamente normale, addirittura logica.

Il secondo nome è quello del casertano di rione Acquaviva, Pasquale Antonucci, un vero e proprio prodigio mondiale, essendo riuscito, nel corso del mese di marzo, quando finanche gli uffici dell’ONU erano chiusi, a partecipare a ben 19 sedute (e vai col tango!)delle commissioni consiliari del comune capoluogo, che risultano ufficialmente e regolarmente celebrate nonostante i divieti del lockdown, con conseguente erogazione dei lauti gettoni di presenza.

Il maddalonese Vincenzo Santangelo, per gli amici Enzo, a cui abbiamo già fatto cenno nella parte iniziale di questo articolo, dovrebbe correre con Caputo e non con Bosco, così come invece è successo cinque anni fa. Una delle presenze femminili potrebbe essere quella di Imma Dello Iacono, consigliera comunale ad Aversa e legatissima a Nicola Caputo.

Infine, un tocco di classe: Arturo Caiazzo, assessore comunale a Villa Literno, un comune in cui il sindaco Nicola Tamburrino, si trova agli arresti domiciliari da cinque mesi e mezzo, ma nonostante ciò, non si è dimesso, restando semplicemente sospeso dalla prefettura, è invece regolarmente in carica nel comitato direttivo dell’Asi. Ciò gli consente di percepire, a casa propria, nel relax degli arresti domiciliari, che peraltro ha condiviso con l’Italia intera per due mesi e mezzo, una significativa indennità mensile.

L’assessore Caiazzo, dunque, fa parte di un’amministrazione che, fregandosene del fatto che il sindaco Nicola Tamburrino sia stato inquisito per vicende riguardanti atti del comune, resta tranquillamente a gestire il potere. Per questa cosa, vale lo stesso commento che abbiamo già fatto relativamente a Raffaele Sagliocco.

Che dire: la maggior parte di queste candidature sono, a nostro avviso, politicamente, ma anche extrapoliticamente, impresentabili.