Il fratello del boss di Cosa Nostra Riina resta in carcere. Si accordò con i CASALESI per un traffico illecito di prodotti ortofrutticoli

15 Settembre 2020 - 19:01

Niente detenzione domiciliare, niente differimento pena per ragioni di salute. Gaetano Riina, 87 anni, originario di Corleone (Palermo), fratello minore del ‘Capo dei capi di Cosa nostra’ Toto’ Riina, resta nel carcere delle Vallette, alle porte di Torino. Il tribunale di sorveglianza del capoluogo piemontese ha respinto l’istanza presentata dai suoi legali. A nulla sono servite le considerazioni sull’eta’, che rendono sicuramente ‘zio Tano’ uno dei reclusi piu’ anziani d’Italia, sulle condizioni di salute e su un curriculum criminale che, secondo le difese, non e’ sovrapponibile a quello del fratello, morto in carcere a 87 anni nel 2017.

“Siamo molto delusi perche’ ci aspettavamo un esito diverso”, dichiara l’avvocato Vincenzo Coluccio, che insieme al collega Giuseppe La Barbera ha seguito la pratica a Torino. Riina, che e’ in regime di alta sorveglianza, non e’ un ergastolano, ma ha un fine pena fissato nel 2023 (salvo sconti) in base a una condanna per partecipazione ad associazione di stampo mafioso inflitta dalla Corte d’appello di Napoli. Soffre di varie patologie e per circa un mese e’ stato ricoverato nel repartino detenuti dell’ospedale Molinette. Ma non e’ la prima volta chiede di uscire. I primi due tentativi andarono a vuoto nel 2019, quando i giudici misero l’accento sulla “natura offensiva dei reati commessi”.

La scorsa primavera fu presentata un’altra istanza anche sull’onda dell’emergenza Covid, che nel resto d’Italia stava portando molti boss verso la detenzione domiciliare. Gaetano Riina e’ stato arrestato nel 2011. Ai carabinieri risultava che stesse lavorando alla riorganizzazione di Cosa Nostra nel Corleonese. Anni dopo si aggiunse l’accusa di avere stretto un accordo con il clan camorristico dei Casalesi per un traffico illecito di prodotti ortofrutticoli.