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Il furto sacrilego della statua lignea di Santa Maria “a Parete”. Diocesi, ministero tra indifferenza e negligenza, la senatrice Margherita Corrado chiede a Franceschini di darsi una mossa

22 Luglio 2020 - 11:25

Nella foto, l’immagine della statua lignea di Santa Maria a Parete, trafugata nel 1985 dalla chiesa patronale San Felice a Cancello.

San Felice a Cancello (pm) – Ad aprile demmo la notizia del ritrovamento in Germania della statua di Santa Maria a Parete – trafugata dalla chiesa patronale di San Felice a Cancello nel 1985 – e della interrogazione rivolta dalla senatrice pentastellata Margherita Corrado al dicastero dei beni culturali per sollecitare la restituzione ed il ritorno in Patria della preziosa spoglia religiosa del 1400.

Oggi ci sono importanti aggiornamenti al riguardo, che forniamo con le parole della stessa parlamentare che sta seguendo tenacemente e meritoriamente la vicenda, di quelle sempre esposte al rischio di ogni tipo di dimenticanza, la quale ha dichiarato:

In attesa che il ministro Franceschini venga in Senato a rispondere all’interrogazione pubblicata il 9 aprile u.s., il Servizio IV-Esportazione della Direzione Generale ABAP del MiBACT riscontra, oggi, la mia pregressa richiesta di informazioni sullo stesso tema dell’atto di sindacato ispettivo: il furto, avvenuto il 9 luglio 1985 nella Parrocchiale di San Felice Martire a San Felice a Cancello (CE), della pregevole statua lignea d’inizio Trecento raffigurante la dolcissima Madonna in trono con Bambino che la tradizione locale chiama Santa Maria “a Parete”. I dati raccolti presso la Soprintendenza competente e il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – Sezione estero, confluiti nella nota odierna a firma della dott.ssa Bentivoglio-Ravasio, svelano una verità inedita e piuttosto spiacevole per la comunità campana in attesa, con me, di quella risposta. Finita sul mercato clandestino internazionale dell’arte, come migliaia di altri tesori ecclesiastici italiani, la scultura fu ritrovata in Germania già nel 1988 ma la rogatoria internazionale venne respinta come inammissibile dalle autorità tedesche e, nel 2000, l’Interpol Wiesbaden ritenne che il detentore dell’opera l’avesse acquistata in buona fede, chiudendo ogni porta alla possibilità di reclamarne la restituzione. La nota precisa che la diocesi di Acerra,

già proprietaria della statua, fu allora messa in condizione di contattare tale soggetto per avviare, eventualmente, “trattative dirette finalizzate al rientro del bene”. Sarà mia cura, affiancando l’associazione culturale locale che mi segnalò il caso, accertare se questa diocesi abbia assunto iniziative, nel 2000 o più di recente, e con quale esito; a prescindere da quelle, occorre ora impegnarsi per sapere se la Madonna con Bambino sia ancora nelle mani di colui che la deteneva nel 2000 o sia passata ad altri, per avviare contatti virtuosi utili a far rientrare definitivamente o anche solo temporaneamente, organizzando apposite esposizioni, un tassello importante del patrimonio culturale italiano e della tradizione religiosa di San Felice in particolare.

Proponiamo qui, ai nostri lettori, anche il video di uno specifico intervento della senatrice Margherita Corrado su tutta la complessa questione.