IL RETROSCENA. Data, appuntamento e nomi: ecco come Danilo D’Angelo si è “suicidato” quel 9 agosto. L’audio e la denuncia presentata da…

5 Ottobre 2020 - 19:01

CASAGIOVE – Tutto inizia il 9 agosto quando Danilo D’Angelo, che aveva già annunciato la sua candidatura a sindaco ma che sarebbe stata presentata il 20 agosto, 10 giorni dopo, incontra in quel di Cuccagna un soggetto di sesso maschile. In effetti, leggendo la stampa locale di Casagiove, di questa persona viene fatto anche il nome e il cognome: Ottavio Chiavaroli. Noto nella rete per aver raccontato la sua storia di vita e l’incidente gravissimo dal quale si sarebbe salvato grazi ad un intervento nel suo libro L’Uomo dei Miracoli. va aggiunto che fino al giugno scorso Chiavaroli, attivo nella vita politica di Casagiove e impredicato anche di candidarsi al consiglio comunale, aveva pubblicamente annunciato la rinuncia ad una diretta discesa in campo e una decisa, determinata scelta in favore di Danilo D’Angelo che riteneva “la persona giusta per una definitiva ripresa di un paese da troppo tempo maltrattato“, così si esprimeva, infatti, in una recente intervista giornalistica.

Cosa sia successo in due mesi nei rapporti tra Chiavaroli e D’Angelo non si sa, fatto sta che a quell’appuntamento il primo si è recato con il registratore dello smartphone già attivato. In quell’occasione, stando a quello che risulta dall’indagine svolta dai carabinieri della stazione di Casgiove, coordinati dalla Procura della repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ci

sarebbero stato delle offerte, non sappiamo se di lavoro o di danaro, che D’Angelo avrebbe presentato al Chiavaroli. Questa registrazione è rimasta impressa nello smartphone di chi l’aveva realizzata. Poche ore dopo, evidentemente dopo aver ascoltato con le proprie orecchie ciò che D’Angelo ha detto a Chiavaroli, è stato proprio Giuseppe Peppe Vozzagià sicuro candidato sindaco, a presentare denuncia ai carabinieri.

Da allora al 19 settembre, cioè 24 ore prima dell’apertura delle urne, sono trascorsi 40 giorni, quelli serviti al Pubblico ministero per convincersi sull’esistenza di elementi che giustifichino pienamente una prosecuzione del procedimento giudiziario, fondato su un’ipotesi di reato di voto di scambio, formulato attraverso un’informazione di garanzia e soprattutto attraverso la conclusione delle indagini preliminari, a carico di Danilo D’Angelo.

Questa è la ricostruzione cronologica dei fatti. Chiavaroli, dunque, a giugno rilascia un’intervista in cui si schiera con D’Angelo. Due mesi dopo, va col registratore e in qualche modo inguaia il suo ex amico determinando, per effetto dell’uscita della notizia il giorno precedente alle elezioni, l’esito delle stesse che per una manciata di voti ha arriso alle ambizioni di Giuseppe Vozza.