IL RETROSCENA. SAN NICOLA. Ci siamo incuriositi e ora vi spieghiamo cosa è successo veramente nella storia dei 50 senegalesi fantasma da sottoporre a QUARANTENA COVID

20 Luglio 2020 - 16:58

SAN NICOLA LA STRADA (g.g.) – Il sindaco Vito Marotta non è l’unico in provincia di Caserta a non avere il polso reale di quanti immigrati abitano all’interno del proprio comune. La stragrande maggioranza delle amministrazioni comunali, essendo questo un territorio di furbizia e di indolenza, hanno passato all’Asl la patata bollente delle certificazioni di agibilità dei locali in cui, a residenze già preesistenti, si aggiungono quelle di altre persone che arrivano dai Paesi di origine, utilizzando l’istituto del ricongiungimento familiare.

Il problema è che i comuni, tra questi San Nicola, si guardano bene dall’erogare un’abilitazione di agibilità abitativa, la cui potestà gli riguarda esclusivamente. Perché se uno deve attestare la regolarità urbanistica dell’immobile, la consistenza strutturale dello stesso, questo non lo puoi ottenere dall’Asl, che certificherà la parte dedicata ai requisiti igienico-sanitari.

Dunque, è successo che quando l’Asl, l’altro giorno, è dovuta intervenire sul focolaio dei senegalesi, ha realizzato un appello a cui hanno risposto, in due distinte aree immobiliari, una quarantina di persone. Su questo numero si è cominciato a lavorare per stabilire il regime di quarantena per coloro i quali erano entrati in contatto con i positivi al Covid. Quando il sindaco Marotta ha preso coscienza dei luoghi in cui l’emergenza si era concentrata, è andato a vedere all’anagrafe e lì, udite udite, nelle due aree immobiliari risultano 90 residenti.

Ovviamente, Marotta ha preteso che fossero praticati altrettanti tamponi. Aggiungiamo noi, tamponi fantasma, perché di almeno una cinquantina di persone non c’era assolutamente traccia. Qualcuno si è trasferito nelle zone litoranee del commercio ambulante dei mitici vu vumpra, altri hanno cambiato zona, andando in altre parti d’Europa o addirittura nel loro Paese.

Ecco l’inghippo dei 50. Ma tutto ciò attiene alla responsabilità e all’inefficienza die comuni casertani. In questo caso, è stato pescato quello di San Nicola La Strada. Novanta residenti vuol dire che lì gli uffici comunali hanno, volta per volta, scaricato ogni responsabilità sull’Asl che, da parte sua, svolgendo solamente l’azione di verifica igienico-sanitaria, non trovava difficoltà a dare il proprio placet, anche perché all’interno di quei locali trovava un numero limitatissimo realmente presente. Questa attività dell’Asl era mossa, però, da ulteriori richieste di congiungimento, che il comune assorbiva nella sua anagrafe senza minimamente preoccuparsi che quegli immobili, quelle stanze mai e poi mai, di fronte ad una verifica di agibilità riguardante i requisiti tecnico-amministrativi, avrebbero potuto ospitare tutte quelle persone. Si è creata una discrasia nei giorni scorsi, quindi, tra i 40 individuai e individuabili dall’Asl e i 90 che figuravano all’anagrafe del comune e ad un sindaco, Vito Marotta, ignaro di quello che era capitato negli anni per arrivare a quel numero spropositato e di fatto inesistente di residenti all’interno delle aree immobiliari sottoposte all’analisi covid.