LA FOTO CASERTA. Pericolo in via Ferrarecce, un albero potrebbe cadere. In città sono arrivati al quinto piano dei palazzi. I casertani saranno uccisi dalla loro ignavia
1 Ottobre 2024 - 11:31
La segnalazione ci è arrivata da un nostro lettore, che ringraziamo, permettendoci però di porgli qualche domanda un po’ indiscreta ma sicuramente costruttiva sul suo voto o non voto alle ultime elezioni comunali
CASERTA (G.G.) – L’amministrazione comunale di Caserta, se volesse un confronto con noi, dovrebbe consegnarci un estratto conto di quanto ha speso per la gestione del verde pubblico negli ultimi 5-6- anni.
Secondo noi, milioni di euro. Scusate se utilizziamo di nuovo la citazione di un programma scientifico in onda su Focus.
Se si estinguesse l’uomo, questo documentario scientifico simula, ovviamente con l’ausilio di immagini ricostruite al pc, cosa succederebbe nel nostro pianeta, ad esempio in città come New York.
A
La fotografia che ci ha mandato una lettrice mostra la condizione di un albero piantato in via Ferrarecce al civico 103 che si è inclinato parecchio.
“Al primo temporale, con ogni probabilità, questo albero cederà sulla strada facendo danni ai cittadini inconsapevoli del rischio….le radici alla base sono erose e si è creato un incavo….per nn parlare che in altezza gli alberi hanno raggiunto il quinto piano! Vi prego caldamente di portarne a conoscenza la cittadinanza con la speranza che qualcuno addetto negli uffici competenti del Comune legga questa incresciosa denuncia, visto che nn rispondono al telefono!”
Ci sono alberi a Caserta, come segnala giustamente la lettrice, la cui altezza è arrivata al quinto piano dei palazzi. Non bisogna essere un agronomo, ma basta un contadino 90enne ancora vispo per dirti che la potatura, intesa come insieme di azioni finalizzate a garantire la vita di una pianta, è per l’appunto questione di vita o di morte.
Se un albero viene fatto crescere in maniera disordinata, si indebolirà gradualmente e cadrà anche per effetto di un solo refolo di vento, o addirittura senza, com’è già successo a Caserta.
Avvocato del diavolo e autocontestazione del concetto: e allora in un bosco in Amazzonia, dove certamente gli alberi non vengono potati?
Intanto quella vegetazione è inserita da milioni di anni in quel contesto macro e micro-climatico. Lì non ci sono alberi piantati nel cemento solo 15 anni fa.
Ma ammesso e non concesso che un albero dell’Amazzonia cada, e questo capita sicuramente, non cadrà in testa a nessuno e anche quell’evento sarà l’anello di una catena biologica lunga milioni di anni e destinata, se l’uomo non si autodistruggerà insieme al pianeta, un evento costitutivo di altri eventi destinati a durare milioni di anni.
Se tu invece Carlo Marino, come stai facendo, pianti un albero in via Ferrarecce o in corso Trieste, basta fare una passeggiata per verificarlo, le cui foglie arrivano al terzo, quarto, quinto piano, con un tronco rachitico perché tenere un albero vivo a fianco a quello che il Celentano ambientalista di fine anni ’70 definiva “alberi di 30 piani”, è estremamente difficile.
C’è bisogno di cura.
Pensate un po’ che a Milano, in questi mesi, ci si lamenta del sindaco Beppe Sala, il quale evidentemente sta facendo peggio dei suoi predecessori.
Il sottoscritto c’è stato di recente e non esiste un angolo della città, a partire dalle periferie, che non sia riempito da un prato di erba ben curato o da un albero.
Non abbiamo incrociato, e stiamo parlando della Bicocca, ossia di un’area lontana dal centro della città, uno slargo abbandonato a se stesso con un cemento sbrecciato come quelli che si contano a centinaia nella città di Caserta.
Ma dove vogliamo andare?
Questa valutazione non va indirizzata ai governanti, ma ai cittadini.
Dopo averlo ringraziato, la nostra lettrice ci permetterà, in amicizia, di rivolgergli una domanda un po’ provocatoria ma anche costruttiva: anzi due domande in una
Alle ultime elezioni comunali del 2021 è andato a votare? Soprattutto, è andato a votare al turno di ballottaggio? Infine quella più osé: se sì, per chi ha votato al primo turno e poi al ballottaggio?
Il problema è questo. Perché se voi casertani continuate a muovervi fuori dal contesto di una identità civica e civile che non avete, gli alberi vi cadranno in testa tutti.
Quelli che non sono andati a votare, soprattutto al ballottaggio, si sono pronunciati a favore del mantenimento dello status quo.
Ora, noi non sappiamo, né possiamo affermare a priori che i competitor del primo turno e quelli del secondo turno di Carlo Marino, ma soprattutto del suo sistema di (s)governo della città sarebbero stati migliori di lui.
Però, cavolo, proviamo, facciamo qualche cosa. Ma è mai possibile che i casertani accettino di vivere in questa lotamma? Ma non vanno qualche volta a Bologna, a Milano, a Parigi, diciamo anche in una città di medie dimensioni, assimilabile dunque a Caserta, delle province emiliane, venete, lombarde, ma anche laziali e toscane?
Non hanno vergogna quando fanno un giro per il centroo storico di Siena, di Arezzo, di Sondrio?
Amor proprio. Ma questo non è un popolo di amore, piuttosto un coacervo di assatanati che vivono ogni minuto della loro giornata per sgraffignare un soldo di qua o di là.