LA FOTO. La storia di “Mischa”, il gerarca nazista che ha torturato e ucciso 18 civili, sepolto a Santa Maria Capua Vetere. Mirra risponde ai partigiani

24 Aprile 2019 - 16:03

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Le polemiche non si placano, proprio a pochi giorni dal 25 Aprile, sulla sepoltura del gerarca nazista Michael Seifert nel cimitero di Santa Maria Capua Vetere. Un caso sollevato dall’associazione nazionale partigiani che ieri (LEGGI QUI) ha richiesto al sindaco Antonio Mirra che la tomba di uno dei comandanti sul campo del Terzo Reich venga resa anonima, per evitare, come si vede in foto, la posa di fiori in sua memoria.

Michael Seifert arriva in Italia nel 1944 e viene assegnato al Comando della polizia di sicurezza e del servizio di sicurezza presso il comando supremo delle SS in Italia, ricevendo l’incarico di addetto alla vigilanza del campo di transito di Bolzano fino alla fine del secondo conflitto mondiale. Ed è nel campo di concentramento di Fossoli che “Mischa” ha torturato ed ucciso almeno diciotto civili, molti dei quali adolescenti. Come testimoniato anche dal presentatore tv Mike Bongiorno che di lui disse: “Me lo ricordo grande, robusto, biondo. Misha, lo chiamavano. Una mattina mi ha chiuso in una specie di gabbia per polli all’interno del campo di concentramento di Bolzano“. Seifert ha agito autonomamente, uccidendo e torturando senza alcun particolare motivo e per questa sua crudeltà che verrà ricordato come “Il

boia di Bolzano“. Alla fine della guerra scappa verso il Canada dove, nel settembre 2000 un reporter del Vancouver Sun, Bill Keay, lo riconosce e lo fotografa, aiutando così la identificazione di “Mischa” che verrà condannato all’ergastolo ed estradato in Italia nel febbraio 2008. Durante la notte del 25 ottobre 2010 si è fratturato un femore; ricoverato all’ospedale di Caserta in gravi condizioni (il suo quadro clinico era già compromesso a causa di una peritonite), è deceduto il 6 novembre 2010.

Ha parlato così il sindaco di Santa Maria Capua Vetere , Antonio Mirra, alla richiesta del presidente dell’Anpi Alto Adige Südtirol, Guido Margheri, e quello di Caserta, Agostino Morgillo.”E’ il secondo anno che si accende questa polemica sulla richiesta della sepoltura anonima della salma del criminale nazista Michael Seifert. Non ho però nessun elemento di ordine pubblico che ci possa far pensare di pratiche naziste consumate nel nostro cimitero. Tanto meno non ho mai ricevuto nessuna segnalazione o relazione né dai custodi e né dalla polizia municipale addetti alla sorveglianza. Se fosse avvenuto il contrario avrei subito avvisato il Prefetto di Caserta.”

Continua Mirra: “Ho appreso dell’esistenza di questa tomba già lo scorso anno ed ho visionato la pratica militare. Su richiesta della moglie del criminale nazista che vive in Canada vi è stata un’autorizzazione militare di sepoltura in questo cimitero e di inserire il nome sulla tomba. Se ci fosse stato una minima segnalazione di un pellegrinaggio avrei agito subito. Non possiamo essere certi che quei fiori deposti in questi giorni siano stati portati per il boia, dal momento che c’è un’altra tomba in quel loculo del cimitero ma – conclude il sindaco – faremo ulteriori verifiche“.