LA NOTA. Altra barzelletta: il sindaco Martiello revoca l’autosospensione, cioè il nulla. Ma tirare per la giacchetta i magistrati della Dda è un errore. Risponda a due domande

24 Febbraio 2022 - 13:30

Stamattina l’annuncio surreale, visto e considerato che l’autosospensione del sindaco è un’istituto inesistente nell’ordinamento italiano. Aver fatto uscire questa cosa, all’indomani dell’interrogatorio a cui è stato sottoposto, denota un mancato rispetto nei confronti delle istituzioni giudiziarie. Avrebbe potuto evitare queste barzellette, non annunciando, lo scorso 10 dicembre, la sua autosospensione, cioè il nulla

 

 

SPARANISE (G.G.) – Se si esamina la posizione del sindaco di Sparanise Salvatore Martiello da un punto di vista squisitamente giudiziario, poco c’è da commentare su quelli che potrebbero essere stati i contenuti dell’interrogatorio a cui si è sottoposto ieri al cospetto dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia che lo hanno indagato per l’ormai arcinota vicenda dell’appalto aggiudicato all’imprenditore Pasquale Capriglione per l’erogazione di Servizi Sociali, una ludoteca e non solo all’Ambito intercomunale di cui Sparanise è capofila.

Ne abbiamo viste e raccontate tante, negli anni, al punto da essere in grado di affermare che l’errore più grande che un indagato possa fare nel momento in cui lascia la stanza di un magistrato dell’accusa, è quello di scambiare la cortesia, la gentilezza, il rispetto personale ricevuto durante l’interrogatorio, per un esito dello stesso che incute fiducia per un’archiviazione delle accuse mosse.

Potremmo citare almeno tre o quattro esempi di persone, soprattutto politici, interrogati dai magistrati della Dda e usciti da quelle stanze con il sorriso sulle labbra, salvo poi vedersi rinviati a giudizio, che è un passaggio non prevedibile in base ad una stretta di mano o ad una apparente empatia registrata durante un interrogatorio.

La premessa serve in quanto siamo costretti oggi, come lo fummo il 10 dicembre, quando il sindaco Salvatore Martiello fu sottoposto ad una perquisizione da parte degli uomini della Squadra Mobile di Caserta, su mandato degli stessi magistrati che ieri hanno interrogato il sindaco, a produrre un racconto surreale, metafisico.

Salvatore Martiello, quando è stato raggiunto dall’avviso di garanzia, si è autosospeso dalla carica di sindaco.

Il che, per la legge, non significa nulla. Non esistendo questo istituto giuridico in nessun codice e in nessuna legge.

Si tratta di un gesto simbolico, ripetiamo irrilevante da un punto di vista amministrativo, fatto per dare l’idea di un rispetto usato nei confronti dell’istituzione che si rappresenta e dei cittadini della propria comunità.

Stamattina leggiamo che il sindaco Salvatore Martiello ha revocato la sua autosospensione. Dunque, dal punto di vista amministrativo, ha revocato il nulla.

Perché lui, per la legge, è stato sindaco di Sparanise fino al 10 dicembre, ha continuato ad esserlo dal 10 dicembre ad oggi, e lo è stamattina esattamente come lo è stato sempre, anche dal 10 dicembre 2021 al 24 febbraio 2022.

Dunque, giusto per fare un poco di ammuina.

Il dato che però vogliamo rilevare e che rappresenta a nostro avviso un errore di valutazione compiuto da Martiello e forse anche dal suo avvocato, è quello di legare l’asserzione, pur immaginifica, della revoca dell’autosospensione, all’esito dell’interrogatorio di ieri che, parlando seriamente, rappresenta semplicemente una tappa endoprocedimentale che non ipoteca il resto di niente e che non cambia di una virgola la posizione della Dda, che è una e una sola: quella scritta nella documentazione giudiziaria fino ad oggi emersa, nella quale non viene detto assolutamente che Salvatore Martiello è colpevole, è reo, ma viene detto che Salvatore Martiello è sospettato di aver favorito l’aggiudicazione di quella gara a Pasquale Capriglione, dimostrando di essere realmente un anello della catena azionata da un’organizzazione di potere in grado di attivare potenti forze persuasive nei confronti della politica regionale, provinciale e comunale.

L’aver legato, dunque, la revoca dell’autosospensione all’esito dell’interrogatorio di ieri, significa, per usare un’espressione di Tonino Di Pietro divenuta proverbiale “tirare i magistrati per la giacchetta”, dando l’idea che quello che si è svolto ieri a Napoli non sia stato un normale interrogatorio interno ad un’inchiesta che non ha ancora prodotto i risultati che comunque, in un verso o nell’altro, dovrà produrre, per una sorta di processo conclusosi con un’assoluzione che in realtà non c’è, alla stregua di una sentenza di colpevolezza anticipata.

Il problema di Martiello sarà quello di dimostrare di non aver compiuto alcun reato.

Magari ci riuscirà. Ma sul piano etico-politico, che lui ha voluto attivare con questa barzelletta dell’autosospensione, a nostro avviso non è colpevole, ma colpevolissimo, visto e considerato che l’aggiudicazione a Pasquale Capriglione di quella gara è solo un’episodio tra i tantissimi che rivelano l’esistenza di una sola regia, di un filo rosso che collega la relazione tossica tra una certa impresa e una certa politica casertana.

Quando Salvatore Martiello ci dirà perché ha assunto Giorgio Magliocca, poi sostenuto da lui e da Zannini alle elezioni provinciali con toni autenticamente rusticani, quando ci dirà perché ha assunto uno il quale si è messo immediatamente in aspettativa, proprio a dimostrazione dell’assoluta inesistenza di alcuna relazione tra questa assunzione e il bene pubblico e gli interessi dei cittadini di Sparanise, allora potremo cominciare a ragionare.

Quando Salvatore Martiello ci dirà perché il segretario del Comune di Mondragone è lo stesso del Comune di Sparanise, quando ci convincerà che non esiste una regia che mette insieme trenta, forse quaranta sindaci i quali poi accolgono certe direttive che arrivano sull’esito degli appalti, sulle assunzioni e sulle dirigenze di controllo, allora, sindaco Martiello, potremo discuterne.