LA STORIA. CASERTA. Tutta la rete ride della povera donna che dice di essere la proprietaria della REGGIA. Senza moralismi, è una porcheria, al pari dei servizi sociali del Comune

11 Giugno 2021 - 12:50

Se è velleitario e anche sbagliato, dentro ad una valutazione dei costi e dei benefici sociali, pensare ad un contenimento della vulgata nelle aree digitali, le quali rispecchiano lo stato della società, ci si può quantomeno augurare un’articolazione che contenga anche qualche voce che riesce ad andare al di là di una propria risata

 

CASERTA – Come in tutte le cose della vita queste offrono uno spaccato positivo ma anche il più delle volte, un rovescio negativo della stessa medaglia. La rete è così. La rete piange, ride, si arrabbia ma non sta lì a sottilizzare più di tanto quello che è l’aspetto più intimo, più profondo di ciò che mostra. In poche parole, la rete è superficiale ed essendo tale, è chiaro che faccia risaltare molto di più i difetti che non i pregi di chi la popola e di chi ne usufruisce.

Questa donna, la quale probabilmente era distante dalle sue piene facoltà mentali e che dice di essere la proprietaria della Reggia, rappresenta proprio un caso del genere. Il video è diventato virale e tutti ne ridono. Diventando virale, è divenuto anche pubblico. Per cui tutti ridono rispetto ad una persona che soffre sicuramente di una patologia psichiatrica molto seria, rispetto alla quale occorrerebbe esattamente il contrario di ciò che, al contrario, fa la rete. Un qualcosa di diverso che non potrà mai divenire, per come essa è costituita, il pensiero prevalente della rete, dalla quale, però, sarebbe ragionevole e non velleitario, attendersi qualche voce dissenziente, qualche post che dia una chiave di lettura diversa rispetto all’appecoronamento sadico-demenziale, di episodi come quello della povera donna, sedicente proprietaria della Reggia. Giusto per sentirci un pò più in una democrazia, non per bollare necessariamente d’infamia uno che ride sopra alle sventure altrui, dato che noi, essendo liberali, non possiamo essere per definizione moralisti, ma abbiamo il dovere di arrivare all’espressione del nostro punto di vista attraverso un processo culturale basato esclusivamente sull’argomentazione.

Proteggere la privacy in questo caso significa proteggere la dignità di un essere umano, il quale chiaramente non ha avuto e non ha la possibilità di esprimersi nelle sue piene facoltà-mentali. E figuriamoci, a proposito di liberalismo e di libertà, questa cosa la diciamo noi che non siamo certo degli intransigenti estimatori di un concetto di privacy spinto all’estremo opposto e che diviene dunque steccato, proibizione spacciati per delimitazione degli spazi di libertà in base al rispetto degli spazi altrui. Però, in questo caso, abbiamo deciso di non pubblicare il video, limitandoci solamente a un fermo immagine che in qualche modo non consente comunque di identificare il viso della malcapitata.  Su queste cose non c’è niente da ridere e ve lo dice uno che ha fatto della satira, dell’ironia e della goliardia un elemento centrale del proprio lavoro; queste cose dovrebbero interessare ai servizi sociali del comune di Caserta che, invece, sono in altre faccende affaccendati, cioè, a spartire lavori, affidamenti e tanti quattrini alle solite cooperative amiche e al solito stuolo di nani e tante ballerine.