LA TRUFFA DEI TAMPONI. Accusati di aver favorito la diffusione del CORONAVIRUS. Coinvolti un medico e personale sanitario

13 Ottobre 2020 - 20:25

CASERTA – Sponsorizzavano su internet ed eseguivano, illecitamente, tamponi naso-faringei a domicilio che poi venivano analizzati anche con apparecchiature destinate alla rilevazione dei virus animali, mettendo a rischio l’esatto esito degli accertamenti e favorendo cosi’ la diffusione della pandemia da SARS-CoV-2.

E’ quanto hanno scoperto i carabinieri del Nas di Napoli che oggi, insieme con i colleghi del comandi provinciali di Napoli e Caserta hanno eseguito una ventina di perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Napoli (sostituto procuratore Maria Di Mauro, procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio). Dai primi accertamenti e’ emerso che le persone risultate contagiate venivano rispedite a casa e non avviate, per la loro sicurezza e per la sicurezza di tutti i cittadini, verso idonei percorsi di cura.

Inoltre i risultati delle analisi dei tamponi non venivano comunicati alle autorita’ sanitarie preposte. Complessivamente sono una dozzina le persone coinvolte nella truffa, tra le quali figura anche un medico del Servizio Sanitario Nazionale. Gli accertamenti, anche del tipo sierologico, costavano tra i 40 e 60 euro. Le attivita’ d’indagine sono scaturite da alcune verifiche eseguiti dai militari del Nas di Napoli sulla filiera organizzativa deputata allo screening sanitario. Accertamenti finalizzati a stabilirne la regolarita’ sia sotto il profilo della legittimita’ delle autorizzazioni, sia sulla idoneita’ delle professionalita’ impiegate.

L’organizzazione e’ risultata sprovvista delle autorizzazioni amministrative e sanitarie, era composta da faccendieri e da personale sanitario (alcuni sono anche convenzionati con il Servizio Sanitario Regionale e impiegati presso le postazioni territoriali di emergenza 118), risultati anche collaboratori di una societa’ operante nel settore della commercializzazione di dispositivi medici. Il Nas e i carabinieri dei comandi provinciali di Napoli e Caserta ritengono di avere raccolto elementi in ordine all’effettiva illiceita’ nella procedura di esecuzione e delle successive attivita’ di analisi e refertazione.

E’ stata sequestrata una copiosa documentazione certificativa-sanitaria. Sequestrati anche oltre 10mila kit per tamponi, alcuni risultati scaduti, centinaia di test rapidi, materiale informatico, apparecchiature elettromedicali per processare tamponi e test sierologici, nonche’ un’ingente somma di danaro. La Procura della Repubblica di Napoli ipotizza, per ora, il reato di associazione finalizzata alla truffa. Non si esclude che, alla luce delle risultanze investigative e dall’analisi della documentazione acquista, possa essere anche contestato il reato decisamente piu’ grave di epidemia dolosa.