L’Antimafia indaga su un maxi imbroglio milionario con le fatture. Perquisita la sede del Brescia Calcio e blitz anche nel casertano

11 Giugno 2025 - 10:52

CASERTA – C’è anche la provincia di Caserta tra quelle interessate dalla vasta operazione della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Brescia, che ha portato all’esecuzione di numerose perquisizioni personali e locali in undici province italiane. L’indagine riguarda una presunta frode fiscale basata sulla commercializzazione di crediti IVA inesistenti, con un danno stimato in oltre quattro milioni di euro. Tra i soggetti coinvolti, anche il Brescia Calcio S.p.A., che secondo gli inquirenti avrebbe beneficiato dell’acquisto di crediti fittizi per abbattere il proprio carico fiscale. L’operazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia con il supporto dei reparti territoriali, ha coinvolto complessivamente 25 soggetti – 11 persone fisiche e 14 società – tra cui figurano anche aziende e soggetti attivi nel Casertano. Secondo gli investigatori, il meccanismo fraudolento ruotava attorno a società di comodo, formalmente operative ma prive di reali attività, spesso intestate a persone già note per reati tributari. Queste avrebbero generato falsi crediti d’imposta, successivamente ceduti tramite una società “veicolo” dichiarata a Milano, ma priva delle necessarie autorizzazioni e di un’effettiva struttura aziendale.

La rete di cessioni avrebbe consentito a diverse imprese, tra cui quella sportiva bresciana, di ottenere indebiti vantaggi fiscali. Un ruolo rilevante sarebbe stato svolto anche da uno studio professionale con sede nella provincia di Brescia, il cui coinvolgimento è attualmente al vaglio degli inquirenti. Nel corso delle perquisizioni, sono stati acquisiti documenti utili a verificare eventuali responsabilità amministrative delle imprese coinvolte, in particolare rispetto all’adozione dei modelli di controllo previsti dal decreto legislativo 231/2001. Al momento, le indagini sono ancora in corso e le misure adottate si basano sugli elementi raccolti finora. Gli indagati restano, come previsto dalla legge, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.