L’ASL DEI LADRONI. Nomi e cognomi di infermieri e medici che hanno rubato con Carizzone i soldi per progetti di Salute Mentale mai realizzati

9 Marzo 2021 - 13:51

In calce all’articolo, l’elenco dei capi di imputazione che vanno dal 6 al numero 11. I reati contestati anche al “figlio degli Stabile” cioè ad Antonio Stabile, il falso del pubblico ufficiale diretto o in concorso, la truffa diretta o in concorso e il peculato ugualmente diretto o in concorso

 

AVERSA(g.g.) Una vera e propria fabbrica della truffa e della ruberia generalizzata. Questa parte dell’ordinanza culminata con l’arresto del super dirigente Asl Luigi Carizzone, è quella maggironamente sconfortante.

Oddio, nulla di che, lo sapevamo già. Se questo territorio è quello che è, ciò accade perchè il cosiddetto corpo sociale nel caso specifico corpo socio professionale, si specchia ed è il conseguente produttore di tutti i ladroni che vanno a governare la cosa pubblica. Per cui non è azzardato affermare e non è certo demagogico, fotografare la situazione in questa maniera: il popolo casertano, ci limitiamo a valutare la zona di nostra competenza, è finanche peggiore dei suoi governanti.

La differenza è che nel caso di Carizzone, che da buon “batterista”, non poteva non avere “la sua band”, il tutto diventa più evidente, il tutto si concretizza con delle pratiche, per una volta almeno, messe a fuoco dall’autorità giudiziaria

Semplifichiamo: nel Dipartimento di Salute Mentale (ma siamo sicuri che questo non avvenisse e non avvenga anche in altri dipartimenti dell’Asl di Caserta?) si svolgevano, naturalmente, solo sulla carta, attività professionali extra ordinarie. Li chiamavano e li chiamano progetti. Sono chiacchiere, pezzi di carta che hanno attestato l’avvenuta realizzazione di cose che in realtà non sono neanche cominciate.

Come potrete leggere in calce a questo articolo, non è che erano in uno o in due a realizzare tutto ciò. Esisteva una sorta di “vice casta” che potremmo definire anche casta dei poveri (si fa per dire) cioè di infermieri e medici che si sono visti riconosciuti decine di migliaia di euro per un lavoro, per un’attività che non hanno mai svolto e che è stata attestata falsamente da Carizzone o, per quanto riguarda alcuni capi di imputazione, dagli stessi medici che da un lato “mangiavano”, incassando fior di quattrini grazie alle false attestazioni di Carizzone, dall’altra parte attestavano, a loro volta, attività delle proprie aree territoriali di competenza, unendo la propria firma, la propria paternità certificatoria a quella del “batterista” aversano.

Tutto ciò si nota nella contestazione del reato di falso ideologico del pubblico ufficiale, articoli 476 e 479 del codice penale. Se leggete bene, nel caso tra i più gravi, quello dell’infermiere aversano Raffaele Ferrantino, la struttura dell’incolpazione sul falso è riempita dal solo Carizzone, al cui nome poi si aggiunge, per effetto del meccanismo del concorso (articolo 110 cp) quello del beneficiario di queste autentiche ruberie.

La sequenza è impressionante: capo 6, commi 1, 2 e 3, il già citato falso ideologico del pubblico ufficiale in concorso a cui si vanno ad aggiungere la truffa, sempre in concorso articolo 110 e 640, compiuta ai danni dell’Asl che in questo caso ha tirato fuori 5.673,68 euro per attività progettuali che secondo la procura di Aversa non si sono mai effettuate, a favore di Raffaele Ferrantino.

Vedrete nello stralcio il dettaglio delle varie corresponsioni.

Scusate la parentesi: ma da quanto tempo noi scrivevamo di questo Raffaele Ferrantino? Ecco perchè diciamo che i lettori più attenti di CasertaCe sono dei privilegiati. ‘Ste robe noi le abbiamo denunciate già a partire dal 2018 per quanto riguarda il caso specifico di questo infermiere, punto di riferimento del sindacato Fials e dei due rinomati germani Salvatore Stabile, che si questa sigla è il segretario provinciale, e Peppe Stabile, politico di lunghissimo corso, candidato per due volte a sindaco di Aversa, in un’occasione presidente del consiglio comunale, oggi ancora presente nel parlamentino cittadino.

Quando abbiamo scritto prima delle elezioni comunali del 2016 che la candidatura in una delle liste di Stabile del Ferrantino, rappresentava la diretta conseguenza di tante cose, va bè, almeno per una volta, ora avete trovato il riscontro in questo lavoro della magistratura inquirente.

Andiamo avanti. Mica Ferrantino si accontentava di 5.600 euro. Ed ecco che ad illuminarci arriva il capo 7. Solita tripletta di incolpazioni, con il falso materiale contestato stavolta anche a Nicola Bonacci, che attesta, insieme a Luigi Carizzone, attività progettuali mai svolte dal Ferrantino.

Bonacci interviene perchè gli attestati riguardano il Rems di Marzanello, frazione di Vairano Patenora, inserito nel perimetro nel distretto di Teano, nel quale il Bonacci svolgeva l’attività di dirigente dell’unità operativa di Salute Mentale. Dunque falso del pubblico ufficiale in concorso con Ferrantino, poi truffa e come nel precedente capo, peculato che viene contestato in prima battuta agli stessi Carizzone e Bonacci e in concorso anche a Ferrantino.

E il peculato c’è perchè partendo dalla falsa attestazione si vanno a distrarre soldi pubblici per motivi diversi dalla loro destinazione istituzionale, pubblica. In questo caso, la somma complessiva incassata dal prode soldato dei fratelli Stabile è di 23.262 euro.

Capo 8. Ed ecco il caso in cui Bonacci diventa “solo” concorrente ai sensi dell’articolo 110 del falso del pubblico ufficiale compiuto da Carizzone. Lo diventa perchè Bonacci non è più il co-attestatore, il co-certificatore, ma diventa il beneficiario. Dunque, in concorso con il capo Dipartimento viene indagato per il già citato falso, per la truffa e per il peculato. Si tratta di attività extra ordinarie, cioè inserite in un progetto integrativo di assistenza, evidentemente mai svolto, attraverso le quali Carizzone ha determinato la rispettabilissima somma di 30.980 euro, finita interamente nelle tasche del Bonacci.

Capo 9. E vai con la beneficiata. Della serie, una sommetta per un progetto fantasma non si nega a nessuno. Stavolta a  concorrere ai tre reti di cui sopra è un altro medico: Vincenzo Letizia, in servizio presso l’UOSM di Mondragone. Non arriva al livello di Bonacci, ma come si suol dire, sputaci sopra ai 10.358 euro che Carizzone gli liquida.

Capo 10. Veniamo ad un altro nome clou: quello di Antonio Stabile. Guardate non ricordiamo se sia il figlio di Salvatore o Peppe Stabile. E non andiamo neanche a verificare questo particolare, perchè è del tutto irrilevante, visto che questa è una tribù familiare, il cui modo di atteggiarsi, utilizzando il dardo di un sindacato, nella relazione dialettica con l’Asl di Caserta, è finita sotto la nostra lente di ingrandimento già 10 anni fa.

Per cui, Antonio Stabile non è altro che un attore non protagonista, uno dei diversi componenti giovani della genia degli Stabile assunti, in prima battuta ovviamente a tempo determinato, da quell’Asl di Caserta, ovviamente in accoglienti uffici aversani che la Fials ha la possibilità di tenere sotto scacco nei tavoli di trattativa. Cose, da noi, scritte e riscritte centinaia di volte.

Anche Antonio Stabile è stato arrestato. Anche a lui sono stati liquidati dei soldi per attività legate ai cosiddetti progetti. Ovviamente qui non si poteva esagerare perchè il giovanotto che, evidentemente non si era sudato l’asunzione, era alle prime battue del suo co.co.co. e dunque non poteva intriotare somme superiori allo stipendio, per cui la tripla contestazione di concorso in falso del pubblico ufficiale, del concorso in truffa e di concorso in peculato, sempre insieme al Carizzone, ha prodotto, relativamente al capo 10, 1.066 euro.

E infine, il Capo 11. Replica in pratica quello in cui Carizzone e Bonacci diventa attori del reato di falso in quanto il secondo deve, da dirigente dell’UOSM di Teano, unire la sua firma a quella del capo Dipartimento a favore del “concorrente” Raffaele Muscariello, il dipendente dell’UOSM di Vairano Patenora, anche lui partecipante a questi progetti fantasma e a cui, per effetto del falso documento firmato da Carizzone e Bonacci, viene liquidata la somma complessiva di 1.463 euro.

Naturalmente, valutate un aspetto fondamentale: l’arco temporale di questa indagine è necessariamente circoscritto. Pensate un pò al tempo in cui Carizzone ha ricoperto la sua carica. Non avremo mai la controprova formale. Ma ritenete seriamente, cari lettori, che prima del periodo preso in esame, le cose funzionassero diversamente? Immaginate un pò quante decine di milioni di euro di soldi pubblici si sono “fottuti” il “batterista” Carizzone e la sua band.

La prossima puntata vedrete proprio la folla, decine di persone che consapevolmente hanno incassato soldi che sapevano bene di non dover incassare. Sarà quello l’esempio ancora più evidente del nostro assunto iniziale: siamo un popolo di ladri, non conosciamo neppure cosa sia la cittadinanza, non percepiamo neppure cosa siano le leggi e le norme.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO INTEGRALE DELL’ORDINANZA