LE MAZZETTE DI CASA PIPPO D’AURIA. Soldi in contanti e in carta argentata. Ecco dove li aveva nascosti il funzionario poi promosso da Carlo Marino

16 Gennaio 2022 - 13:18

CASERTA (g.g.) – Sapevano perfettamente cosa cercare i carabinieri dei Noe che, in una mattina del novembre 2018, mentre il magistrato inquirente della Dda, Vanorio, perquisiva, con gli uomini del suo ufficio, lo studio del sindaco Carlo Marino, entrarono nell’appartamento dove abitava e abita Giuseppe D’Auria, Pippo per gli amici, funzionario della Ripartizione Ecologia e Rifiuti del Comune di Caserta e soggetto iper operativo nella operazione, messa a punto da Carlo Marino, Carlo Savoia, con la “consulenza” di Pasqualino Vitale, che portò all’aggiudicazione provvisoria , avvenuta nell’ ottobre 2018 , cioè un mese prima delle perquisizioni e , per effetto della quale , al raggruppamento temporaneo di imprese, formato dalla Energetika Ambiente e dalla Esi riconducibile, quest’ultima, direttamente a Savoia, fu attribuito l’ esercizio del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti solidi urbani della città capoluogo, per la durata di 7 anni e per un importo complessivo di 116

milioni di euro.
Nella casa di Pippo D’Auria, così come abbiamo già scritto ultimamente , fu ritrovata una cifra in contanti pari a 6400 euro. Quello che non si sapeva ancora, invece, erano le modalità utilizzate da D’Auria per conservare e nascondere questi soldi .

La prima cosa a cui il funzionario pensò fu quella di suddividere la somma in tre parti . Utilizzò la carta argentata per conservare le mazzette di banconote, come se si trattassero di trote al cartoccio. Soldi, presumibilmente consegnatigli da Carlo Savoia, nella qui casa, a sua volta, fu trovata, ben nascosta dietro ad una parete, una somma superiore ai 20.000 euro, ovviamente tutta in contanti. Le tre mazzette di D”Auria erano nascoste, la prima, da 1400 euro, in una busta custodita in camera da letto, altre due, da 2500 euro, cadauna, sempre avvolte nella carta argentata, nel garage di casa, precisamente nel cesto dove Pippo D’Auria conservava le sue attrezzature per la pesca.

È utile ricordare, mai come in questa occasione, che, a pochissimi mesi di distanza dalle perquisizioni, il sindaco Carlo Marino garantì, chissà perché e, soprattutto, chissà perché proprio in quel momento, una promozione professionale a D’Auria, il quale, addirittura, all’interno della Ripartizione Ecologia, assunse beffardamente l’incarico di responsabile del controllo anti corruzione.

Roba da cinema, insomma, largamente
incommentabile.