L’EDITORIALE. PARTE SECONDA. Massima apertura di CasertaCe nei confronti del neo sindaco Antonio Trombetta. Ma su di lui pesa un primo macigno: come fa al Consorzio Idrico, visto che suo nipote carnale è il super consulente nominato grazie a Giovanni Zannini?

27 Maggio 2023 - 13:59

Se ieri abbiamo voluto spiegare i principi fondamentali che connotano il rapporto tra questo giornale e le amministrazioni, nella seconda parte dell’editoriale che state per leggere spieghiamo al medico che indosserà la fascia tricolore e ai nostri lettori perché sul Consorzio Idrico c’è già il primo importantissimo banco di prova relativamente alla credibilità della futura amministrazione e di chi la presiede

di Gianluigi Guarino

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Ieri pomeriggio abbiamo pubblicato la prima parte di un editoriale con il quale vogliamo, utilizzando gli strumenti della franchezza e della serenità, stabilire nei limiti del possibile una linea di dialogo con il sindaco pro tempore di Marcianise. Non, dunque, con lo stimabilissimo dotto Antonio Trombetta che, svolgendo il suo lavoro di medico di base, non incrocia l’interesse giornalistico di CasertaCe, ma, ripetiamo (vediamo se riusciamo dopo tanti anni a far capire il concetto), con il sindaco pro

tempore di Marcianise. È questa la dimensione dialettica che ci interessa.

E ci interessa perché punta a stabilire un confronto finalizzato dal quale possa nascere qualcosa di buono per la comunità, co-mu-ni-tà. Perché questo possa accadere, occorre necessariamente eliminare ogni tossina generabile da un’interpretazione personalistica o anche semplicemente personale delle funzioni ricoperte da Antonio Trombetta, per quanto riguarda la potestà di governo, e dal sottoscritto, in quanto direttore responsabile di questo giornale.

Bisogna essere attenti e rigorosi, evitando di scivolare in quella palude, tipica di questi territori, nella quale, titolari di funzioni importanti dimenticano di rappresentare qualcuno o qualcosa e finiscono solamente per rappresentare loro stessi, in un processo di compromesso, di mediazione al ribasso realizzata attraverso uno sterile e poco onorevole do ut des.

Questa appena enunciata ha costituito la base della prima parte del nostro articolo e costituisce anche la doverosa premessa del secondo pezzo di editoriale, nel quale noi entreremo maggiormente nel merito di certe questioni che da qualche giorno non ci convincono affatto nel momento in cui andiamo ad analizzare orizzonti, prospettive del sindaco pro tempore di Marcianise e della sua amministrazione in rapporto a quelli che sono i fondamenti della nostra linea editoriale, più volte spiegati e sminuzzati con milioni di argomentazioni.

Dunque, veniamo al punto concreto su cui proveremo ad articolare la prima dialettica con il sindaco Trombetta, rispetto al quale siamo realmente aperti e scevri da ogni pregiudizio. A lui intendiamo offrire tutto lo spazio che merita un primo cittadino, una persona che i marcianisani hanno dimostrato di apprezzare, forse addirittura di amare, nel momento in cui gli hanno garantito un consenso personale che mai come in questa circostanza si legge con chiarezza dai numeri elettorali.

Qualche anno fa, Gabriele Trombetta, figlio di Nando Trombetta, fratello di Antonio, per cui stiamo parlando del nipote diretto del neosindaco, fece lo sborone insieme ad Antonello Velardi rispetto all’attività che questo giornale stava sviluppando per denunciare le vicende complicatissime e inquietantissime che connotavano l’operazione triangolare tra l’Interporto Sud Europa, il gruppo imprenditoriale Leroy Merlin e il comune di Marcianise.

Al tempo Gabriele Trombetta era assessore alle Finanze, al Bilancio e ad altro ancora ed era la punta avanzata di Velardi nella pianificazione e realizzazione delle strategie che il comune andava ad attuare allo scopo di favorire quell’insediamento, da noi valutato come illegale, che avrebbe riempito ancora una volta le tasche profondissime del signor Giuseppe Barletta, patron dell’Interporto, e dei suoi collaboratori, storici amici di Antonello Velardi sin dai tempi in cui questi svolgeva solamente la professione di giornalista de Il Mattino.

Se non ricordiamo male, non potemmo, visto che ci pare non fosse più in carica, neppure chiudere il cerchio con Gabriele Trombetta, dicendogli tutto quello che meritava di leggere su quella turpe vicenda dell’Interporto.

Non potemmo farlo durante quella mattinata in cui la Guardia di Finanza operò una vera e propria retata in esecuzione di un’ordinanza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, attivata da un’articolatissima indagine della Procura della Repubblica che, in pratica, certificava e riconosceva di fatto piena, totale ragione a tutto quel nostro lavoro di inchiesta giornalistica, organizzato e realizzato sull’insediamento di Leroy Merlin. Non ricordiamo, infine, se anche Gabriele Trombetta fu indagato insieme a Velardi e agli altri assessori che votarono la delibera della vergogna.

Fatto sta che oggi su Giuseppe Barletta e company gravano pesantissime richieste di condanna (10 anni di carcere per Barletta) per tutte quelle cose che questo giornale denunciava e rispetto alle quali, insieme al suo sindaco Antonello Velardi, Trombetta faceva lo sborone, ironizzando sui nostri articoli.

Oggi Gabriele Trombetta insieme al suo collega e sodale Francesco Capalbo, professore all’Università del Molise di Campobasso, sta curando una delle operazioni più vergognose che la politica di tutti i sottoboschi di questa provincia abbia mai effettuato: la trasformazione del consorzio Idrico di Terra di Lavoro, subissato dai debiti della malagestio, così come abbiamo scritto e dimostrato in centinaia di articoli, in Società per Azioni.

Capalbo e Trombetta stanno svolgendo la propria attività professionale in cambio di un significativo e legittimo corrispettivo economico.

Siccome tutto quello che succede nel Consorzio Idrico, ma proprio tutto tutto, anche lo spostamento di una semplice sedia da una stanza all’altra, è determinato esclusivamente dalla volontà del consigliere regionale Giovanni Zannini, possiamo affermare con certezza e senza tema di serie, credibili smentite, che gli incarichi, ripetiamo, legittimamente attribuiti al professore Capalbo e a Trombetta, siano stati frutto di un atto di volontà di Zannini che, non a caso, a dimostrazione del fatto che al Consorzio Idrico comanda lui e basta, ha chiesto e ottenuto anche una disponibilità volontaria, informale e non remunerata, di Tonia Elia, piazzata ultimamente anche al Consorzio del metano dell’Alto Casertano, perché anch’essa dia – in nome e per conto di… – un’occhiata alle avventurosissime procedure di trasformazione.

Il comune di Marcianise è titolare della quota più importante all’interno del Consorzio Idrico. Pare che il sindaco abbia già detto che, in relazione alla delicatezza del problema, sarà lui direttamente a rappresentare quel 21% (che almeno fino a qualche settimana fa era la cifra certa della partecipazione di Marcianise, salvo poi leggere da un post di Giovanni Zannini un ricalcolo al 5%, su cui cercheremo di indagare dei prossimi giorni) nell’assemblea consortile che poi dovrebbe diventare assemblea societaria.

Guardi, sindaco, lo scriviamo sul serio con spirito costruttivo e senza polemica: come farà lei a rappresentare il Comune di Marcianise in questa vicenda ad altissima tensione nel momento in cui suo nipote, si direbbe in dialetto “carnale”, Gabriele Trombetta, ex assessore di Antonello Velardi, riferimento professionale di Giovanni Zannini, nonché gran consulente di strutture sanitarie regionali ed extra regionali, è stato ed è il motore della pianificazione e della realizzazione della modifica dei connotati giuridici dello stesso Consorzio Idrico?

Non vogliamo ritornare sulla storia della cena tête-à-tête che lei ha consumato in campagna elettorale con Zannini, all’insaputa di Nicola Scognamiglio, di Maria Luigia Iodice e di Gianpiero Zinzi. Né volgiamo associare il nostro ragionamento a qualche riunione organizzatale da un autorevole esponente dell’Europarlamento con cui parimenti Gabriele Trombetta lavora.

E neppure ancora vogliamo rivangare ciò che abbiamo scritto sabato scorso (CLICCA E LEGGI) intorno alle dichiarazioni rilasciate da Giovanni Zannini, che ha messo già a disposizione il suo sostegno e il voto del suo consigliere Nicola Russo, manco a dirlo cugino del componente del Cda del Consorzio Idrico, Pietro Crispino.

Ok, facciamo finta che non sia successo nulla.

Ma siccome riteniamo lei ora, nel momento in cui ha conquistato l’elezione a sindaco di Marcianise, abbia il dovere, utilizzando magari i suoi collaboratori, di leggersi uno per uno i 100 e passa articoli che abbiamo dedicato negli ultimi anni alle illegalità, ribadiamo, illegalità, tecnicamente e giuridicamente dimostrate, compiute nel Consorzio Idrico, lei dovrà dirci, ma dovrà dirlo soprattutto ai marcianisani, cosa ne pensa di quegli articoli e soprattutto quale sarà la posizione della sua amministrazione in merito alle problematiche specifiche, alle criticità catastrofiche che hanno in pratica trasformato il comune di Marcianise nel bancomat del Consorzio.

I messaggeri che ci gratificano delle loro legazioni, persone che, peraltro, si connotano per una meravigliosa educazione, li ascoltiamo solo perché li stimiamo, ma non certo perché serve ed è utile alla sua casa il format interpretato da questi per dialogare con CasertaCe. Men che meno servono gli inviti a cena.

Riteniamo che lei si sia accorto, avendone anche involontariamente beneficiato, che noi abbiamo cancellato dalla campagna elettorale la sua competitor Lina Tartaglione, utilizzando il registro del surreale e del nonsense. Lo abbiamo fatto per un solo motivo.

E per un solo motivo abbiamo criticato duramente una persona come Dario Abbate, che il sottoscritto si pregia di avere come amico, ma la cui amicizia non può diventare prevalente rispetto l’importanza dei valori, proprio perché ha stipulato, da leader politico della sua coalizione, un accordo elettorale con Giovanni Zannini, ovviamente sconfessato un minuto dopo le elezioni dal consigliere regionale mondragonese, che prima ha cercato di rimettere in campo Velardi utilizzando Giorgio Magliocca, successivamente ha stretto un’intesa con direttamente con lei, sindaco Trombetta, salvo poi doversi rifugiare dai quei bambaccioni del centrosinistra, autori di un errore tattico-strategico di portata monumentale, sesquipedale, unica possibilità che gli era rimasta dopo che Nicola Scognamiglio e Gianpiero Zinzi gli avevano esposto un doveroso semaforo rosso.

Dunque, sindaco Trombetta, inutile cercare contatti personali che non servono a nulla.

Noi la rispettiamo come persona e come professionista. Ma, siccome per voi pare valga molto ciò che CasertaCe scriverà sulle sue qualità di sindaco e sulle qualità di ogni suo collaboratore, le diciamo che questo giornale ha una sola linea, ed è sempre quella: nulla di personale nei confronti di Velardi e Zannini, riteniamo, però, che queste persone siano nocive, deleterie e avvelenino la politica e molte delle attività di governo, di amministrazione di questa provincia.

Per quel che ci riguarda, dunque, combatteremo questa loro politica e conseguentemente tutti gli apparati che la alimentano, compreso quello rappresentato da suo nipote Gabriele Trombetta, che non conosciamo neppure in fotografia, ma che abbiamo il diritto-dovere di considerare un player dentro un sistema di potere che noi, ripetiamo, avversiamo, combattiamo e combatteremo, allo scopo di stimolare le autorità preposte a intervenire per abbatterlo.