L’EDITORIALE. La politica “fa i cazzi suoi” sulle sofferenze degli ultimi. Demagogia? Leggete e e spiegateci perché abbiamo torto

27 Settembre 2024 - 12:08

Il caso del 52enne di Santa Maria Capua Vetere, raccontato stamattina in un nostro articolo (CLIKKA QUI E LEGGILO) e, a nostro avviso, esemplare di uno stato delle cose che affonda le sue radici mefitiche in una mentalità di cui la politica è speculare espressione

di Gianluigi Guaruno

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C è una persona, a Santa Maria Capua Vetere, che rappresenta l’emblema del metodo con cui i Comuni di questa provincia gestiscono i servizi sociali. Si dirà : non potete utilizzare un caso isolato, una singola storia di umanità dolente per dire che tutto va male.

La vostra, cari professorini di Casertace, si chiama in in solo modo, si chiama demagogia E no, caro avvocato del diavolo, fedele compagno di ogni nostra denuncia Intanto, il fatto che tu sia sempre accanto a noi a intonare il controcanto del dubbio, significa, per definizione, che noi demagoghi non siamo.

E poi, diciamocela tutta, chi è intellettualmente onesto o semplicemente chi, sotto a una tonnellata di conformisno, conserva un’anima con cui riesce a columucare almeno quando non deve aprire la bocca, sa bene che a Santa Maria Capua Vetere come altrove in questa provincia, di casi come quello del 52ennevsammaritanondi via Tiziano I. G. ne scoprirebbe a migliaia questo giornale, che ha scelto di rimanere povero per rimanere libero, potesse consentirsi la piccola task force di giornalisti che meriterebbe solo perché – e scusateci questa definizione di cui l’autorefenzislita dei vuoti a perdere abusano alla grande – noi di CasertaCe siamo stati belli brutti, buoni o cattivi ma sicuramente siamo stati “fuori dal coro” .

E a quel punto, senza se e senza ma, potrebbe fondare. sulle basi solide di diffuse, di numerosissime dimostrazioni concrete e di copiose evidenze, l’assunto del fallimento della missione del soccorso e dell’ausilio sociale, affidata ai Comuni, a cui vengono erogati centinaia e centinaia di milioni di euro per assistere, sostenere, integrare con passione e compassione, gli ultimi, i vinti, quelli che forza, energia non hanno o che non ce l’hanno più. È sapete perché questo succede?

Come al solito, perché da noi la politica pensa prima di tutto a nutrire se stessa, ad autoconservarsi nel rinnovamento dei privilegi di pochi, scelti accuratamente per un unico requisiti, quello di moltiplicatori di consenso costinquel che costi.

Negli uffici dei servizi sociali municipali e in quelliz finanche peggioriz dei cosiddetti Ambiti intercounali, si pensa prima alle dinamiche che dovranno favorire questa o quella cooperativa, questa o quell’imorenditore e poi, eventualmente, ma solo eventualmente, a rivolgere un. pensiero al modo con cui quel servizio sarà erogato. Tutti sanno che è così, tutti conoscono il livello scandaloso con cui la maggior parte di queste cooperative piene di precari, di dipendenti sottopagati, spesso in mero almeno in quota parte dei loro compensi, neppure approssumativamente formati.

Tutti sanno, ma ci si gira dall’altra parte, perché qui da noi impera, anche in istituzioni che con la politica non dovrebbero entrarci. ma dalla politica, diciamocela tutta, si sono fatti blandire corrompere, l’incoscienza civile di chi, per dirla alla Francesco De Gregori nella sua canzone Adelante, confonde, aggiungiamo noi per assenza di percezione culturale, il diritto con il favore, chiudendo ogni strada alla possibilità di costituzione di una società civile che possa, anche in minima parte, migliorarla questa maledetta politica, a partire dal reclutamento della ragion d’essere di chi la fa.