S. MARIA C.V. Chiusa con un’ordinanza la fabbrica dei rifiuti. Fa paura la vicina pompa di carburante di Vincenzo Del Villano da CASAL DI PRINCIPE

21 Agosto 2018 - 18:33

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – La fabbrica Logeco srl, quella di cui abbiamo scritto quando è stata oggetto di un blitz da parte dei vigili urbani di Santa Maria Capua Vetere e dei vigili del fuoco, non è una cosina da poco. Ricicla rifiuti e deposita carta, imballaggi misti, plastica e legno. E’ una delle tante imprese che sta sotto controllo in questo periodo perché paga quello che è un vizio italico: il megaincendio della De Gennaro di Caivano ha fatto sussultare le prefetture che ora esigono controlli accuratissimi.

Dicevamo che non si tratta di un’impresa di serie C perché fa parte di un gruppo che si muove sotto al cappello della MangiaGroup. Che di aziende come la Logeco srl ne hanno diverse: la Lem, la Ecotirrenia e la Logeco appunto. L’aver creato una società che si occupa esclusivamente della gestione amministrativa e finanziaria di tutte le altre imprese del gruppo la dice lunga sulla solidità e sugli obiettivi ambiziosi dei proprietari, i quali hanno anche attraversato qualche problemino di tipo giudiziario. E’ successo in Sardegna quando, secondo l’autorevole quotidiano “La Nuova Sardegna” i tre fratelli rischiarono il processo a seguito del sequestro dello stabilimento della Lem di Thiesi per lo smaltimento di scarti animali a rischio di peste suina e lingua blu spacciati per resti commerciabili.
Insomma, nel settore dei rifiuti, i proprietari, come si suol dire spaziano visto che questa storia degli scarti alimentari segna una linea di interesse da parte loro per una produzione di servizi affini, ma comunque diretti da quelli erogati nelle loro fabbriche del gruppo. Comunque, siccome i vigili del fuoco hanno verificato che non sono garantiti i sistemi di sicurezza antincendio, il Comune di Santa Maria Capua Vetere che pur un tempo li aveva autorizzati a localizzarsi in luogo della ex Campelli azienda defunta della famiglia Campochiaro, ha dovuto, non potendo fare altrimenti, firmare un’ordinanza che sospende l’attività dell’azienda, la chiude al pubblico fino a che non sarà adeguata secondo le norme vigenti.

Il dettaglio del provvedimento lo leggete nel link in calce a questo articolo.

Questo è un primo fatto. Poi c’è il secondo: controllando l’azienda di riciclaggio dei rifiuti dei fratelli, ci si è accorti che questa si trova a ridosso di un distributore di carburanti, compreso il gpl, appartenente al gruppo Marzia che tra i suoi riferimenti un certo Vincenzo Del Villano di Casal di principe.
Tenete conto che nell’agro aversano sono presenti molti punti vendita, molti distributori Marzia. Dunque, anche in questo caso non si tratta di una cosina da poco. E anche in questo caso gli uffici del Comune quando hanno fornito l’autorizzazione non hanno valutato che a pochi metri c’era una fabbrica che, stando ai controlli subiti in questi giorni, viene considerata esattamente a rischio come la famigerata De Gennaro.

Mo’, immaginate se vicino alla De Gennaro ci fosse stato un distributore di carburante. Oltre al mega incendio sarebbe rischiata un’esplosione forse 100 volte più forte rispetto a quella causata dall’autocisterna esplosa a Bologna all’altezza di Casalecchio.

Ora, potrebbe anche darsi che sia nato prima il distributore e poi la fabbrica dei rifiuti. Ma questo è irrilevante, perché a nostro avviso queste due attività sono incompatibili e inconciliabili.

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