L’INFORNATA ASL. 440 nuove posizioni organizzative e 40 coordinamenti. Si indugia in vista delle elezioni dei Rsu: a quanti sono state promesse?

23 Marzo 2022 - 18:37

Siamo alle solite. Passano gli anni, i sedicenti manager sono sempre gli stessi, a prescindere dall’anagrafe della loro carta d’identità, mentre i sindacalisti sono sempre gli stessi in carne ed ossa, tra familismi e accordi inconfessabili con quella che è controparte dirigente solo sulla carta

 

CASERTA (G.G.) – Il 5, 6 e il 7 aprile si svolgeranno, nel settore del Comparto sanitario, ma anche in altri ambiti della Pubblica Amministrazione, a partire dalla scuola, le elezioni da cui usciranno i cosiddetti rappresentanti sindacali unitari, in pratica coloro i quali coloro i quali, da dipendenti di un’azienda o di un ente pubblici, rappresenteranno per l’appunto la loro sigla sindacale all’interno della struttura quali contraddittori istituzionali delle dirigenze.

In passato ne abbiamo scritto più volte. Come sempre capita nelle nostre zone, succede di tutto e di più.

Nell’Asl di Caserta il caso ha voluto che queste elezioni abbiano, più o meno, coinciso temporalmente con la solita maxi-nomina, a cui sono interessati centinaia e centinaia di dipendente, di quelle che fino a qualche tempo fa si chiamavano posizioni organizzative.

Si chiamavano perché l’Italia è un paese fatto così: quando un istituto, una modalità, un’articolazione delle sue strutture amministrative si sputtanano, le viene cambiato nome.

Così facendo le persone, non leggendo più “posizioni organizzative” pensano che si tratti di una cosa nuova, di un nome che peraltro evoca un concetto di efficienza come nel caso che stiamo trattando: non più posizioni organizzative bensì “incarichi di funzione”.

L’Asl ha bandito un concorso interno per titoli e colloqui a cui hanno partecipato circa 1000 candidati.

Tra questi, circa 440 otterranno l’incarico di funzione, altri 40 otterranno la nomina ancora più importante di coordinatori o incarico di coordinamento che dir si voglia.

Giusto per capirci, se un infermiere concorre al concorso interno per coordinatore e lo vince diventerà, qualora sia già impiegato operativamente in un reparto dell’ospedale, un caposala.

Tutta l’operazione costerà all’Asl di Caserta 3 milioni di euro.

Secondo qualche dipendente dell’Asl che ne ha parlato con ni l’operazione poteva già essere definita e chiusa.

E invece l’unica cosa resa pubblica è stata la delibera contenente i nominativi degli ammessi, circa un migliaio.

Quasi 850 per quel che riguarda il settore sanitario, altri 150 circa del settore amministrativo.

Domanda: siccome stiamo in Italia, in Campania e a Caserta, qualcuno dei dirigenti dell’Asl Caserta e qualcuno che rappresenta certi sindacati può affermare seriamente, accettando un contraddittorio con noi di Casertace, che gli esiti di questo concorso interno non siano stati oggetto di discussione tra le dirigenze sindacali e i loro iscritti che hanno presentato domanda?

Qualcuno può seriamente affermare, trovandoci dove ci troviamo, che il riconoscimento concorsuale della posizione organizzativa, pardon incarico di funzione, o dei coordinamenti, pardon incarico di responsabilità, non abbiano rappresentato merce di scambio in vista delle elezioni degli Rsu?

Noi siamo qui e ci rendiamo perfettamente conto della gravità di questa affermazione.

Ma statene certi che di fronte al lavoro di questo giornale, i signori della Cisl, soprattutto loro, i signori (si fa per dire) della Fials, non faranno nulla. Non andranno né dai Carabinieri a querelarci, avendo noi parlato chiaramente di voto di scambio, né si sogneranno di confutare la nostra tesi.

Si limiteranno, invece, a fare quello che hanno sempre fatto. Costituire una speranza, resa sempre più solida nel tempo, dall’assenza dalla scena delle magistrature inquirenti, che questo sarà l’ennesimo articolo di Casertace il quale, dopo aver creato un po’ di discussioni, finirà nel dimenticatoio.

Chi vincerà il concorso per i coordinamenti potrà contare su un incremento del proprio stipendio, che andrà da 3500 a 5mila euro all’anno per tre anni, naturalmente rinnovabili.

Per quanto riguarda gli incarichi di funzione il ventaglio di variabilità è molto più ampio: si parte dalle mance di 2mila euro all’anno per gli incarichi meno agognati, della serie molti fastidi e poco onore, fino ad arrivare a 12mila euro all’anno, cioè ad un aumento di stipendio di 1000 euro al mese per tre anni rinnovabili, per un incremento complessivo di 36mila euro.

Questa è la posta in gioco. Ci piacerebbe sapere, prendiamo un nome a caso, da Nicola Cristiani della Cisl (sul nome a caso ovviamente scherziamo) a quanti dei suoi iscritti, contenuti in una porzione dei 100 che hanno fatto domanda, è stata promessa oggi, cioè a due settimane dall’elezione degli Rsu, la posizione organizzativa o il coordinamento.

Ce lo dirà, Nicola Cristiani? Ovviamente no, non rispondendo a questa nostra domanda così come non ha risposto alle duecento ed oltre che gli abbiamo formulato negli anni, soprattutto sulla vergognosa parentopoli che ha contrassegnato i rapporti del suo sindacato, della Fials e della Uil, con quella che solo nei manuali di diritto sindacale o nel romantico statuto dei lavoratori, è definita “controparte”, ma che in realtà almeno qui a Caserta nel settore della sanità è stata sempre e solo un interlocutore con cui trattare prima di tutto i fatti propri.