LO SCANDALO. Giudice di pace corrotto con le consulenze alla moglie, il Riesame di Roma annulla le misure interdittive
8 Ottobre 2023 - 10:58
Annullata l’ordinanza del 26 giugno scorso per il giudice Alberto Di Vico e per l’avvocato Paolo Miranda.
MADDALONI (gv) Il Tribunale per il Riesame di Roma, 11^ sezione penale, ha depositato la motivazione con la quale, decidendo in funzione di Giudice di appello, ha annullato l’ordinanza emessa il 26 giugno scorso dal Gip presso lo stesso Tribunale, con la quale l’avv. Paolo Miranda (difeso dall’avvocato Mario Consiero) era stato sospeso dall’esercizio della professione forense per la durata di un anno.
Inoltre lo stesso tribunale del Riesame di Roma ha annullato pure le misura interdittiva a carico del giudice di pace Alberto Di Vico (difeso dall’avvocato Carlo De Stavola).
Come si ricorderà, secondo le accuse a Miranda era contestata un’ipotesi di corruzione in atti giudiziari in quanto lo stesso, conferendo incarichi professionali alla dr.ssa Giovanna Liguori, moglie del Giudice di Pace di Maddaloni, dr. Alberto Di Vico, avrebbe da questi ottenuto un trattamento di favore nella celebrazione dei processi nei quali il Miranda stesso era impegnato dinanzi al predetto dr. Di Vico.
Nonostante il Miranda, in sede di interrogatorio, svoltosi il 29 maggio scorso, avesse offerto al GIP del Tribunale di Roma tutte le giustificazioni circa il suo corretto operato, questi, in data 26 giugno 2023, emetteva l’ordinanza con la quale disponeva la sospensione del Miranda dall’attività di avvocato per la durata di un anno.
Ritenendo profondamente ingiustificata la misura adottata, veniva proposto appello al Tribunale per il Riesame di Roma che, in accoglimento delle doglianze svolte dai difensori del Miranda, avv. Mario Corsiero ed avv. Anna Maria Miranda, annullava l’impugnata ordinanza per carenza degli indizi di reità a carico del Miranda che, da oggi, può, quindi, riprendere la propria attività professionale.
In particolare, il Tribunale per il Riesame ha ritenuto deboli e contraddittori gli indizi indicati dal P.M. come sintomatici di una condotta corruttiva tra il Giudice di Pace, dr. Alberto Di Vico, la moglie, dr.ssa Giovanna Liguori, ed il Miranda. Non vi è stata, infatti, l’indicazione di neppure un procedimento nel quale il Miranda avrebbe ottenuto un trattamento di favore rispetto ad altri avvocati, parimenti impegnati in difesa dei loro assistiti dianzi al Giudice di Pace di Maddaloni.
Anzi, dagli atti emergeva, in modo assolutamente chiaro, che il Miranda, semmai, aveva subito un rimprovero per avere proposto un appello contro una sentenza emessa dal dr. Di Vico, che non tollerava impugnative contro le sentenze da lui emesse anche quest’ultimo quindi è risultato totalmente estraneo ad ogni accusa.
In sintesi, queste le argomentazioni difensive che il Tribunale per il Riesame ha pienamente condiviso, restituendo libertà di riprendere ad esercitare la propria professione.