LO SCEMPIO del CONSORZIO IDRICO. E l’avvocatessa glamour, stimata da Palmieri, intasca 26mila euro per sbloccare un conto corrente

12 Giugno 2019 - 12:55

CASERTA (Gianluigi Guarino) Ci siamo messi in poltrona e con quel sorrisetto, la cui tipologia è così ben descritta dal governatore Vincenzo De Luca, abbiamo assistito allo spettacolo di arte varia dei sedicenti giornali casertani, i quali, dopo aver contribuito alla condizione di degrado morale di questa città e di questa provincia, consegnandosi all’autocensura, frutto dell’asservimento al potere, ma a quelli veri, da sempre elemento costitutivo dell’azione dei vari Mappini e assimilati, ora scoprono che al Consorzio Idrico di Terra di Lavoro si ruba.

Scoprono che c’è finalmente un’autorità inquirente, una guardia di finanza in discontinuità con quelle del passato, che le carte le va a vedere sul serio.

Sono stati costretti a scrivere queste notizie dopo aver tenuto duro per anni, dopo aver sperato che il lavoro di CasertaCe, lungo e certosino che oggi produce i suoi primi risultati, perchè se questo sta succedendo è merito nostro e di nessun altro, ora di fronte alla citazione della procura presso la Corte dei Conti, non possono fare a meno di scrivere.

Ma tutti i Mappini e tutti gli assimilati sono ancora più colpevoli dei Pasquali Di Biasio, dei Carli Sorrentini, il quale è in pensione e non si capisce come e in base a quale norma svolga ancora

la funzione di direttore generale, visto che ci avevano detto che chi in pensione va, può ricevere un incarico in un ente pubblico massimo per un anno e senza retribuzione. Sono ancora più colpevoli di Carmine Palmieri, quel simpaticone del vicepresidente.

Dopo aver assistito a questo spettacolo di arte varia col sorrisetto stampato sulla faccia, scendiamo di nuovo in campo e siccome quello che scrivono oggi i giornali noi lo abbiamo denunciato due anni fa, che facciamo, ci ripetiamo? No, lo facciamo scrivere agli altri, e ci portiamo avanti con il lavoro.

Domanda a quel simpaticone di Carmine Palmieri: noi non dubitiamo che l’avvocatessa Monica Ippolito, sua concittadina, con studio a San Felice a Cancello, sia il miglior avvocato civilista d’Italia, anzi d’Europa, anzi dell’Eurasia, anzi del mondo. Fatta questa premessa, è mai possibile che un Consorzio con 100 milioni di euro di debiti possa dare un incarico legale diretto per sbloccare un conto corrente e riconosce un importo al professionista di 26mila euro?

Non dubitiamo neppure che l’avvocato Monica Ippolito, questi soldi li meriti e ha anche il diritto di chiederli perchè le sue performances costano quello che costano. Lei si ritiene un grande avvocato e si fa pagare e la sua è una bottega molto costosa.

Detto questo, però, non è che tu Consorzio devi andare a interpellare l’avvocato o l’avvocatessa più cara che c’è. Fai una ricerca di mercato e cerchi di portare a casa il risultato, risparmiando il più possibile.

Esattamente quello che non ha fatto il Consorzio con l’avvocato Ippolito.

E con questo apriamo un altro filone del tutto nuovo. L’indagine della guardia di finanza ha aperto finalmente un vaso di Pandora. Ma del contenuto di questo, si è vista solo qualche traccia affiorata. C’è tanta di quella merda sotto che non basterebbero le fogne celeberrime di Londra per contenerla.

Ai vari Mattini e derivati diciamo: mettetevi ora voi in poltrona e senza sorridere, perchè non ne avete alcun motivo, leggete e imparate.

 

QUI SOTTO LA DETERMINA