MADDALONI. Inchiesta condoni, condanne confermate per Della Peruta e Pietropaolo

18 Gennaio 2022 - 12:18

MADDALONI – Una sentenza che dovrebbe costituire il penultimo atto di una storia iniziata qualche anno fa e che appartiene ad una stagione, forse irripetibile, di detectives bravi ma soprattutto appassionati che veramente, caso più unico che raro nei nostri territori, colpirono molti fenomeni del malaffare nell’area di Maddaloni, negli uffici di questo comune, ma anche in quello di San Felice a Cancello che appartiene al perimetro sotto il controllo della Compagnia Carabinieri di Maddaloni.

Penultimo atto perchè si tratta di una sentenza della Corte di Appello di Napoli che potrebbe essere ulteriormente appellata, anzi, diremmo meglio, impugnata davanti alla Corte di Cassazione. Però, questo verdetto conferma sostanzialmente la struttura accusatoria e la qualità di quelle indagini compiute dai carabinieri della Compagnia di Maddaloni.

A pensarci bene, tutto quel lavoro è stato di altissimo livello. Il nostro non è un giudizio soggettivo ma riguarda la considerazione stra-oggettiva sui pronunciamenti del tribunale del Riesame sulle misure cautelari di arresto comunque limitative della libertà personale, assunti a suo tempo: in pratica, 100% di conferme delle ordinanze del gip a dimostrazione della inattaccabilità delle indagini e degli elementi solidissimi messi da queste a disposizione dei pubblici ministeri.

Poi ci sono le sentenze di primo grado, a partire da quella riguardante l’ex sindaca di Maddaloni Rosa De Lucia, la quale il processo non lo fa solo perchè patteggia e poi rendere irreversibile, definitiva, la pena a 4 anni di reclusione. Ieri, poi, il verdetto su Della Peruta e Pietropaolo, pronunciato a Napoli, come già scritto prima, dai giudici della Seconda Sezione della Corte di Appello: 3 anni e 8 mesi al primo, 2 anni al secondo.

Secondo quanto emerso, nell’anno 2015, il dirigente comunale in qualità di responsabile dell’ufficio condoni, tramite l’intermediazione del geometra Pietropaolo, aveva indotto o tentato di indurre alcuni cittadini maddalonesi a farsi consegnare denaro per ottenere uno “sconto” sugli oneri delle pratiche di condono. Il sistema era fondato su bollettini di conto corrente postale in bianco, già validati e relativi agli anni 1986-1987. Questo perchè le poste non conservano matrici così vecchie, rendendo in questo modo difficili i controlli.

Dopo aver consegnato il denaro al funzionario, il cittadino avrebbe dovuto indicare l’importo in lire che sarebbe poi stato decurtato dalla somma, tramite l’inserimento, da parte del funzionario, del bollettino nell’incartamento del condono. In questo modo, il pagamento risultava eseguito negli anni 80.

Al comune di Maddaloni, difeso all’avvocato Giovanni Vairo, è stato riconosciuto un risarcimento.