MARCIANISE. A volte ritornano. Ma Gaetano Marchesiello ha mandato carte giudiziarie al suo capo-partito De Magistris? Scognamiglio fa “il fesso per non pagare la tabella”

16 Giugno 2020 - 19:22

Si parla di un’intesa che coinvolgerebbe anche Velardi: voto alla Regione alla Iodice in funzione anti-Fecondo e ricambio della “cortesia” alle comunali. Ma il medico non può sempre buttare avanti la sua simpatia

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) – A volte ritornano. Si dirà: ma se alle elezioni regionali si candida Filippo Fecondo per Italia Viva, per quale motivo il suo assessore, che lo affiancò nella giunta comunale poi sciolta insieme al consiglio per infiltrazioni camorristiche da un gruppo di prefettizi che però, anche loro, erano intimissimi di Giggino Cesaro a purpetta e Nicola Cosentino, non può fare una lista per le comunali, che si svolgeranno contemporaneamente?

Non fa una grinza. E dunque l’uso del verbo al plurale ci sta tutto. La particolarità che va sottolineata è che Gaetano Marchesiello utilizzerebbe le insegne politiche del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, se non andiamo errati una roba che si chiama DemA.

Filippo Fecondo si candiderà, invece, con Matteo Renzi, il quale ha buone idee e pessime abitudini. Ad esempio, se Fecondo gli presentasse Ferdinando Canciello, l’amomalo imprenditore di Frattamaggiore che ha messo in piedi una roba surreale, una Paperopoli che potremmo definire Canciellopoli, appropriandosi in pratica dell’intera aria Asi di Aversa Nord, Renzi ne sarebbe felice esattamente come lo era quando Antonello Velardi, per la cui candidatura a sindaco di Marcianise il politico fiorentino abolì in pratica lo statuto del Pd, gli presentò Zigon della Getra e quelli della Coca Cola che, fulminati dalla verve dell’allora presidente del consiglio e segretario del Pd, staccarono significativi assegni a sostegno della fondazione da cui doveva nascere la grande riforma costituzionale miseramente naufragata all’esito del referendum del 4 dicembre 2016.

Ciò significa che la questione morale legata oggi, a nostro avviso, soprattutto a quello che Fecondo ha scritto da architetto incaricato dai Canciello, con cui è entrato in contatto al tempo in cui governava, a sua volta, l’Asi, in diarchia con i Cappello di Piedimonte Matese, nel progetto legato ai 250mila metri quadrati di Carinaro, diventa un’argomentazione per Gaetano Marchesiello.

Tutto si può dire, infatti, di De Magistris eccetto una cosa.

Per l’ex magistrato napoletano la questione morale non è solo un riferimento del proprio agire. Anzi, noi non conosciamo a fondo gli atti amministrativi del Comune di Napoli, per poter dire che De Magistris, da sindaco, si comporti con totale rettitudine.

Conosciamo, invece, le sue dichiarazioni. Per cui, quando qualcuno gli farà vedere la famosa fotografia di Sharm el Sheik in cui Marchesiello viene ritratto, tra gli altri ospiti di Angelo Grillo, camorrista ed ergastolano in quanto mandante di omicidi, qualche primo dubbio gli sorgerà.

Un dubbio che potrebbe essere dissipato dalle spiegazioni che Marchesiello potrebbe dargli su una fotografia che comunque è stata allegata come elemento significativo di indagine, ad una delle ordinanze firmate da un giudice del tribunale di Napoli nei confronti dello stesso Angelo Grillo, dei suoi dipendenti e anche di alcuni consulenti.

Ma diciamo che DemA, in mille faccende affaccendato, questa cosa la farà passare.

Ma quando leggerà altri atti giudiziari, che non sanciscono – per carità, questo va precisato – alcuna reità a carico di Marchesiello, forse a quel punto potrebbe vacillare. Non vogliamo essere noi, in questa sede, a riesumare l’informativa delle Questure di Napoli e Caserta, della quale abbiamo peraltro già scritto in passato, riguardante le operazioni, orchestrate da Marchesiello, che di professione fa il commercialista, in funzione delle sorti del bar Roma, di proprietà, manco a dirlo, di Peppe Grillo, il figliolo di Angelo Grillo, cioè di colui che, tra i tanti ospiti (tra i quali, per esempio, Pino Riccio) ha avuto anche, durante le lussuose parentesi vacanziere egiziane, Gaetano Marchesiello.

Per non rovinare la sorpresa a De Magistris evitiamo, per il momento, di raccontare in quali mani finì la proprietà del bar Roma.

Quella fotografia non è, per noi, una fissazione, né vogliamo affermare, perché non lo pensiamo, che la presenza di quel gruppo di marcianisani al sole di Sharm el Sheik, insieme ad Angelo Grillo, rappresenti anche solo una colpa morale.

Però, vedete qual è la differenza tra chi considera, tra le cose importanti della vita, l’opportunità di certi comportamenti, l’opportunità di rapportarsi a determinati soggetti?

Tra le tante profferte ricevute dal sottoscritto, soprattutto negli ultimi 10-12 anni da politici e imprenditori, in questa terra, ci sono anche gli abboccamenti compiuti per interposta persona da Angelo Grillo.

Io, però, non compaio in alcuna fotografia scattata a Sharm el Sheik, pur avendo avuto la possibilità di unirmi ad una o più delle allegre compagnie, ai molteplici gruppi vacanze cafonal (una volta pubblicammo un video in cui si vedeva Angelo Grillo rovesciare in un lavello 7-8 aragoste vive).

E sapete perché? Perché, pur essendo al tempo Angelo Grillo tecnicamente incensurato, il lavoro che facevo mi consentiva di maturare convinzioni solide sul modo in cui questo imprenditore, come del resto anche altri, faceva i soldi, rapportandosi agevolmente con tutti i piani alti dei Comuni della provincia di Caserta, ma soprattutto dell’Asl locale, dove trovava porte aperte e tappeti distesi.

Abbiamo poi visto, nelle diverse ordinanze, come e perché.

Le persone ritratte nella foto, invece, pur sapendo con chi avevano a che fare, non si sentivano fuori posto in quel contesto di profonda volgarità e incultura, che al tempo erano le uniche cose evidenti, ma che agli occhi di una persona di media intelligenza che viveva a Marcianise, non potevano che essere il presagio di tutto ciò che è successo dopo, fino alla condanna al carcere a vita.

Io in quella foto non c’ero. C’erano invece Gaetano Marchesiello e, purtroppo, Nicola Scognamiglio, che mi è simpatico, è una persona con cui mi piace scherzare, ma che essendo un professionista adulto e vaccinato non può consentirsi di chiedere l’indulto di una minimizzazione rispetto a quello scatto, che oggi ritorna di attualità, trascinato dalle voci che parlano di una intesa elettorale tra lo stesso Scognamiglio e il citato Gaetano Marchesiello.

Un dialogo a cui guarderebbe con interesse Antonello Velardi.

“Io tengo più like di lui” e via discorrendo. Quante volte ho riso anch’io insieme a Nicola Scognamiglio di fronte alle sue simpatiche dimostrazioni muscolari riguardanti lo share raccolto su Facebook, dove competeva con un sindaco che al tempo, esattamente come capita oggi, il sottoscritto attaccava senza insultare, a differenza di quello che Velardi ha fatto nei miei confronti.

Ora, è vero che a Marcianise ne abbiamo viste, negli anni, di tutti i colori, ma che si possa formare un’intesa di fatto tra Marchesiello e Velardi, entrambi pronti a dare una mano – in funzione anti-Fecondo – a Maria Luigia Iodice, moglie di Nicola Scognamiglio e candidata, alle prossime regionali, nella lista Bosco-Mastella, con Scognamiglio e la Iodice pronti, magari senza esporsi più di tanto, a ricambiare alle elezioni comunali, votando Velardi, ci sembrerebbe veramente tanto, tantissimo, anzi troppo.

Ecco perché abbiamo scritto, prima, un riconoscimento alle qualità professionali di Nicola Scognamiglio, alle quali vanno aggiunte le qualità, forse ancora più evidenti, della sua consorte.

Chi è adulto, vaccinato, chi si è conquistato una posizione di prestigio nel consesso sociale della città di Marcianise, può fare tutto, eccetto una cosa: far finta che ciò che è capitato negli ultimi anni non sia mai avvenuto.

Comportarsi in maniera contraria autorizzerebbe chiunque a porre addirittura il problema della serietà personale di Nicola Scognamiglio, perché se la politica è l’arte del possibile, un uomo fatto, un medico over 60, non potrà mai ritenere di poter essere credibile agli occhi delle persone serie se, dopo aver letteralmente impazzato, al punto da dover essere moderato da molti suoi amici, contro Velardi e la sua struttura di potere, oggi incassa con disinvoltura il like (altro che nemesi storica) messo dallo stesso Velardi e dalla sua protesi Angela Letizia sotto alla foto che ritrae  Scognamiglio, la moglie e Clemente Mastella davanti allo “storico” camino del soggiorno della villa di Ceppaloni.