MARCIANISE. E per forza, i soldi non sono in suoi ma dei cittadini: querela cervellotica deliberata dalla giunta contro Andrea Marcello e Lorenzo Ovalletto

6 Maggio 2021 - 19:50

MARCIANISE – (g.g.) Avevamo promesso di approfondire ulteriormente la vicenda della denuncia-querela, che il Comune di Marcianise ha presentato, delegando un avvocato di fiducia, che sarà dunque pagato con i soldi dei cittadini, nei confronti di due persone, accusate di aver pubblicato degli scritti diffamatori proprio nei confronti dell’amministrazione comunale. Il querelato numero uno è colui il quale ha pubblicato il post in Facebook, il querelato numero due è colui il quale lo ha commentato.

Intanto, confermiamo l’indiscrezione su uno dei due nomi: trattasi effettivamente, così come da noi ipotizzato, dell’ispettore della Polizia di Stato, in servizio alla Questura di Caserta, Lorenzo Ovalletto, che, nella vicenda trattata, ha svolto la funzione di commentatore del post iniziale scritto da Andrea Marcello, di Marcianise e, al pari di Ovalletto, querelato a sua volta dal Comune.

Nella delibera con la quale viene affidato l’incarico all’avvocato De Vizio, si fa preciso ed esclusivo riferimento a questo unico post, essendo il solo contenente apprezzamenti sull’attività dell’amministrazione, pubblicato lo scorso 23 aprile, cioè nel giorno di cui viene fatta specifica menzione nella citata delibera.

E qui, abbiamo pagato dazio alla nostra inguaribile ingenuità. Avendo, infatti, incrociato qualche settimana fa un post decisamente fumantino nei confronti del sindaco Velardi, pubblicato dallo stesso Lorenzo Ovalletto, abbiamo ritenuto che fosse quello ad aver innescato la reazione del primo cittadino e degli assessori.  Ovalletto, infatti, in quella circostanza, cadendo come un pollo nella trappola della provocazione  di Velardi, aveva scritto, a nostro avviso, qualche parola di troppo. Ipotizzando, allora,  che fosse proprio quello il post “incriminato”, avevamo comunque criticato l’iniziativa, culminata con l’approvazione della delibera da parte della giunta comunale. Ciò perchè,  l’apprezzamento piuttosto pesante, declinato da Ovalletto, era direttamente indirizzato, più che al sindaco Antonello Velardi, alla persona-Antonello Velardi. Dunque, scrivemmo, non va affatto bene che si spendano soldi dei cittadini per una querela che Antonello Velardi avrebbe dovuto, a quel punto, presentare come persona e non come sindaco pro tempore, pagandola, conseguentemente, di tasca sua. E invece siccome questo sindaco e i suoi assessori veramente sono no limits, hanno dato mandato ad un avvocato affinchè questi presenti una denuncia-querela rispetto ad una pubblicazione a nostro avviso assolutamente

fuori da ogni perimetro diffamatorio nei confronti dell’operato dell’amministrazione comunale.

Veramente roba da Corte dei Conti.

Leggete in basso i testi integrali del post di Andrea Marcello e del commento di Lorenzo Ovalletto. Si parla di lavori pubblici e di uno scavo, realizzato in via Santoro, che nessuno avrebbe controllato prima del ripristino. Un po’ maliziosamente, Andrea Marcello che è pur sempre un cittadino di Marcianise e quindi ha il diritto di essere anche salace su vicende attinenti ad un’ azione di governo in cui vengono spesi i soldi che, in quota parte sono anche suoi, afferma di essere certo in merito ad un prossimo affidamento diretto ad un impresa locale incaricata del ripristino. Badate bene non è che il profilo  di Andrea Marcello abbia un’area di diffusione tanto ampia da creare un danno d’immagine (ma quale immagine, poi?!) all’amministrazione comunale.

Ora, ci verrebbe veramente la voglia di tenerlo fisso in alto nel nostro sito questo post. E non è detto che nei prossimi giorni non lo faremo. Andrea Marcello ha potuto anche dire una sciocchezza nel momento in cui afferma che gli scavi di via Santoro non sono stati controllati, ha potuto anche essere vagamente insinuante parlando di una determina con la quale si sarebbe dato un incarico per il ripristino ad un impresa locale. Ci rendiamo conto che in tutta la sua carriera professionale, conclusasi con il recente licenziamento da parte de Il Mattino, Antonello Velardi avrà scritto al massimo 20 articoli. Per cui, non essendosi mai esposto realmente, ha poca dimestichezza con la giurisprudenza relativa al reato di diffamazione a mezzo stampa, un mezzo  a cui è sicuramente assimilabile  anche Facebook. Noi che invece siamo vecchi del mestiere e ci siamo beccati anche le condanne, ma mai una querela da un povero cristo, ma sempre per effetto di iniziative assunte da potenti, da politici, che qualche volta abbiamo grillinamente sfanculato incrociando purtroppo qualche giudice un po’ provinciale, (la mia vicenda del Corriere di Caserta è tutta un’altra storia appartenente, invece alla categoria della disobbedienza civile di tipo gandhiano e pannelliana)siamo in grado di darla qualche informazione su questo reato. Lo possiamo fare perchè quelle poche condanne incassate in primo grado, quasi sempre consistenti in multe, si sono sempre, nel 100% dei casi, trasformate in assoluzioni in Corte d’Appello, dove ci sono giudici con una visione più ampia ma soprattutto più attenta all’evoluzione della giurisprudenza della corte di cassazione.

Ora, mettiamo che in primo grado un giudice pigro che non vada a leggersi i repertori giurisprudenziali, impazzisca e condanni Andrea Marcello, non c’è alcun dubbio, ma proprio nessuno che di fronte ad una querela del genere la Corte d’Appello di Napoli non si riunisca neppure, tanto flebili, deboli, sono gli elementi giuridici che ne muovono i passi.

E ora veniamo  al commento, al post di Andrea Marcello, pubblicato  d Lorenzo Ovalletto, che, continuando e integrando il discordo del primo parla di affidamento diretto a quest’impresa che dovrebbe poi ripristinare lo stato dei luoghi in via Santoro, non ha nessuna sostanza ma neppure  una sfumatura diffamatoria. Anche perchè non si rivolge ad una persona fisica la quale, magari, proverà  a dimostrare l’esistenza di una traslazione dell’apprezzamento duro indirizzato alla persona, verso la funzione, sino a toccarla, del sindaco e dell’amministrazione. Non c’è un nome. E mancando il nome, questi scritti sono privi dell’elemento essenziale che integra il reato di diffamazione a mezzo stampa e cioè la riferibilità ad una persona fisica. Per non parlare dell’elemento già segnalato della scarsissima diffusione di questi scritti, pubblicati su un profilo privato di un cittadino.

Dunque, magari Ovalletto dice una sciocchezza nel momento in cui afferma che l’appalto per l’immondizia sia stato affidato “fuori capitolato“, mentre riteniamo che dica il vero quando collega l’istituto dell’affidamento diretto al taglio dell’erba e alla panchina, visto che si tratta sicuramente di lavori sotto soglia.

Se la denuncia querela riguarda, dunque,  questo post e questo commento, è doveroso denunciare immediatamente il sindaco e la sua giunta alla Corte dei Conti. Siamo, infatti, di fronte ad una querela senza alcuna possibilità di successo, presentata per motivi che non hanno nulla a che vedere, evidentemente, con la volontà di ottenere, in nome e per conto della città di Marcianise, attenzione perchè questo è l’elemento cruciale della storia,  il riconoscimento di un torto subito.

E allora si capisce bene che con i soldi del cittadino, uno possa anche utilizzare lo strumento della querela di parte come elemento connesso ad una struttura dialettica, in cui a contare sono i messaggi, più o meno cifrati, collocati in controluce.

Ma guardate un po’ questo qua ha scambiato i soldi pubblici per il suo conto corrente. Si tratta di sprechi vergognosi. E se il sindaco Velardi ritiene che questa nostra affermazione sia meritevole di denuncia-querela si accomodi pure. Aspettiamo a braccia aperte lui e l’avvocato del comune, il quale, che vinca o perda la causa i quattrini li becca lo stesso. Al contrario, i due querelati cioè Andrea Marcello e Lorenzo Ovalletto dovranno comunque pagarsi un avvocato. E questo è tremendamente ingiusto rispetto alla risibilità della querela. Fin da ora, dunque, questi due cittadini dovrebbero preannunciare un immediata querela per calunnia, magari affiancandola ad una citazione per danni in sede civile a carico del sindaco Velardi e degli assessori che hanno votato la delibera, qualora questo procedimento, come riteniamo ampiamente scontato per i motivi dettagliatamente esposti, dovesse essere archiviato.

QUI SOTTO L’IMMAGINE DEL POST FACEBOOK  DELLO SCORSO 23 APRILE