MARCIANISE. Le concessioni edilizie di Angelo Piccolo, coadiuvato da Pasquale Salzillo, dalla segretaria Cotugno e dal sindaco Trombetta, non sono valide. Ecco l’articolo della legge 69/09 che lo prova

10 Maggio 2024 - 19:14

Un dettato integralmente riportato nel sito del Ministero dell’Interno in un testo che noi pubblichiamo all’interno dell’articolo insieme alla norma citata e alla giurisprudenza del Tar che considera le concessioni edilizie atti amministrativi ad obbligo di pubblicità legale senza se e senza ma

MARCIANISE (G.G.) – Quanto ha inciso, nella vittoria riportata da Trombetta alle elezioni del maggio 2023, l’aspetto bonario, da pensionato mite che attraversa le strade della città con una familiare bicicletta da passeggio?
E quanto ha inciso, invece, la freddezza, l’algida arrendevolezza della sua competitrice Lina Tartaglione rispetto alla straripante invadenza del suo consorte Angelo Golino, non certo amatissimo per quella sua postura un po’ spavalda, antitesi di quella da pensionato buono di Antonio Trombetta?
Secondo noi, un po’ e un po’.


Casertace ci ha messo il suo, cancellando fattualmente il nome di Lina Tartaglione nei suoi articoli nel corso della campagna elettorale, dal momento esatto in cui questa, ovviamente compulsata da suo marito, ha legittimato con un accordo politico ufficiale il consigliere regionale Giovanni Zannini che, naturalmente, come avevamo anticipato alla candidata nell’unica occasione in cui abbiamo scambiato qualche parola, l’avrebbe sicuramente tradita nel momento in cui si fossero create condizioni favorevoli alle ragioni e agli interessi di mister Gabriele Trombetta, anima nera, rossa e turchina del sindaco zio, ma soprattutto un iper-incaricato al Consorzio Idrico al cospetto del quale il sindaco, non a caso, si è genuflesso.


Ma ha contato anche quel sorriso rassicurante di chi comunica alla gente l’idea, anche in questo caso posturale, di uno che se fosse salito al Comune, non avrebbe mai ceduto agli imbroglioni e qualora non fosse riuscito a tenerli a bada avrebbe piantato baracche e burattini dicendo a tutti “io me ne torno a casa mia, ma a chi volete far passare un guaio?”


Secondo personaggio protagonista della storia: la segretaria comunale Maria Carmina Cotugno.
Nel momento in cui va ad indossare la fascia una persona percepita come un sindaco buono ed onesto, uno è portato a non temere di rimaner deluso di fronte a una suggestione transitiva: un sindaco onesto fa arrivare una segretaria preparatissima, in grado di metterlo in guardia di fronte ai rischi, ai tranelli della politica politicante.
Ebbene, a quasi un anno da quell’esito elettorale, che premiò soprattutto Antonio Trombetta e punì soprattutto Lina Tartaglione e suo marito, ponendo in secondo ordine il risultato delle liste collegate, quella costruzione idilliaca attuata nella percezione di tanti marcianisani è stata totalmente frantumata dalla realtà di fatti incontrovertibili.


Il sindaco ha immediatamente maturato una nefasta e patologica dipendenza dalla fascia tricolore. Trascorre molto tempo della sua giornata a pensare che a un certo punto della sua vita, in età matura, gli è capitata una cosa troppo bella per pensare anche lontanamente che possa essere caduca, temporanea, provvisoria.
E così lui pensa e gli altri fanno, ma noi siamo convinti, a questo punto, che Trombetta e la dipendenza dall’apparenza del potere impegni a tal punto ogni sua energia da far sì che ogni pensiero votato al dubbio, alla comprensione autentica di quello che gli succede intorno rappresenti semplicemente una sfera inesistente della sua vita attuale.

Lui non assolve, magari trovando una ragione di comodo, la straripante figura del suo vicesindaco Pasquale Salzillo e non trova, nell’accettazione di qualche ragione che possa giustificare le turpitudini verificatesi per mesi nell’Ufficio Tecnico e nello Sportello Unico per l’Edilizia, una modalità che gli possa far dire la sera, quando scende dal Comune, che tutto sommato i suoi diretti collaboratori, assessori dirigenti e consiglieri, hanno pure qualche difettuccio tipico della politica mediterranea, ma tutto sommato si tratta di peccati veniali.


No, Trombetta è troppo impegnato a contare il numero di volte in cui le persone che arrivano al suo cospetto lo chiamano “sindaco”, per porsi anche lontanamente il problema. E lo stesso vale per articolare qualche argomentazione di contenuto rispetto ai rilievi concreti, faticosamente studiati da questo giornale, limitandosi a rovesciare qualche moccolo sulla rete, insulti sulla nostra presunta cretineria, che non è assolutamente il punto cruciale della situazione, visto che noi potremmo anche essere cretini, ma le questioni gravi che hanno attraversato in questo primo anno di amministrazione le stanze del Comune restano irrisolte e soprattutto restano inesplorate, in modo da aggiustare il tiro sul terreno del discrimine fondamentale che divide la legalità dall’illegalità.
Vabbè, Trombetta fa la matrigna di Biancaneve (“specchio servo delle mie brame”) perché si può fidare di un segretario comunale dotato di attributi.


Ora, senza ritornare su quelle comiche delibere e determine relative alla convenzione firmata con l’amministrazione provinciale, grazie alla quale è avvenuta la prima grande infornata di assunzioni clientelari di amici, parenti ecc., in una procedura vidimata e certificata dalla firma della signora Maria Carmina Cotugno, vogliamo tornare di nuovo sul periodo anteriore all’approdo, derivato anche dall’asfissiante determinazione delle nostre denunce, del dirigente Aniello Iuliano al timone dell’Urbanistica e del Sue, epicentro del potere di un’amministrazione comunale, dato che lì convergono tutte le richieste di permesso a costruire, tutte le Scia che poi da questo ufficio vengono riscontrate positivamente o negativamente, con conseguente attivazione di interessi stra-milionari.


Di Iuliano abbiamo scritto che da quando c’è lui sono comparsi nell’Albo Pretorio online i permessi a costruire.
Di questo ci siamo rallegrati e va apprezzato anche il fatto che l’ultimo della serie sia quello concesso alla signora Anna Alberico, a quanto ci dicono separata da Benito Belforte, fratello degli ormai arcinoti boss Mimì e Salvatore.
Evidentemente la richiesta della signora Alberico era correttamente posta e siccome si tratta di una cittadina come tutti gli altri, di fronte al suo diritto di veder vagliata una propria istanza solo e solamente in base a una legittimità giuridica, va riconosciuto a Iuliano, fino a prova contraria, di aver dato il permesso e di averlo pubblicato senza problema, come fanno quelli che non hanno scheletri negli armadi.


Ma da fine maggio scorso a gennaio-febbraio nessun permesso di costruire è stato pubblicato. Questo lo ha deciso Angelo Piccolo che, in quel periodo, a partire dal giorno del trasferimento del precedente dirigente, Michele Punzo, ha avuto carta bianca.
Eppure di permessi ne sono stati dati diversi.
Ora, qualcuno potrebbe dire glielo avete scritto cento volte al sindaco, avete scritto cento volte del rapporto di fratellanza e di collateralismo lavorativo tra il vicesindaco Pasquale Salzillo, Angelo Piccolo e l’imprenditore Colella.
Il sindaco si è fidato della Cotugno e se n’è fregato di Casertace. D’altronde nessuna autorità di polizia giudiziaria è intervenuta per cui avrà pensato: scrivete pure, io me ne frego e chiedo allo specchio tre volte all’ora, indossando su giacche di diverso taglio e tinta la fascia tricolore, chi sia il sindaco più bello del reame. Tanto, se ci fosse stato qualcosa di pericoloso, il segretario comunale che ho scelto, che è il più competente d’Italia, mi avrebbe messo sul chi vive.


Oggi riportiamo la centesima questione giuridica riguardante la mancata pubblicazione nell’Albo Pretorio online delle concessioni edilizie.
Dal sito del Ministero degli Interni, sezione Pubblicità Legale:

In questa sezione viene dato adempimento all’articolo 32 della legge n.69/2009 e successive modifiche e integrazioni. La norma ha stabilito che dal 1º gennaio 2010 gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati.

Signor sindaco e signora segretaria comunale, ma secondo voi una richiesta di permesso a costruire e il rilascio dello stesso, la presentazione di una Scia e il via libera alla stessa, appartengono o no al novero dei provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale?

Ve lo diciamo noi, anche se questo non dovrebbe accadere, visto che al lordo di contributi, tasse e cunei fiscali più o meno connotati, voi costate alle tasche dei contribuenti almeno 15mila euro al mese.

Tar delle Marche, sez. I, sentenza 07/11/2014 n° 923: “(…) Si veda, in particolare, l’art. 20, comma 6, del T.U. n. 380/2001, nella parte in cui stabilisce che dell’avvenuto rilascio di un titolo edilizio va dato avviso all’albo pretorio. Tale disposizione non può che essere interpretata nel senso che tale onere di pubblicazione è funzionale a consentire a qualsiasi soggetto interessato di visionare gli atti del procedimento, in ragione di quel controllo “diffuso” sull’attività edilizia che il legislatore ha inteso garantire (vedasi anche l’art. 27, comma 3, del DPR n. 380/2001)”.

Non c’è dubbio, dunque, che le concessioni edilizie appartengano a quegli atti che necessitano di pubblicità legale. Ma le concessioni edilizie sono atti atti e provvedimenti amministrativi si intendono assolti, ossia in grado di determinare i loro effetti esecutivi, con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati.

Che altro dire? Non solo c’è un problema di legalità relativo alla trasparenza degli atti dall’amministrazione di Marcianise, ma anche un problema di validità di quelle concessioni edilizie. Non basta che Angelo Piccolo, con il concorso materiale di Pasquale Salzillo e della segretaria comunale Cotugno, formale responsabile della tutela della trasparenza degli atti amministrativi, abbia pubblicato queste concessioni nell’albo pretorio cartaceo, come dicono di aver fatto anche se noi non ne abbiamo certezza matematica.

Per essere validi occorreva pubblicarli nell’Albo Pretorio online, e questo non è avvenuto, a differenza di ciò che invece sta succedendo con Aniello Iuliano e di ciò che succedeva con Michele Punzo, il quale non solo ha rispettato il termine dei 15 giorni della pubblicazione nell’Albo Pretorio online, ma successivamente ha utilizzato la facoltà di raccoglierle tutte nella sezione apposita dell’Albo Pretorio Storico, in cui compaiono le concessioni fino al gennaio del 2023.