MARCIANISE. Sul teatro Mugnone, strano minuetto tra Zinzi e Velardi, che dopo averlo insultato ora gli liscia il pelo. La Frattolillo e la 11esima bugia

19 Dicembre 2020 - 16:34

Abbiamo ripreso testualmente qualche passaggio del post pubblicato stamattina dal primo cittadino e non è stato difficile dimostrare che i conti, per l’ennesima volta non tornano

MARCIANISE (g.g.) – Scrive il sindaco Antonello Velardi
nella sua copiosa esternazione odierna:
“L’amministrazione comunale ha cercato in tutti i modi di
completare l’opera, eterna incompiuta, sia durante la mia
prima sindacatura, sia durante quella attuale”.

E ancora: “(…) nel frattempo, ci piove dentro ed è uno
sperpetuo. Il primo atto significativo della mia giunta è
stato quello di avviare immediatamente l’iter per i
lavori di copertura, grazie ai fondi comunali: entro il
31 dicembre sarà completato”.

Domanda: il sindaco Antonello Velardi è uno che dice la
verità o racconta bugie? Sicuramente, se lo andiamo a
chiedere a chi lo ha votato al ballottaggio, questi
risponderà che Velardi dice la verità. Si pronuncerà a
questo modo al di là del fatto che creda veramente a
questa cosa. Se chiediamo invece a chi non l’ha votato,
cioè all’altra metà della città di Marcianise, la
risposta sarà una ed una sola: è un bugiardo.

Noi, invece, siamo nel mezzo, nel senso che siccome non è
compito di un giornale e neppure di un direttore che del
suddetto giornale esprime opinioni eseguendo la linea
editoriale, non formuliamo valutazioni universali,
escatologiche, totali, complessive. Volta, per volta,
invece, con efficienza ed utile pragmatismo, esprimiamo
il nostro punto di vista. Fino ad oggi, su dieci casi
analizzati, abbiamo dimostrato, documenti alla mano, che
Velardi ha detto dieci bugie. Insomma, una percentuale
del 100%. Questo non vuol dire peò che l’undicesima
questione affrontata non possa sancire un’inversione di
rotta, rideterminando il punteggio delle balle da 10 a 0
a 10 a 1.

Secondo il sindaco dunque la precedente sua
amministrazione e anche l’attuale hanno fatto il
possibile e anche l’impossibile per ridare alla città
quello che definiscono, giustamente ma anche
scontatamente, un suo simbolo. Vero? Falso?

Dell’architetto Telia Frattolillo si può dire ogni cosa.
Trattasi di donna austera e, a dirla tutta, anche un po’
noiosetta. Però, una bugiarda non è mai stata
storicamente e ha portato con dignità la croce di essersi
votata politicamente ad una e ad una sola persona, cioè a
Filippo Fecondo, di cui però è nettamente migliore. Non
ci ricordiamo di sue posizioni iper politiche o
addirittura politicanti, votate alla tattica e
all’utilizzo di una dialettica aggressiva, fiammeggiante.
Un po’ di mesi fa, la Frattolillo, tenendo conto di
queste sue attitudini, non avrebbe avuto nessun motivo per
organizzare una posizione sulle cose del teatro Mugnone
alterata da una sorta di appendice livorosa alla
decisione, da lei presa, al pari a tantissimi altri
consiglieri dell’allora maggioranza, votò a viso aperto,
in consiglio comunale, la sfiducia ad Antonello Velardi.
D’altronde, in quel post, la Frattolillo, non menava, come
si dice, il “can per l’aia”, visto che affermava poche
cose, ma precise. Per due anni, Velardi aveva appostato
in bilancio somme da utilizzare per la copertura del
Mugnone, per realizzare l’opera più urgente tra tutte le
altre, proprio perché all’interno della struttura piove
copiosamente e ormai il pericolo di una totale
degenerazione fisica di quegli ambienti è divenuto reale.
In entrambe le occasioni, nessun intervento è stato
compiuto sulla copertura. L’assessore ai lavori pubblici,
presumibilmente parlava di Tommaso Rossano, aveva
risposto che quei lavori non erano possibili in quanto il
Mugnone era già oggetto di un altro cantiere già attivato
per il primo lotto.

La Frattolillo non svolge la professione di
commercialista, né di impiegato di banca. Fa
l’architetto, ha diretto in passato uffici tecnici di
Comuni anche importanti e dunque se si è mostrata
sbigottita davanti a questa giustificazione, c’è da
crederle. Per lei, non esiste alcuna norma che impedisca
di tenere aperti due cantieri contemporaneamente quando
esistono le condizioni tecniche. E nel caso del Mugnone
esistevano.

Per cui, purtroppo, siccome noi tendiamo più a credere
alla Frattolillo che a Velardi, aggiorniamo il
pallottoliere con un 11-0, cioè undici casi affrontati
negli ultimi 2/3 mesi, il sindaco ha raccontato, in una
sorta di percorso netto al contrario, 11 balle, perché
non è assolutamente reale la sua affermazione sul massimo
impegno profuso dall’amministrazione comunale, che, al
contrario, come notava la Frattolillo nel suo post,
quando parlava di “lacrime di coccodrillo”, il sindaco di
Marcianise se n’è letteralmente fregato del destino di
questo simbolo della città. Cosa che a noi non stupisce
affatto, ben avendo compreso quale sia realmente il
sentimento che Velardi nutre per Marcianise e
soprattutto per i marcianisani.

Di questo post che pubblichiamo integralmente in calce
perché il sindaco deve avere sempre, nel nostro giornale,
il massimo della visibilità possibile e nemmeno una
sillaba di ciò che dice deve essere censurata, citiamo un
altro passaggio interessante: il ringraziamento formulato
al consigliere regionale, capogruppo della Lega,
Gianpiero Zinzi che come è noto ha natali marcianisani.

Ora, siccome noi per fortuna non abbiamo il problema di
dover intraprendere o esercitare un’attività politica,
possiamo anche prorompere in una fragorosa quando
disincantata risata, pensando agli epiteti, che nulla
avevano a che fare con il confronto politico, che
Velardi, sprezzantemente, indirizzati, non certo un
secolo fa, verso Gianpiero Zinzi. Per cui, è chiaro che
incrociando oggi un ringraziamento che assomiglia tanto
ad un salamelecco, la cosa ci fa un po’ specie. Zinzi,
effettivamente, ha inserito nei suoi emendamenti alla
legge finanziaria regionale anche quello finalizzato a
incanalare fondi da via Santa Lucia alla causa del teatro
Mugnone. Va detto che, leggendo con attenzione il suo
emendamento, vengono formulati doverosi complimenti a
lui, che poi effettivamente ha sempre lavorato piuttosto
bene da quando è diventato consigliere regionale, ma
soprattutto a chi gli ha fornito tutte una serie di
dettagliate informazioni tecniche. Se leggete
l’emendamento, infatti, si capisce che Zinzi abbia
assorbito le notizie sul Mugnone da un ingegnere, da un
architetto che magari se n’è occupato nel recente
passato, oppure, riuscendo biblicamente a “scordarsi”,
beato lui, come il sindaco Velardi lo avesse definito
qualche anno fa, attingendo direttamente quelle notizie
dagli uffici comunali, previa consultazione e
autorizzazione del primo cittadino. Certo è che lascia un
po’ perplessi la sincronia tra l’iniziativa di Zinzi sul
Mugnone, che non ci sembra abbia precedenti negli
anni passati nella sua attività “pre Finanziarie
regionali”, e questo post di Velardi.

Per quanto ci riguarda, rinnovando i sensi di rispetto e
una buona considerazione nei confronti di Zinzi, noi
continuiamo a ritenere che questo sindaco e la sua
amministrazione comunale, che questo sindaco, il quale è
arrivato addirittura a minacciare in campagna elettorale
il viceprefetto vicario di questa provincia, debbano
essere combattuti impiantando un vero e proprio cordone
che non casualmente definiamo sanitario. Per quel poco
che contiamo, diciamo a Zinzi, ma a chiunque altro presti
bordone a Velardi che avranno sicurissimamente noi come
avversari, perché la questione Velardi non è questione
politica, ma ontologica e va affrontata senza ambiguità,
con scelte di campo chiare e trasparenti econ la durezza
necessitata dal modo con cui lui si è rapportato e si
rapporta ancora ad ognuno di quelli che non concordano
con il suo sgangheratissimo pensiero.

QUI SOTTO IL POST INTEGRALE DI ANTONELLO VELARDI