TUTTE LE FOTO. ORE 5.40, INFERNO DI FUOCO: Distrutta la “Lea della discordia”. Era sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria

26 Ottobre 2018 - 09:30

MARCIANISE – (g.g. e t.p.) Sembra un epilogo scritto dalle mani di uno sceneggiatore sapiente che chiude una vicenda iniziata nell’estate scorsa con i famosi, inspiegabili presidi, ombrelloni e cocomeri, organizzati dal sindaco Antonello Velardi contro il deposito di rifiuti Lea, localizzato nel comune di Marcianise, ma in area Asi.

Inspiegabile perchè quel sindaco, allora come oggi, aveva la possibilità di ordinare la chiusura della Lea, ma non lo fece, limitandosi allo show mediatico. C’è chi disse che si trattava di un problema di equilibri nella maggioranza visto che i dipendenti di questa azienda nata inizialmente come erede di un ramo dalla Impresud di Iavazzi, erano stati raccomandati da assessori e consiglieri comunali.

Fu una delle tante interpretazioni non necessariamente valide.
Quell’ordinanza arrivò solo dopo una diffida, non più eludibile, spedita dall’avvocato amministrativista Adinolfi al comune di Marcianise, in nome e per conto della Impresud di Iavazzi, che, intanto, con indubbie ragioni aveva disconosciuto la cessione del suo ramo d’azienda ad una Lea che non stata rispettando nessuno degli impegni e nessuna delle norme realizzate a proteggere l’ambiente rispetto ad impianti complessi e pericolosi come questi.

Qualche mese dopo arrivò anche il sequestro dell’autorità giudiziaria. La partita sembra chiusa. Ma come successe a suo tempo con Ilside, la mega discarica di Bellona, pure sotto sequestro da parte del tribunale di Santa Maria, sono state le fiamme, è stato il fuoco a diventare protagonista della storia a partire dalle 6 meno un quarto di stamattina ai vigili del fuoco è arrivata la prima chiamata che segnalava un grosso incendio nella zona industriale.

 

E a bruciare erano proprio il capannone della Lea. Fuoco letale, probabilmente doloso che in pochi minuti ha distrutto quel capannone e forse tracce interne che non si volevano far vedere, che dovevano sparire. Sul posto sono arrivate ben 4 squadre dei vigili del fuoco, supportate da due autobotti, provenienti da Caserta. Ma non è bastato.

Sono occorsi anche rinforzi da Napoli. Nelle foto che pubblichiamo c’è il racconto di un disastro, di questo violento incendio che ha, riteniamo, distrutto anche balle di rifiuti e monnezza stoccata alla meno peggio. Questo riproporrà subito il problema del danno ambientale, dell’inquinamento.

Sul posto in questo momento ci sono anche gli uomini della Guardia di Finanza, di quelle fiamme gialle che avevano operato materialmente il sequestro. E ci sono anche dipendenti dell’Arpac, l’agenzia che poi dovrà effettivamente verificare se e quanto abbia provocato danni ambientali questo incendio.

Metterci ora a far supposizioni sulla matrice, sulla causa di quello che è successo, rappresenterebbe un esercizio poco serio.

Noi ricordiamo solo un episodio della scorsa estate: al culmine della polemica che opponeva l’ombrellonista Velardi, l’Asi e la Lea, riuscimmo in un’occasione a parlare con il titolare dell’azienda, un certo Egizzo o qualcosa del genere. Riportammo anche delle sue dichiarazioni e ci demmo appuntamento telefonico per i successivi giorni per discutere ancora intorno a quella polemica.

Niente da fare. Fu letteralmente impossibile rintracciarlo. Sparito, letteralmente, nel nulla.