MARCIANISE. Velardi, la presidente Letizia e la segretaria Cotugno si “mettono sotto ai piedi” il regolamento del consiglio comunale. Termini violati, non vogliono far sapere nulla sul sottotetto abusivo del sindaco e sulla sua evasione fiscale

11 Luglio 2022 - 09:40

Il termine di 15 giorni, stabilito dall’articolo 32, comma 4 del citato regolamento è scaduto lo scorso 28 giugno. Oggi siamo arrivati al 9 luglio e nulla si sa. Durante l’ultima seduta dell’assemblea elettiva cittadina, il consigliere Dario Abbate ha chiesto a….

 

 

MARCIANISE  (Gianluigi Guarino) –  Quella presentata lo scorso 13 giugno dai consiglieri di opposizione è, a nostro avviso, e di gran lunga, la più importante interrogazione della storia recente del comune e delle amministrazioni, che si sono occupate del governo della città.Poi, il fatto che non venga percepita in questa maniera è un altro discorso e non è che ci possiamo mettere ogni volta a buttarla in sociologia e antropologia.

In estrema sintesi, dato che vi riproponiamo il suo testo integrale in calce a questo articolo, l’interrogazione era finalizzata, aggiungiamo noi, finalmente, a far chiarezza su due fatti importantissimi. In verità, per essere più precisi, su un fatto importantissimo da cui ne consegue un altro.

La pur lunga e, riteniamo, collaudata esperienza, da noi maturata dentro alle vicende della gestione della cosa pubblica della provincia di Caserta, la lunga teoria di personaggi politici, più o meno noti, con cui abbiamo avuto a che fare, e sono veramente migliaia, non ci ha, infatti, consentito, ed è tutto dire, di imbatterci in un caso, grazie al quale avremmo potuto arricchire, con l’ausilio di un punto di riferimento storico, una struttura di paragone, il nostro racconto sulla vicenda della casa abusiva, in quanto così resa da lui stesso, dove Velardi risiede, in Viale Kennedy.

Insomma, non siamo riusciti, dopo aver rovistato, ravanato nei nostri archivi, nei nostri ricordi, a trovare un caso simile nella pur non certo trasparentissima, regolarissima (si tratta, naturalmente, di eufemismi) Terra di Lavoro che di sindaci con problemi e con un fardello di reati e di presunti reati compiuti, ne ha contati a centinaia. Se avessimo trovato un solo caso simile a quello di Velardi, avremmo detto, va bè, questa storia è una porcheria, ma è già successo.

Il nostro, cioè il sindaco di Marcianise, invece, ha un carattere particolare: si crede, a torto o a ragione, questo è un discrimine di punto di vista, il miglior giornalista del mondo, seppur licenziato, anche con un pizzico di ignominia, non certo senza motivo, da Il Mattino, il miglior sindaco del mondo, il miglior economista del mondo, il miglior politologo del mondo, il miglior interprete del mondo in fatto di socializzazione digitale…ah, dimenticavamo, il più onesto, retto, trasparente, integerrimo amministratore pubblico del mondo e, magari, ultimamente, solo perchè un sindaco diventa di per sè un catalizzatore di certi interessi, anche un discreto, va bè, facciamo così, anche un potenziale, latente tombeur de femme, latin lover, scegliete voi, cari lettori, la definizione che vi piace di più.

Per cui, una sua porcheria è unica e irripetibile e non può essere stata fatta già da altri in passato. Lui deve essere il pioniere, l’uomo al quale deve essere collegata letteralmente e concettualmente, così com’è capitato ai grandi scienziati che hanno legato il proprio nome a scoperte miliari o alla comprensione di strutture matematiche, sistematizzate in un teorema che poi si è chiamato, ad esempio, teorema di Rolle, teorema di Lagrange e via discorrendo.

Nel caso di specie, questa cosa potrà essere ricordata nei secoli dei secoli come “la porcata di Velardi”. Gratificata di una identità e soprattutto candidata a trasformarsi in antonomasia, ispiratrice e sintetizzatrice di comportamenti tipici per i quali la separazione tra interessi privati ed esercizio di pubbliche funzioni segna una peculiare aberrazione attraverso una sorta di meccanismo a compartimenti stagni: da un lato, perseguo i miei interessi privati anche al costo di violare le leggi, ma lo faccio, avvedutamente nel comune che io amministro, nel comune in cui sono io il titolare, il vertice di potestà nell’attività di controllo, finalizzata a stabilire se le leggi dell’amministrazione, le procedure amministrative siano state o meno rispettate. E questo, mi consente quantomeno di alleviare, di rendere più complicato l’esercizio costituzionale dell’azione penale.

Si dirà: ecco il solito CasertaCe, che dipinge Velardi come uno che sbaglia a prescindere, come il male assoluto, come la vittima di un pregiudizio. Guardate, per quello che succede al comune di Marcianise, noi scriviamo troppo poco, in quanto, da quelle parti, la percezione, prima ancora che la concezione delle leggi e dello stato di diritto, non sono  solo inesistenti, impalpabili, ma la loro negazione, la sistematica operazione di aggiramento, se non addirittura di violazione, avviene con dei veri e propri riti tribali, di spiritismo, di esorcismo, di messa nera.

Come sempre, mettiamo in campo l’evidenza dei documenti. E qui ci rivolgiamo direttamente alla segretaria comunale Maria Carmina Cotugno, che abbiamo lasciato in pace, in modo da non farci ripetere da lei, com’è successo in passato, la solita lagna su un qualcosa che esisterebbe nella nostra testa, che attiverebbe delle campagne giornalistiche ad personam, al tempo in cui, la Cotugno, la segretaria comunale la faceva al comune di Maddaloni.

Ora il tempo dell’ambientamento, di una consapevole presa di coscienza del luogo e del contesto anche immateriale, anche morale, in cui si trova ad operare, è trascorso. Riteniamo, perchè si tratta di una professionista preparata, che Maria Carmina Cotugno abbia studiato bene lo statuto e i regolamenti, nel momento in cui si è insediata in una postazione da cui tanti sono scappati letteralmente a gambe levate e l’hanno fatto, o perchè, come nel caso di Onofrio Tartaglione, le ragioni e le necessità, in pratica, quegli interessi privati di cui prima del sindaco Velardi li hanno costretti realmente, fattualmente, a commettere dei reati, o perchè, com’è successo nel caso dell’ultimo di questi addii, quello di Maria Antonietta Iacobellis, per evitare il pericolo “di passare un guaio”, di dover cedere alle pressioni del sindaco e dei due, tre che comandano insieme a lui, andando, in questo modo, a sbattere contro gli scogli, esattamente alla maniera del purtroppo per lui, succube Onofrio Tartaglione, che oggi non può fare altro che piangere se stesso in quanto, mai come in questa circostanza, è proprio lui la causa del suo male.

E allora, ci chiediamo se la convivenza, se l’armonia che sembra regnare tra il sindaco Velardi e la segretaria Maria Carmina Cotugno, peraltro reduce da un’esperienza al comune di Benevento, terminata non senza polemiche, alla corte di Clemente Mastella, non sia fondata e cementata da una modalità, come la vogliamo chiamare, relativa, relativista, della Cotugno nella sua attività di custode e garante di quella che dovrebbe essere la perfetta sovrapposizione tra gli atti di potestà dell’ente locale e ciò che le leggi, le norme, perchè no, la giurisprudenza consentono di fare. E non si tratta di una malevolenza, perchè una spiegazione la dovremmo pur dare ai nostri lettori se l’armonia di oggi continuasse a connotare il rapporto tra il sindaco e la segretaria comunale, in quanto unicum storico rispetto a tutto quello che è successo con il citato Onofrio Tartaglione, con Virginia Terranova, con Carla Moscato, con la Iacobellis. In pratica, sarebbe lecito domandarsi perchè con 4 segretari è successo praticamente di tutto, si sono registrati conflitti insanabili, 4 e non uno solo e con la Cotugno invece tutto d’amore e d’accordo. Sarebbe legittimo interrogarsi allora su, a quel punto probabili affinità personali, morali, comportamentali tra i due.

Parole indimostrate, solo malevolenze nei confronti della dottoressa Cotugno? Articolo 32, comma 4 del regolamento del consiglio comunale. Dunque, avete letto bene, re-go-la-men-to del consiglio comunale di Marcianise, non di una virtuale bocciofila di viale Giannelli in Sant’Agata de’ Goti. Nel caso di interrogazione con richiesta di risposta scritta, il sindaco o l’assessore competente per materia, rispondono, entro e non oltre 15 giorni, dalla loro presentazione”.

Siccome l’interrogazione è stata presentata con richiesta di risposta scritta, questa doveva arrivare entro 15 giorni a partire dal 13 giugno, dunque entro il 28 giugno. E invece, oggi siamo arrivati al 9 luglio e di una risposta non si vede neppure l’ombra. Nell’ultima seduta del consiglio comunale, Dario Abbate, senza neppure incazzarsi  più di tanto o comunque nella misura in cui questa cosa meritava, ha chiesto lui alla presidente del consiglio comunale, Angela Letizia, la quale, evidentemente appagata nella sua vita, dall’aver fatto prima la vicesindaca nella precedente consiliatura e oggi la presidente del consiglio comunale, oltre alla candidata pro-forma del Pd renziano alle Politiche del 2018, ritiene di non avere nulla da perdere e, tutto sommato, di non doversi applicare più di tanto per difendere la sua reputazione politico-istituzionale.

Per cui, in nome e per conto del sindaco Antonello Velardi (e poi la Letizia non si lamentasse se quelle che sono indubbie calunnie, indubbie malevolenze trovano alimento in questi suoi comportamenti) continua a fare da parafulmine, coprendo situazioni gravissime, com’è indubbiamente la vicenda che vi stiamo raccontando.

Perchè questa non è un’interrogazione ordinaria, normale, rituale. Qui c’è un pezzo importante del consiglio comunale, c’è un candidato sindaco sconfitto ma che rappresenta il 49,3% dei marcianisani, c’è un gruppo di consiglieri comunali che, dopo l’addio a Velardi e alla sua maggioranza, di due tasselli elettorali fondamentali, Lina Tartaglione e Raffaele Delle Curti, grazie al cui concorso l’attuale opposizione rappresenta oggi di più, molto di più del 50% dei marcianisani, dunque una minoranza che somiglia moltissimo ad una maggioranza, dicevamo, c’è un gruppo di consiglieri comunali di tal fatta che chiede di conoscere, in nome e per conto dei cittadini che rappresentano e, a questo punto, anche in nome e per conto dei cittadini che hanno scelto di votare per Antonello Velardi, cosa sia successo in questi mesi con la casa illegale del sindaco, con gli abusi che non sono costati un processo penale al primo cittadino, solo e solamente grazie alla prescrizione.

E qui dobbiamo di nuovo, purtroppo, ritornare su cose già scritte, già narrate e cioè sul combinato micidiale, sulla partnership sbagliata, impropria, inadempiente tra ufficio tecnico e comandante dei vigili urbani che non ha consentito al popolo di Marcianise, di sapere se tutto quello che Velardi aveva autocertificato in fede lo scorso 13 dicembre, affermando di aver adempiuto a tutti gli abbattimenti ordinati dall’allora dirigente Anacleto Fuschetti, fossero un’autentica, fedele trasposizione documentale della realtà o se, al contrario, quello che Velardi scriveva non equivaleva a ciò che era realmente avvenuto in quel terzo piano, in quel sottotetto, utilizzato, abusato per anni e anni con una destinazione comodamente, rilassatamente residenziale, dal 12 novembre, giorno in cui Fuschetti aveva firmato l’ordinanza di abbattimento, e il 13 dicembre, quando Velardi, sollecitando, maramaldo e beffardo (forse “sapeva a lui”), un sopralluogo che invece volontariamente il dirigente dell’ufficio tecnico e la comandante dei vigili urbani non hanno voluto fare nei tempi in cui andava fatto, pur avendo giuridicamente la piena facoltà di farlo e, a nostro avviso, moralmente il dovere di farlo.

Di fronte a questo deserto della conoscenza, della verifica pubblica, siamo qui a luglio a utilizzare, ad arrangiarci con le arti divinatorie: ci ha messo il massetto di cemento per ripristinare le altezze violate? Sotto a questo massetto di cemento ci ha messo un telone di plastica per proteggere il pavimento, inquietantemente non rimosso e che conta in tutta evidenza di riutilizzare in futuro, oppure nulla di tutto questo? Oppure ha realizzato correttamente entro la giornata del 13 dicembre 2021, quegli abbattimenti, a partire da quelle scale interne con cui ha collegato, assimilandole come funzioni residenziali, il secondo piano con quel terzo piano che doveva essere, per effetto del permesso a costruire ricevuto, solamente un sottotetto? Oppure, ancora ed infine, come si favoleggia, non ci ha messo il massetto di cemento ma semplicemente un cartone con il quale la distanza la fai ma se ci cammini sopra, si sfonda e ricrei la distanza abusiva?

No, non si può sapere nulla: oggi, 9 luglio, a 11 giorni di distanza dalla scadenza ufficiale, formale che certifica una violazione del regolamento del consiglio, che sarà anche una lex specialis blanda, ma sempre di una lex specialis si tratta, a 11 giorni dalla seduta di consiglio comunale in cui Dario Abbate, domandando lumi sul destino di quella interrogazione e ricordando alla presidente del consiglio, alla segretaria comunale che i termini fossero scaduti, si è visto rispondere da Angela Letizia che ci stavano lavorando gli uffici, nel caso specifico, quello del dirigente al Bilancio e alle Finanze Salvatore Fattore, da Sparanise, uno che si è sempre distinto, per carità, in ogni posto in cui è andato, a partire dalle stanze della trasparentissima amministrazione comunale di Carinaro, uno toccato spesso dalla grazia di una giustificatissima, per carità, considerazione personale da parte della vice prefetto Savina Macchiarella, che lo ha voluto con sè in diverse esperienze commissariali.

Pare che informalmente, ammesso e non concesso che qualcosa conti l’informalità in un posto in cui la slealtà è stabile modello di comportamento, se non addirittura di vita, Fattore abbia promesso ad Abbate che il lunedì successivo, la risposta scritta all’interrogazione sarebbe stata mandata a tutti i firmatari.

Il 4 luglio, cioè il lunedì successivo a quel martedì 26 giugno, è trascorso, negli Stati Uniti sono andate regolarmente in svolgimento le manifestazioni di Indipendence Day, ma della risposta scritta sul sottotetto abusivo di Velardi neppure l’ombra. Per cui, rimangono senza spiegazione anche tutti quelli che, oltre alla questione dell’ottemperanza vera, reale e non semplicemente dichiarata, all’ordinanza di Fuschetti, considerano quello che all’inizio di questo articolo abbiamo definito come la conseguenza, parimenti grave, forse addirittura più grave della causa, cioè dell’abuso compiuto, conclamato, registrato, certificato e anche riconosciuto, cioè l’evasione fiscale delle imposte e  delle tasse comunali.

Noi, su questa cosa, abbiamo scritto due o tre articoli, di cui l’ultimo (CLIKKA E LEGGI) particolarmente importante visto che spiega in che misura e perchè Antonello Velardi, senza considerare la questione Tari, che non abbiamo ancora avuto il tempo di trattare, è un evasore senza se e senza ma, dell’Imu, almeno  nel corso degli ultimi 5 anni, visto e considerato che lui, essendo abituato al salvagente della prescrizione, riesce a evitare di versare il dovuto alle casse del comune di Marcianise, nel periodo che va dal 2004, data del permesso a costruire definitivo, al 2017, fermo restando che i 5 anni di evasione fiscale, di evasione dell’imposta Imu, sono stati consumati tutti, ma proprio tutti mentre Velardi svolgeva la funzione di sindaco, che ha ricoperto dal giugno 2016, con il solo intervallo dei mesi che hanno separato la mozione di sfiducia dei consiglieri comunali, approvata nell’autunno del 2019, alle elezioni del settembre e dell’ottobre 2020, vinte rocambolescamente, a conclusione di un ballottaggio dai numeri strettissimi.

Per cui, questi 5 anni o 4 e mezzo se vogliamo toglierci i mesi del commissariamento, valgono il triplo, il quadruplo, visto che non è stato solamente il cittadino di Marcianise Antonello Velardi a evadare le imposte, ma è stato il sindaco a dare questo esempio ai cittadini, a cui poi non si capisce con quale coraggio chieda di pagare le tasse comunali.

Queste nostre certezze, però, non sono le certezze di Abbate e degli altri consiglieri firmatari dell’interrogazione, i quali legittimamente e forse anche giustamente, vogliono svolgere il proprio sindacato politico, di controllo, in maniera ortodossa, facendo assumere all’amministrazione comunale le responsabilità dovute, venendo, però, ripagati dal silenzio strafottente e sprezzante, fratello maggiore o minore, fate voi, dell’insabbiamento, avvenuto forse non dolosamente, ma sicuramente avvenuto nell’ufficio tecnico del comune e in quello del comando dei vigili urbani.

Come diciamo sempre alla fine di ogni  nostro articolo, può darsi pure che abbiamo esposto un milione di cazzate, ma , detto questo, rivendichiamo con fermezza il diritto di veder rispettato il nostro sforzo di scrivere questo tipo di articoli, un rispetto che si attua solo in un modo: opponendo argomentazione ad argomentazione, contro-tesi a tesi, documento a documento.

E invece nulla, non succederà niente neanche stavolta e contando sul fatto che mediamente in tutta la provincia e dunque anche a Marcianise si legge pochissimo, manipoleranno il significato di questo articolo, banalizzandolo con i loro vuoti slogan, con le loro indecenti parole d’ordine, con i loro banali pensierini della maestrina della porta accanto.

Questo è e questo è ciò noi sappiamo fare e sappiamo scrivere. Ai marcianisani diciamo quello che gli abbiamo sempre detto e che ovviamente non leggeranno, anche se c’è venuta un’idea di cui vi accorgerete guardando in testa a questo articolo, subito dopo il sommario: riappropriatevi del vostro destino, assumetevi la responsabilità di ragionare in base alla esplorazione, in base alla conoscenza degli argomenti, dei fatti, dei temi. Voi non siete solo vittima di una rapina politica, di un annullamento del senso anche minimo di questa parola.

Siete vittime pure di rapine materiali, visto che i 240mila euro intascati dal sindaco per i rimborsi di cui dovrà rispondere presto in tribunale dei reati contestati, truffa e falso, altro che diffamazione a mezzo stampa, visto che l’evasione fiscale reiterata sulla sua casa abusiva, ve lo voglio dire papale papale, sono tutti soldi che cacciate voi dalle vostre tasche.

CLIKKA QUI PER LEGGERE IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERROGAZIONE