NICOLA SCHIAVONE fa tremare la politica casertana. Ha già fornito alla dda, il LUNGO ELENCO dei politici “legati” al CLAN DEI CASALESI

25 Febbraio 2019 - 17:00

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Se le dichiarazioni, depositate dai pubblici ministeri della dda nei vari processi del super pentito Nicola Schiavone non svelano il dettaglio di tutto ciò di cui Schiavone junior ha parlato, queste risultano sufficienti per addivenire alla convinzione che Schiavone ha parlato di tantissime cose. E anche di politica.

E’ chiaro che la dda centellini i documenti limitandosi a rendere pubbliche solo le parti riguardanti ogni specifico processo che accoglie queste dichiarazioni come ulteriore contributo, fornito dalla pubblica accusa, a sostegno delle proprie posizioni. Ma potremmo dire che esiste, percepito soprattutto da gente come noi che la storia della provincia di Caserta degli ultimi 20 anni, la conosce a menadito, una sorta di linguaggio degli omissis. L’omissis, cioè quella parte di interrogatorio che viene segretata all’interno dei documenti depositati nel processo, stimola sicuramente gli apparati deduttivi di chi l’esercizio di storico degli ultimi 4 lustri casertani e agro aversani, lo può svolgere, avendone cognizione di causa.

Le dichiarazioni, finite nel processo che vede imputati Fabozzi e i fratelli Mastrominico, imprenditori di San Cipriano, collegati direttamente al boss Antonio Iovine, coinvolgono Nicola Ferraro, il cui soprannome “fucone” viene citato testualmente da Nicola Schiavone, come nuovo contraltare politico di Nicola Cosentino

con tanto di schieramento in contrasto a questi durante le elezioni provinciali del 2005, che anche grazie, anzi soprattutto grazie all’appoggio che Ferraro dà alla candidatura di Sandro De Franciscis, si concludono con la vittoria di quest’ultimo e con la sconfitta di Cosentino.

Schiavone non racconta nulla che non sia noto a noi e che non abbiamo accompagnato le vessazioni subite da questo giornale, sotto forma di querele e di processi lunghi e complicati, attivati proprio da De Franciscis, verso il quale noi scrivevamo articoli un pò ruvidi, ma sempre finalizzati a fargli capire che questo tipo di compagnie, questi accordi che lui aveva stipulato prima delle elezioni del 2005, non gli avrebbero portato nulla di buono. Come si suol dire, il tempo è galantuomo e noi a differenza sua non abbiamo mai pensato di querelarlo per calunni,a portando per esempio queste dichiarazioni di Nicola Schiavone.

Lo sfottiamo ancora chiamandolo “l’esule di Tuoro”, ma rispettiamo la sua scelta di ritirarsi a Lourdes a svolgere una funzione cristianamente importante in un posto in cui, da persone intellettualmente evoluta qual è, e cristianamente formata, potrà ripensare anche ai tanti errori compiuti in quegli anni in cui troppi soggetti legati al clan dei casalesi gravitavano attorno a lui.

Schiavone dice che loro, cioè i voti della camorra, andarono sia da un lato che dall’altro. Ovviamente, la famiglia Russo, peraltro, aggiungiamo noi, imparentata direttamente con l’allora leader del Pdl, si schiererà con Nicola Cosentino.

Gli Schiavone, racconta il figlio di “Sandokan”, si mossero da camorristi. E d’altronde, la camorra non si infervora mai per al politica scegliendo una parte piuttosto che l’altra e se lo fa, è perchè ne ha un tornaconto economico. Per cui, alle elezioni del 2005 Nicola Schiavone e i suoi appoggiarono sia candidati in campo con Cosentino, a partire dal parente Marcello Schiavone che effettivamente si presentò a quelle elezioni, in una lista denominata “Democrazia Cristiana”, come dice giustamente e con precisione Nicola Schiavone.

Ma appoggiarono anche alcuni candidati scesi in campo con De Franciscis. E qui arrivano quegli omissis rivelatori per noi che quella stagione l’abbiamo vissuta e raccontata dettagliatamente da giornalisti. Tutto sommato, quei nomi li conosciamo anche, ma per rispetto alla magistratura e per quello zero, virgola, zero zero zero di dubbio, non li scioriniamo. Dunque, il clan dei casalesi si sentiva garantito, sia dal lato di Nicola Cosentino che attraverso Nicola Ferraro e forse anche attraverso altri esponenti della politica e dell’imprenditoria dell’agro aversano, dalla parte di Sandro De Franciscis.

E sempre a proposito di omissis, Nicola Schiavone afferma una cosa ancora più importante, di quella relativa allo schieramento del clan nelle inquietantissime elezioni provinciali del 2005. “Oltre alla figura di Nicola Ferraro – dichiara il figlio del capo dei capi del clan dei casalesi – posso indicare i seguenti nomi di politici ed amministratori locali a noi legati“.

Ciò significa che i magistrati della dda questi nomi li hanno già verbalizzati. Significa che stanno effettuando riscontri ed ulteriori indagini per capire se le dichiarazioni di Nicola Schiavone siano fondate. Se questi riscontri dovessero avere esito positivo, non si può escludere un’altra raffica di arresti di politici casertani, soprattutto di alcuni dell’agro aversano.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELLE DICHIARAZIONI DI NICOLA SCHIAVONE DEPOSITATE NEGLI ATTI DEL PROCESSO A CARICO DI FABOZZI E DEI MASTROMINICO