NUOVA GERARCHIA DEI CASALESI. Ancora carcere duro per il boss Massimo Perrone

12 Maggio 2020 - 16:06

In questi giorni, la di Cassazione ha pubblicato le motivazioni per cui ha ritenuto inammissibile il ricorso. Per gli inquirenti, la moglie del boss era colei che si occupava di dare le “mesate”. Ed è indagato anche per una altra vicenda

PARETE (red.cro.) – Massimo Perrone è stato condannato a 18 anni di carcere per associazione camorristica ed è ritenuto una delle figure apicali della nuova frangia del clan dei Casalesi, autodefinitasi, è così poi divenuta nota sui giornali, “Nuova Gerarchia Casalese“, un potere ricevuto con il beneplacito dei Bidognetti.

Perrone si trova in quel regime carcerario definito “duro”, cioè il 41-bis, ufficializzata con decreto emesso dal Ministro della Giustizia nell’aprile 2018.  Contro questa decisione, fu già presentato un primo reclamo, presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma, che lo rigettava. In seguito, i difensori di Perrone hanno portata l’istanza anche dinanzi alla corte di Cassazione. Secondo i suoi legali, attraverso delle “inconferenti” intercettazioni, che quindi non dovevano essere elementi validi per la decisione, sarebbe fuoriuscita la capacità di Perrone di veicolare all’esterno notizie e ordini attraverso e conversazioni con la propria moglie. Inoltre, la tesi difensiva si basava anche su una sudditanza, ma non su una affiliazione, rispetto al clan Bidognetti.

In questi giorni, la di Cassazione ha pubblicato le motivazioni per cui ha ritenuto inammissibile il ricorso di Perrone. Per i giudici, il ricorso avrebbe sollevato valutazione sul merito dei fatti, in quanto tali insindacabili in sede di ultima istanza. Inoltre, concludono i giudici, “l’elevato spessore criminale” dell’uomo a capo della Nuova Gerarchia dei Casalesi sarebbe rintracciabile anche per la totale assenza di segnali di revisione critica del passato, di dissociazione o comunque di un qualsivoglia ravvedimento.

Ricordiamo che nel settembre scorso Perrone è stato indagato nell’inchiesta della Dda relativa al traffico di medicinali gestito dalla Nuova Gerarchia, di concerto con la fazione Bidognetti, mentre la moglie dell’uomo, Franca Cotugno, è stata arrestata nel maggio 2018 poiché ritenuta la cassiera del clan, con il compito di elargire, con cadenza settimanale, emolumenti in favore dei familiari dei componenti dell’associazione criminale al momento detenuti, dopo l’arresto dello stesso Perrone, datato giugno 2017.

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