OMICIDIO INVITO. Le dichiarazioni di un affiliato al clan Pagliuca fanno luce sul delitto

28 Marzo 2023 - 16:22

Una particolare testimonianza si è segnalata oggi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere

MONDRAGONE – Avrebbe rubato una partita di droga destinata alla piazza di spaccio di Mondragone, e l’ordine punitivo di gambizzazione sarebbe sfociato in omicidio. È stato questo il passaggio saliente delle dichiarazioni rese da Achille Pagliuca nel corso dell’udienza celebrata dinanzi alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatiello nel processo per l’omicidio di Giovanni Invito, avvenuto il 17 ottobre 2007 a Mondragone, per il quale sono imputati Mario Camasso e Michele Degli Schiavi.

Pagliuca, affiliato al clan omonimo, legato ai Fragnoli e anche al gruppo dei La Torre, ha chiarito il contenuto di una missiva, inviata al Sostituto Procuratore Armando Bosso, nella quale esponeva i suoi dubbi sull’indicazione del mandante dell’omicidio di Giovanni Invito fornitagli dallo stesso Michele Degli Schiavi.

Secondo la confidenza raccolta, nel 2015, da Pagliuca, Degli Schiavi vantava di aver ucciso Giovanni Invito insieme a Mario Camasso per conto di Giovanni Bove. Pagliuca però conoscendo personalmente quest’ultimo, in quanto anche lui affiliato al medesimo clan, ha iniziato a nutrire forti dubbi sulla veridicità della dichiarazione dell’imputato poiché “Bove era uno che faceva le cose in prima persona. Difficile che avrebbe delegato una cosa così delicata

(la commissione di un omicidio) a terze persone”.

Incertezza, questa, che avrebbe indicato nella lettera indirizzata all’Ufficio della Procura sammaritana lo scorso febbraio, manifestando i suoi dubbi su un certo Nino Fiorillo “titolare” all’epoca dei fatti della piazza di spaccio mondragonese e per il quale “lavoravano” gli imputati come spacciatori.

Dagli ambienti della malavita locale Pagliuca apprese di un attrito tra la vittima e Fiorillo per una presunta partita di droga rubata. Disaccordo al quale seguì la gambizzazione dei presumibili autori del furto, tra cui Giovanni Invito, eseguito dai due imputati, sfociato poi in omicidio.