ORE 17.10 ESCLUSIVA. La sentenza della Cassazione. Sospiro di sollievo per Cipriano Cristiano e Seb Ferraro: non andranno in carcere. Le prime condanne, i primi annullamenti e…

25 Maggio 2018 - 17:20

CASAL DI PRINCIPE – Leggere una sentenza della Corte di Cassazione, quando questa coinvolge quasi 30 imputati, non è facile. La Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, è il giudice della legittimità, ma non è detto che chiuda la partita con gli imputati.

E così, sostanzialmente è successo per quelli del principe e la (scheda) ballerina, i quali, avendo scelto a suo tempo il rito abbreviato (solo Nicola Cosentino e pochi altri optarono per l’ordinario) questo blocco di imputati ha avuto una procedura relativamente più breve, ricordando sempre che il blitz dei 100 arresti non è stato fatto ieri, nè l’altro ieri, ma precisamente il 6 dicembre 2011, quindi 6 anni e mezzo fa.

Più di uno temeva di dover tornare in carcere già da domani mattina. Lo temevano per esempio l’ex sindaco di Casal di Principe; lo temeva l’ex consigliere provinciale ed ex consigliere comunale Sebastiano Ferraro, che avevano incassato le pene più dure in primo e secondo grado. E invece in carcere non ci andranno. La Cassazione ha confermato e reso definitiva la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, ma ha posto delle riserve su altri capi di imputazione i quali sono stati annullati con rinvio alla Corte di Appello, la quale, dovrà dunque, rideterminare la pena sia di Cipriano Cristiano

che in secondo grado ha preso 10 anni sia quella di Sebastiano Ferraro condannato a 6 anni.

Confermate le pene per tutti quelli che avevano accettato una sorta di concordato in appello. Ma anche per altri che il concordato in appello non l’avevano fatto. E’ il caso di Angelo Ferraro per il quale diventano definitivi i due anni, pena sospesa, per voto di scambio semplice non più aggravato dall’articolo 7, tolto già a partire dal primo grado. Definitiva la condanna per l’ex segretario cittadino dei Ds Arturo Cantiello a due anni; meglio è andata all’ingegnere dell’ufficio tecnico Falconetti. Per quanto riguarda l’imputazione di concorso esterno. la Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’Appello. Per quanto riguarda invece il reato di falso, i giudici della legittimità non hanno riconosciuto l’esistenza dell’aggravante dell’articolo 7. Per cui, il falso essendo rimasto senza aggravante è stato oggetto della verifica dei tempi di prescrizione. E prescrizione è stata.

Un successo indubbio per l’avvocato difensore Vittorio Giaquinto.