OSPEDALE DI CASERTA. Vabbè, pure quest’altro si è messo a fare annunci: il dg Mariano vuol togliere il 20% da un fondo “miserabile” degli infermieri per darli…

7 Aprile 2020 - 11:22

Sarebbe il premio, 8 euro e 33 centesimi al mese, per chi sta lavorando in prima linea per il coronavirus. Ma il governo ha già stanziato dei fondi specifici. Insomma, con tutte le cose che ci sono da fare, il presunto management della Regione Campania non si smentisce, producendo anche in questa fase, la sua storica inadeguatezza 

CASERTA  –  (g.g.) Ma con tutto quello che c’è da fare in un ospedale con 1.200, 1.300 lavoratori, tra dipendenti diretti e dipendenti delle società in service, il commissario Carmine Mariano che in passato ha svolto sempre funzioni amministrative nei vari incarichi, sempre rigorosamente da cooptato, si trova oggi a governare un ospedale che almeno sulla carta è di alta specializzazione ed è il maggior nosocomio in una provincia con un milione di abitanti.

Il fatto che sia stato nominato commissario e non direttore generale non è affatto casuale. De Luca e la sua giunta hanno commissariato l’ospedale di Caserta in vista delle prossime elezioni regionali. Poi è arrivato il coronavirus e ha sconvolto tutto il copione.

Ma la debolezza intrinseca che poi si estrinseca in decisioni a dir poco oziose, si nota.

A quanto ci risulta, Carmine Mariano ha destinato un 20% del fondo della produttività,

che è una miseria già di per se che garantisce un 500 euro all’anno agli infermieri e agli altri componenti del cosiddetto comparto, al personale impegnato nelle attività di assistenza ai malati di coronavirus che nell’ospedale di Caserta sono confinati in uno spazio a parte.

100 euro in pratica distribuiti in un anno. Il nulla totale. Ma allora, una decisione del genere che cosa produce? Una sola cosa: l’annuncio, cioè lo sport preferito dai politici italiani che in queste settimane hanno potuto sbizzarrirsi al massimo dei loro estri, a partire dal premier Conte che ieri sera parlava di miliardi, fantastiliardi, triliardi rispetto a partite di giro e a garanzie dello stato sui prestiti bancari di cui non sono assolutamente chiare le fondamentali modalità, visto che la vediamo un pò difficile che tra due o tre mesi le banche regalino i soldi alla gente senza avere una certezza matematica, non un impegno sulla garanzia statale.

Questo accade mentre dal primo decreto il cosiddetto Cura Italia, nessun nostro connazionale è riuscito ancora ad intascare un solo euro degli altri fantastiliardi promessi.

Ognuno, dunque, si esprime nel suo piccolo o nel suo grande. Il commissario Mariano potrebbe obiettare: va bè, basta il pensiero. E questo è pure vero. Togliere 100 euro sui 500 distribuiti a ogni operatore sanitario del comparto, a titolo di produttività non appare la fine del mondo.

E anche chi deve cedere, non ne farà un dramma o addirittura ne trarrà soddisfazione altruista e filantropica.

Ma Mariano non sa che il governo, in queste manovre che si affastellano l’una sull’altra, ha postato dei fondi specifici per premiare tutti i dipendenti del servizio sanitario nazionale che hanno lavorato e anche rischiato la vita, in prima linea. La speranza è che si tratti di una cifra molto superiore ai circa 8 euro e 33 centesimi al mese che rappresenta la divisione tra i 100 euro del 20% stornato e le sezioni temporali in cui è diviso un anno.

Per cui non si capisce per quale motivo bisogna andare ad alterare un fondo, che nell’azienda ospedaliera di Caserta è già il più basso tra tutti quelli previsti nei bilanci delle altre aziende ospedaliere delle asl.

I soldi li metterà lo Stato. Da questo fondo miserabile il 20% rappresenta un riconoscimento inadeguato al limite dell’offensivo, e si vanno a penalizzare tutti gli altri infermieri e tutte le altre categorie del comparto che stanno lavorando di più nelle loro mansioni, sostituendo anche i loro colleghi impegnati per il coronavirus e dunque a loro volta soggetti che stanno contribuendo direttamente e non indirettamente ad affrontare questa ermegenza.